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Shadow

Gli americani strapazzano il basket made in Orvieto che vince, però, in accoglienza e … a tavola

Uno contro l’altro due mondi, due culture, due metodi di gioco così profondamente diversi ma, in fondo, così simili. Da una parte il basket nostrano dell’Orvieto Basket, in procinto di dare il via alla preparazione di pre-campionato in vista di un’altra stagione in DNC maschile, dall’altro quello americano dei “monarchs” della Old Dominion University di Norfolk, Virginia, in Italia per un tour sportivo-culturale. L’occasione, una simpatica amichevole giocata sul campo della scuola media “Luca Signorelli”, in notturna.

Gli statunitensi – in cinquanta tra atleti, tecnici e accompagnatori – si trovano in Italia per un periodo di studio e allenamento. Arrivati a Como, l’entourage Old Dominion si trova ora a Roma, da dove ripartirà per la Grecia. Nella mattinata di sabato scorso, in vista dell’amichevole con gli orvietani, tutta la carovana a stelle e strisce ha visitato Orvieto restando molto colpita dalle bellezze della città. Poi, in serata, ospiti dell’impeccabile organizzazione Orvieto Basket, tutti al campo di Piazza Marconi per una sfida che resterà nei ricordi cestistici della città.

Sotto la guida dell’head coach Blaine Taylor, e del team tecnico formato da Jim Corrigan, Robert Wilkes e John Richardson i colossi americani sono scesi in campo contro gli orvietani dei coach Andrea Brandoni e Leonardo Olivieri, non prima di aver intonato il proprio inno con tanto di mano sul cuore e sguardo fisso alla bandiera americana. Di contro, schierati e pure un filo emozionati, gli orvietani non si sono scomposti sulle note dell’Inno di Mameli, ma, fin dalla palla a due, s’è capito subito chiaramente che la partita non avrebbe parlato italiano.

Veloci, pressanti, non troppo precisi, ma con un gioco dal ritmo inviolabile, dopo qualche minuto di ambientazione, gli americani hanno preso velocemente il largo piazzando giocate da urlo e numeri d’altri campionati. Gli orvietani però non si sono lasciati intimorire e hanno retto lo sbarco USA con trincee degne di menzioni sui libri di storia, a ranghi certamente non pronti, con una squadra messa insieme quasi a ridosso del match ma con grinta e determinazione. Nonostante le triple di un Agliani in forma, e un buon gioco messo in campo da tutti i ragazzi della Rupe, il risultato è tutto per i giganti USA, 84-42 (15-19; 27-37; 33-64).

Doppi nei punti, doppi in classe, d’altezza, di fisico, di gioco, gli americani, sorretti da un tifo made in USA che con tanto di pon pon argentati mai ha lasciato soli i propri beniamini, hanno chiuso la trasferta orvietana sul campo con abbracci e foto di rito, strette di mano e autografi, e a tavola, in un noto ristorante orvietano, alle prese con la gastronomia locale. Sul campo e con la palla a spicchi in mano saranno pure imbattibili, ma c’è da scommetterci che a tavola, i giganti di oltre due metri dell’Old Dominion University si saranno inchinati all’arte, tutta italiana, di saper dar vita a piatti e pietanze dal sapore ineguagliabile.

Fotogallery

Orvieto Basket – Old Dominion University 42-84
(15-19)  (27-37)  (33-64)

tabellino in allestimento

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