Chi vincerà la salita della Castellana? Il campionissimo Faggioli o qualcuno degli altri 261 partecipanti? La magia di questa corsa in salita che ha superato il mezzo secolo di vita consiste nel fatto davvero insolito che vinceranno tutti. Perché la partecipazione corale è tale che non ci saranno sconfitti.
L’intera Orvieto è coinvolta in questo evento che ho scoperto essere percepito come elemento vitale di una cultura agonistica dalle radici lontane, quando le automobili appartenevano alla fantasia di qualche visionario. Ed è uno spirito bellissimo, una follia buona che contamina chi, come me, sino a ieri era estraneo a queste atmosfere in cui le relazioni umane sono determinanti sia nell’allestimento meticoloso della corsa, sia nel suo successo. Siamo infatti molto distanti dalle strategie di marketing e dagli obbligati ritorni di immagine e tanto altro che asfissiano lo sport televisivo in generale. La Castellana per ora ( e spero a lungo) rifugge da questi stereotipi, ne sta alla larga. Per questo affascina, avvicina, coinvolge, regalando emozioni e sentimenti che completano il cocktail agonistico. Beh, vi sembra poco?
È stato un onore avere la presenza di una firma così di alto livello che ha riempito la platea con il suo sorriso il suo modo gargato e affascinante nel raccontare e soprattutto centrare argomenti sportivi, il legame tra passione sport dilettantistico che deve essere vicino al professionismo che nn è solo nelle competizioni mondiali, ma anche in queste dove nn si può sbagliare.
Complimenti all’associazione Castellana che organizza l’evento in un posto stupendo, ma piccolo e in maniera seria e professionale con persone che certo svolgono altri lavori