A Nicola, giovane per sempre
Tante parole arrivano spontanee alla mia penna, mentre scrivo e ti penso. Tante parole che però, rileggendole, sembrano prive di significato, ridondanti e scontate, vuote di fronte alla tragedia che ha colpito te e la tua famiglia.
Potrei raccontare di quando ti ho conosciuto. Eri un ragazzino a cui i compagni di squadra volevano un gran bene. Non giocavi sempre, anzi spesso partivi dalla panchina. A quanto ne so, non ne hai mai fatto un dramma. Aspettavi paziente il tuo turno e poi entravi e spesso spaccavi la partita.
Il babbo era lì, paziente come te. Ti accompagnava al campo, ti scarrozzava nelle trasferte e non si perdeva mai un match.
Erano bei giorni quelli. Giorni spensierati ed entusiasmanti. Non eravate i più bravi e neanche i più diligenti. Nemmeno i più belli,...