Ricordi sparsi di Ferruccio Gobbino
L’ultima volta che ho parlato con Ferruccio era il 22 dicembre. Finalmente era tornato a casa dopo un ricovero all’ospedale di Orvieto; ci siamo fatti gli auguri di Natale e abbiamo anche scherzato su quanto era stato scorbutico con i medici e il personale sanitario che lo avevano avuto in cura.
Lo trovavo sempre lì, ogni volta che lo andavo a trovare, sul divano del salotto a vedere una partita di calcio in TV oppure sulla sedia della cucina, intorno al tavolo su cui ci bevevamo un caffè.
La Mimma, sempre presente, gironzolava nei paraggi, trasportando un dolcetto, un biscottino o una caramella.
Io e Ferruccio parlavamo di tutto. Io, più giovane di lui, a volte mi sorprendevo a chiedermi se invece non fossimo coetanei. Devo dire che ogni tanto faticavo a capire se affrontasse un ...