A chi è non interista questa notizia sembrerà semplicemente il resoconto di una presentazione di un libro da parte di un autore. Ma per chi è interista si è trattato di una serata bellissima, intensa, ricca di fascino, carica di ricordi, perché se c’è una persona che sa mettere d’accordo tutti, interisti e non, è Giacinto Facchetti. A Orvieto, il figlio, Gianfelice, è venuto a presentare il suo nuovo lavoro “Se no che gente saremmo. Giocare, resistere e altre cose imparate da mio padre Giacinto” (Longanesi).
Grazie alla serata organizzata da un interista doc come Stefano Cimicchi, Gianfelice Facchetti ha portato a Orvieto, città tanto amata dal padre che qui aveva svolto il servizio militare e sempre qui aveva portato la moglie in viaggio di nozze, un pezzo di vita del grande Giacinto. Un Giacinto bandiera di una Inter che oggi non c’è più, un Giacinto forte, deciso, elegante, amato, indimenticato, padre, uomo, personaggio pubblico, malato. Un ricordo toccante, quello del figlio, che nelle pagine del suo lavoro ha fissato i tanti momenti belli e i tanti momenti brutti che lo hanno visto crescere accanto alla figura del padre.
Accanto a lui, con la precisa moderazione di una della bandiere del giornalismo sportivo italiano Mario Mariano, l’On Walter Verini, Carlo Castori per gli Inter Club Umbri, Padre Ettore Ricci dell’Ordine dei Mercedari. Una serata indimenticabile per chi crede nei valori veri, nello sport praticato per passione, nella figure storiche che hanno fatto grande l’Italia sportiva.
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