Enrico Broccatelli racconta la sua esaltante avventura nel campionato laziale
Quando Zenga è sbarcato a Lubriano, lo scorso mese di novembre, quasi alla metà del girone di andata, ha trovato una rosa di ventidue giocatori con buone individualità. “Ho accettato con il solito entusiasmo. Certo, la situazione non era semplicissima, ma non mi è sembrata nemmeno irrecuperabile. La squadra era al terz’ultimo posto, con all’attivo due vittorie e quattro sconfitte, 16 gol subìti e 10 fatti, ma soprattutto, al di là dei numeri, l’aspetto più preoccupante, e su cui ho cominciato immediatamente a lavorare, era il gran numero di ammonizioni ed espulsioni che i giocatori puntualmente collezionavano ad ogni partita.”
Il debutto in panchina avviene il 16 novembre nella gara casalinga contro il San Pio X ed è subito successo netto per 3-0, che significa ossigeno puro per il team di Lubriano-Civitella, che schizza immediatamente fuori della zona playout. “Buone prestazioni e buoni risultati continuano anche negli incontri successivi, dove registro soprattutto una drastica riduzione dei provvedimenti disciplinari. Tutto fila liscio, dunque, fino a dicembre, quando, dopo la sconfitta di Tarquinia, affiorano difficoltà societarie e sette giocatori decidono di lasciare, oltre ad un ottavo che deve allontanarsi qualche mese per motivi di lavoro.”
A questo punto, la squadra di Broccatelli vede un baratro sotto di sé, al punto che la decisione principale da prendere è se continuare o meno il campionato. “Per un paio di settimane, ne abbiamo discusso, ci sono stati scontri anche durissimi. Ho pensato più di una volta di mollare tutto.” A vincere, alla fine, è la passione, forse accompagnata da “una sana vena di follia. Il contributo del capitano Federico Fraticello è stato determinante per convincermi a restare. Ci siamo detti che la nave non può essere abbandonata nel momento in cui imbarca acqua; tutt’al più si affonda con lei.”
La rosa, in formato “bonsai”, scende in campo per la prima volta in casa contro la corazzata Capranica, la cui corsa verso le prime posizioni viene fermata sul risultato di 1-1. Ma l’entusiasmo subito si spegne contro la dura realtà quotidiana: allenamenti con tre, cinque, dieci giocatori, mai più di dodici; partite dove avere un cambio in panchina diventa un lusso e gli avvicendamenti vanno centellinati col contagocce. La “sporca dozzina” – così il tecnico ribattezza i suoi ragazzi – nonostante tutto lotta ad ogni gara, senza mollare mai la presa sulla linea di galleggiamento al di fuori della zona playout, nonostante sconfitte cocenti e altalenanti stati d’animo fra esaltazione e scoramento totale. Non molla neanche Zenga, che – ottimamente coadiuvato da Lorenzo Fiani, preparatore atletico, e Gabriele Pace, che si occupa dell’unico portiere Manzotti – cerca di far assimilare alla squadra, pur con i limiti che una situazione del genere racchiude, il suo modello di gioco. E la sporca dozzina lo segue: fase di non possesso perfetta e ficcanti verticalizzazioni con gli esterni protagonisti, perché il Real Teverina in versione ridotta non può contare neanche su una punta vera e propria. Alla fine, la coppia esterna Biancarini/Del Pomo totalizzerà ventuno reti.
“Avevo chiesto a Lorenzo Fiani un lavoro di prevenzione degli infortuni muscolari; mai avrei pensato che lo portasse a compimento in modo così straordinario. Il nostro obiettivo era essere undici sempre. Ci siamo riusciti.”
Nel girone di ritorno, il comunale di Lubriano diventa un fortino quasi inespugnabile: solo due sconfitte con Atletico Ladispoli e Felgas Fabrica e poi tanti punti salvezza. Alla fine, tutti gli scontri diretti volgeranno a favore del Real Teverina.
Infine l’apoteosi di Capranica “la partita simbolo della stagione. Senza Manzotti, Stella e Biancarini, tutti fuori per squalifica, la sconfitta era annunciata. E invece ne esce la partita più bella della stagione, con la squadra disposta in campo in maniera perfetta, col cuore in mano, che non vuole perdere.” Finisce, come all’andata, 1-1, con il Capranica, squadra di alta classifica, che diventa un po’ il simbolo della voglia di riscatto dei gialloneri. “Lì ho capito che ne era valsa la pena, che eravamo caduti in piedi e che, da lì in poi, la salvezza sarebbe stata un obiettivo facile da raggiungere.”
Per concludere, Broccatelli si diletta a ricordare qualche numero: “Nelle mie ventidue partite sulla panchina del Real, la squadra ha collezionato sette vittorie, sei pareggi e nove sconfitte, con 41 gol realizzati e 35 presi.
Il successo di una stagione – continua il tecnico – non è dato dalla posizione in classifica, ma dal raggiungimento dell’obiettivo assegnato dalla società e tutto il gruppo ha lavorato affinché, a dispetto della situazione disperata, questa salvezza si materializzasse. Per questo ringrazio tutti quelli che ci sono stati vicini. Nessun nome, per carità, sarebbe brutto se dimenticassi qualcuno. Tanto chi ha fatto sacrifici per scendere in campo tutte le domeniche lo sa.”
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