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2. OFFSIDE #24 – Basket, Calcio a 5 e le cose in comune!

Prima domanda: cosa c’entra Daniele Silvestri con Offside? Nulla, almeno per ora.
Seconda domanda: cosa c’entra Daniele Silvestri con basket e calcio a 5? Meno di niente, sempre per ora.
Terza e ultima domanda: cosa c’entra Daniele Silvestri che canta “Le cose in comune”, la canzone che prosegue “…sono 4850…”? Tutto, o quasi, se riferite ai due sport del titolo di cui sopra.
Andiamo con ordine.
Basket e calcio a 5 sono, senza dubbio, le discipline con il maggior numero di squadre impegnate nei vari campionati.
Si giocano negli unici due palazzetti del comprensorio, prima cosa in comune, anche se in Comuni diversi, Orvieto e Porano, e hanno molte, troppe analogie pur essendo due sport apparentemente diversi. L’unica, incontestabile, differenza è nel trattamento della palla.

Nel basket con le mani, nel calcio a 5, si capisce benissimo dal nome della disciplina, con i piedi.
E tutto il resto? Tutto il resto sono un insieme di “cose in comune”.
Si gioca sempre in 5. Chi comincia il match forma lo “starting five” o il quintetto base, in panchina vanno gli altri, massimo 12 giocatori a referto, che possono entrare e uscire senza nessuna limitazione.
L’unica eccezione, nel basket, avviene al raggiungimento del quinto fallo personale dopo di che il parquet, superficie sulla quale giocano anche i calciatori ma non al PalaPapini, si rifiuta di accogliere il cattivo di turno.
Durata del match, nel basket, 40’ effettivi in quattro quarti da 10’.
Una coppia di quarti compongono un tempo e, alla fine, sono due tempi da 20’ separati dall’intervallo lungo. L’intervallo lungo è quel momento nel quale, al PalaPorano, i bambini invadono pacificamente il rettangolo di gioco.
Nel calcio a 5 in Serie C due tempi da 30’ nel quale il cronometro non si ferma mai ma dalla Serie B in poi sono due tempi, effettivi, da 20’. Sì, esatto, come nel basket senza i quarti.

Gli arbitri sono due, da una parte e dall’altra, più gli addetti del tavolo.
Sfumature tecnico-tattiche.
Si marca a uomo e a zona, a seconda delle chiamate, esistono schemi offensivi e difensivi sulle rimesse, dal fondo o laterali, e sulle palle inattive tipiche però solo del calcio a 5.
Cambiare in corsa, parlare e riordinare le idee è un’opportunità in più del coach che, per farlo, può chiamare in qualsiasi momento il time out.

Al raggiungimento del quinto fallo subìto ogni infrazione successiva comporta il tiro libero nel calcio a 5 o i tiri liberi, dalla linea della carità, nel basket.
I due sport hanno anche un ruolo, in campo, in comune. Quale? Il pivot. Sottocanestro prende rimbalzi e qualche colpo proibito, restituendolo, mentre vicino all’area avversaria fa a sportellate, cerca il gol e apre spazi ai compagni.
Con tutte le cose che abbiamo in comune l’unione fra noi non sarebbe perfetta?
Silvestri chiude così.
Come sempre arriva la modifica.
Con tutte le cose che hanno in comune un palazzetto in comune, la ripetizione è d’obbligo, non sarebbe perfetto?

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11 Comments

  • Nicola

    L’esempio che fa tenerezza è stato fatto solo per riprendere il suo “e in più è uno sport olimpico!”, riferito al basket, come se esserlo fosse il lasciapassare per definire una disciplina sport quando ne esistono altre, il rugby appunto, che ha nobilissime e antichissime radici ma non lo è stato per un secolo.
    Il basket è uno sport, il calcio a 5 è uno sport, il rugby è uno sport etc. etc. quindi non la penso come Lei che può scrivere, in forma anonima o meno, a seconda delle Sue preferenze, tutto ciò che vuole su questo sito dove si fanno nauseanti “chiacchiere da bar”.
    Pensavo si fosse capito ma, a questo punto, ho dovuto ribadirlo.

    Il resto del commento, perchè questo botta e risposta personalmente non lo definisco polemica, lo trovo simpatico e spassoso, perfettamente in linea con i principi di questa rubrica dove Lei, se lo riterrà opportuno, sarà sempre il benvenuto!
    Secondo me ha preso tutto troppo sul serio, La prenda con filosofia e si faccia una risata…
    In bocca al lupo per le sue performance sotto canestro!

  • Marco Gobbino

    Caro “sportivo” (tra molte virgolette) siamo felici della tenerezza che le trasmettiamo, un po’ meno per il suo astio verso il futsal. Di giochini ce ne sono tanti, ma se lei seguisse non solo le partite ma gli allenamenti quasi quotidiani degli atleti del calcio a 5 magari porterebbe loro lo stesso rispetto che meritano quelli delle altre discipline. Qua nessuno vuole fare il giornalista, al limite cerchiamo di fare informazione su quanto accade sul mondo dello sport mettendoci anche le nostre opinioni (sempre se è ancora possibile esprimere pareri come lei stesso dice!) e la rubrica di Nicola si chiama offside proprio per mettere in fuori gioco tante credenze comuni e soprattutto per stemperare i toni a volte fin troppo seriosi degli altri articoli (anche quelli del sottoscritto che ritengo appunto seriosi non certo seri!).
    Lei in due commenti ha definito qualcuno “giornalisticulo finto erudito che fa prostituzione intellettuale” e “giochino” uno sport che non solo nel nostro paese sta sempre prendendo più piede. Il tutto protetto dall’anonimato. Francamente non so chi ha espresso più “risposte piccate fuori luogo” sempre per usare le sue parole.

