Il lancio della ruzzola e ruzzolone è uno sport tradizionale di antichissime origini praticato in Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Marche, Umbria, Lazio e Calabria.
La storia
Il gioco era praticato già dagli antichi Etruschi. Nella tomba dell’Olimpiade di Tarquinia è raffigurato il cosiddetto discobolo, la cui posizione in realtà è quella tipica di chi stia lanciando una forma di formaggio. Infatti, in origine oggetto del lancio era una forma di formaggio pecorino stagionato, molto duro e resistente, che i pastori lanciavano lungo i tratturi.
In una ricerca effettuata dagli alunni della Scuola Media “Pietro Berrettini” di Camucia (AR) sui giochi praticati nella zona dalla fine ‘800 alla metà del nostro secolo, a proposito del “barutolone” o ruzzolone si legge:
“Nella versione più antica si usava lanciare una forma di formaggio, successivamente il barutolone fu costruito in legno, perché molto più duraturo e più agile. I giocatori a turno, secondo l’ordine stabilito, avvolgevano la corda o la cinghia intorno ad esso e lo lanciavano sulla strada.
L’abilità consisteva nel dargli molta spinta, affinché giungesse il più lontano possibile, ma anche nel guidarlo in modo che potesse superare le difficoltà del terreno. Se ad esempio, c’era una curva a destra, i giocatori arrotolavano la corda sulla sinistra e dosavano la forza del tiro in modo tale che il barutolone, arrivato alla curva rallentasse e curvasse; anche se cadeva subito dopo, il lanciatore aveva il vantaggio che l’attrezzo non fosse uscito di strada, cosa che poteva comportare una penalità o la squalifica.
Vinceva, naturalmente, chi riusciva a giungere per primo al traguardo stabilito.
Ma le regole del gioco avevano spesso delle varianti, talvolta, quando il percorso presentava molte curve strette, era consentito “cavare” la rulla cioè lanciarla in aria per raggiungere la strada dall ‘ altra parte.
Ovviamente se il tiro non riusciva il giocatore era costretto a tornare al punto di lancio.
Ruzzolone, Cappio di cuoio, Fettuccia di canapa, Rocchetto di legno
… Il ruzzolone grande (si giocava con ruzzoloni di ogni dimensione) era un disco di legno duro, 35 o 40 centimetri di diametro, erto 7 o 8, che poteva pesare fino a 5 chili. Lo si gettava dopo avervi attorcigliato per due o più giri (le tecniche variavano) una fettuccia di canapa, attaccata con un cappio di cuoio all’avambraccio, con su l’estremità un rocchetto di legno che veniva trattenuto con l’indice e il medio piegati a uncino. Dopo un attento studio del fondo stradale e una serie di evoluzioni che rassomigliavano a quelle di un lanciatore di pesi, il giocatore liberava il ruzzolone sganciando le dita dal rocchetto. La fettuccia, snodandosi imprimeva al disco un moto rotatorio sicchè, toccando la strada, esso continuava la sua corsa per decine, e spesso per centinaia, di metri.
Le Regole
La ruzzola è solitamente un disco in legno duro con diametro molto variabile in funzione del regolamento adottato, solitamente da 13 cm per la ruzzola a molto di più per il ruzzolone. Al posto del disco viene a volte usata, come in passato, una forma di formaggio stagionato.
Il gioco consiste nell’avvolgere uno spago intorno alla ruzzola e quindi lanciarla trattenendo un capo dello spago in modo da imprimerle una veloce rotazione. Lo scopo del gioco è di fare giungere il più lontano possibile la ruzzola con un numero prefissato di lanci, oppure raggiungere un traguardo con il numero minore di lanci possibili.
Spesso è un gioco di squadra: i giocatori, divisi in squadre di eguale numero, si alternavano cercando di lanciare il più lontano possibile il formaggio, senza farlo uscire dal percorso stabilito, partendo dal punto preciso in cui era arrivati col tiro del precedente compagno di squadra (una specie di staffetta in cui il cacio fungeva da testimone). La squadra che terminava il percorso col minor numero di colpi vinceva il premio consistente nella forma di cacio utilizzata per il gioco.
Le gare si svolgono su campi delimitati, chiamati treppi, appositamente attrezzati per rendere il gioco più movimentato, con salite, curve, ostacoli ecc. In alternativa il gioco, che intuibilmente può avanzare per chilometri, viene praticato anche su strade (asfaltate oppure no). La precedenza del tiro spetta sempre al giocatore in svantaggio ed è obbligatorio seguire il percorso prefissato, sono nulli i lanci che taglino le curve al di fuori del limite tracciato.
1. Il gioco del ruzzolone, derivato dal lancio della forma di formaggio, viene effettuato con un disco di legno assomigliante la forma di formaggio, ed una cordella.
2. Le misure del “ruzzolone” sono le seguenti: diametro 26 cm., spessore 6 cm., peso non inferiore a 2 Kg.
3. La cordella, normalmemte di cotone, ha dimensioni a piacere. Ad una estremità presenta un anello del medesimo o di altro materiale, per infilarvi il braccio ed uno zeppo, o rocchetto o croccolo, per impugnare più saldamente l’attrezzo al momento del lancio.
4. Si lancia il ruzzolone con la cordella in senso verticale (di “coltello”) oppure a mano libera a scelta del giocatore.
5. Si sorteggia il giocatore che comincia e si effettua un lancio ciascuno, alternativamente, lungo la strada o il percorso prescelto.
6. I lanci seguenti il primo vengono effettuati dal punto dove si è fermato il ruzzolone nel lancio precedente.
7. La lunghezza minima del percorso non è inferiore di solito a quella raggiungibile con una media di quattro lanci (normalmente 500/600 metri).
8. La partita consiste nel lanciare il ruzzolone dal punto di inizio del percorso al punto di arrivo, con il minor numero di lanci; in caso di parità di lanci vince chi ha oltrepassato il traguardo (con l’ultimo lancio valido) per una distanza maggiore di quella dell’avversario.
9. La partita consiste in genere di 2 “giochi”: andata e ritorno; in caso di parità si effettua un terzo gioco.
10. Vince la partita il giocatore che per primo si aggiudica 2 “giochi”.
11. Nel ruzzolone la strada, o pista di gioco percorso naturale, è croce e delizia per il giocatore: egli deve seguire le curve rendendo magicamente parabolico l’attrezzo; i fossi, i greppi, le buche, sono vere e proprie trappole per il povero ruzzolone, ma il bello del gioco è proprio questo. C’è da dire poi che alcuni ostacoli sono artificiali e costituiscono dei traguardi, o “biffi”, che il giocatore deve obbligatoriamente superare (per esempio far passare il ruzzolone fra due picchetti piantati lungo il percorso) per rendere valida la propria partita. Tutti gli ostacoli, naturali o artificiali, non è permesso rimuoverli, e vale la regola del “senza levare e senza mettere”.
12. Durante il gioco, il compagno di coppia o l’accompagnatore del singolo, possono dare indicazioni o suggerimenti a chi sta per effettuare il lancio.
fonti:
Federazione Italia Giochi e Sport tradizionali www.figest.it
Wikipedia http://it.wikipedia.org
www.ruzzola.itAt the day’s end we get back to find someone location by cell phone number free the office and gather our findings
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