    cordialmente il giornalisticulo finto erudito che prova a raccontare il giochino del pallone e che risponde ahilei piccato ai commenti, Marco Gobbino

  • sportivo

    So bene del rugby (issimo , issimo, issimo, issimo), ma rispondere 4 righe con un esempio che non calza minimamente fa tenerezza. Cioè paragoniamo il rugby al calcetto ora?! Suvvià se vuole fare il giornalista ci vogliono argomentazioni un minimo valide! Mi vuole far credere che poichè non c’è il rugby allora non ci dobbiamo stupire dell’assenza del calcetto?!
    Spostare l’attenzione su un altro argomento è prostituzione intellettuale (tipica dei giornalistucoli), ma di certo sta rispostina piccata fuori luogo finta erudita (mettendo 2 datine e due regolette) non me la bevo!
    Comunque basta polemiche io lo sport lo pratico, le chiacchere da bar che fate sempre qui mi danno la nausea.
    Io ho detto la mia (se è ancora possibile esprimere pareri), ribadisco che il calcetto è un giochino, il basket è uno sport. Scommeto che come me la pensano in tanti(ssimi).PUNTO.

  • Nicola

    Punti di vista Sig. sportivo!
    Lei non pensa che le discipline abbiano cose in comune, io credo che non esistano Sport o giochini, ma siano entrambi Sport e giochi allo stesso tempo.
    Ogni disciplina ha la sua storia, quella del calcetto, che tra l’altro come gioco non mi fa impazzire, non potrà mai essere paragonata al basket perchè è nato una trentina di anni fa.
    E’ il tempo che determina la storia di uno sport e, da questo punto di vista, il calcio a 5 è ancora molto giovane.
    Il basket è sport olimpico e il calcio a 5 no? E’ vero e anche giusto, al momento, ma Le ricordo che anche il rugby, sport antichissimo e nobilissimo, solo nel 2012, a Londra, praticamente dove è nato, farà la sua prima apparizione ai Giochi Olimpici, nella versione a 7 e non a 15 per motivi organizzativi, da quando sono nati i Giochi Olimpici moderni (Atene 1896).
    Alla prossima!

  • sportivo

    Basket e calcetto non hanno niente in comune..il primo è uno Sport, uno sport che ha radici antichissime e nobilissime,in più è uno sport Olimpico!..il secondo è un giochino…

  • nicola

    hai perfettamente ragione su quello che hai scritto sopra… se vuoi ho anche la praticità. Delle mie ragazze, quelle che hanno fatto basket, sono nettamente più avanti nel modo di stare in campo.

  • Daje e ridaje anche le cipolle diventano aglie!!!

    Già c’è una polisportiva che accomuna sotto la stessa associazione calcio a 5 e basket (a modo loro) e sono gli Arrapaho. E Nicola ne è pure giocatore!

  • Nicola

    Grazie per il commento ma soprattutto perchè chi, come te, allena, chi gioca e chi partecipa attivamente in altri modi alle partite fornisce sempre assist al sottoscritto per scrivere qualcosa.
    Sono da sempre convinto che ci sia un legame di regole e di principi tecnico-tattici in tanti sport anche, all’apparenza, distanti tra loro. Stavolta basket e calcio a 5 ma il moltiplicarsi degli schemi su palle inattive nel calcio sono figlie della pallacanestro, i blocchi in area non mi pare siano nati nel football, così come la regola del fuorigioco e quella della punizione se il vantaggio non si concretizza è stata “rubata” dal calcio al rugby.
    Nel calcio a 5, come ben sai, c’è l’espulsione a tempo, che si annulla in caso di gol, presente anche nell’hockey su ghiaccio (situazione di power play) e nella pallanuoto.
    Tennis e pallavolo condividono i set, nuoto e atletica le corsie e la denominazione delle gare in proporzione alle distanze (velocità, mezzofondo e fondo) mentre bocce e curling, esploso a Torino 2006, anche se non si può parlare di sport in senso stretto, hanno gli stessi concetti di gioco.
    Prendi tutto ciò come un’appendice a questo offside visto che mi ero concentrato solo due discipline.
    Da quello che scrivi anche io e te abbiamo una cosa in comune: il sogno del ritorno della polisportiva U.S.O. ovvero Unione Sportiva Orvietana.
    Ho sempre pensato di essere il solo, oggi scopro che siamo in due… meglio così.
    Rimarrà un sogno ma non importa, sognare e essere appassionati non costa nulla!
    Ciao

  • egisto

    Grande Nicola, hai evidenziato delle analogie che da alcuni anni stanno appassionando molti addetti ai lavori di entrambe le discipline che seguono soprattutto molteplici varianti tattiche applicabili forse a entrambi gli sport.Sarebbe bello un giorno poter avere ad Orvieto un nuovo impianto che accomuni la pratica agonistica del basket e del calcio a 5 e perche’ no sognare una societa’ che rinverdisca i fasti della vecchia polisportiva U.S.O., ma forse questa e’una chimera che solo gli sportivi sognatori possono ipotizzare!!! Comunque grazie per l’attenzione che dai allo sport orvietano(come fa la redazione di questa testata ) e a molti spunti di riflessione che proponi nei tuoi corsivi, con simpatia Egisto

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