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Il Giro lascia Orvieto e va a Fiuggi, le polemiche sul percorso vanno avanti

Mattina assolata, clima vivace con tutta la città coinvolta a partire dai più piccoli delle scuole elementari saliti sul palco, fino ad alcuni ignari turisti, soprattutto stranieri, venuti ad Orvieto per la classica gita e catapultati nella festa rosa. Tanti invece gli appassionati arrivati proprio per seguire l’evento. A bordo palco, prima che inizi la sfilata dei ciclisti per la firma – partenza, oltre alle foto e gli autografi, abbiamo anche raccolto qualche opinione illustre tra gli addetti ai lavori: in particolare abbiamo intervistato il direttore del Giro d’Italia Angelo Zomegnan e il presidente del comitato regionale umbro della federazione ciclistica italiana Carlo Roscini.

Già nella serata di mercoledì Zomegnan aveva commentato a caldo le polemiche sulla sicurezza, incentrate soprattutto sui tratti sterrati in questo modo: “Ma quanti di quelli che stanno alzando la voce, sono venuti a fare sopralluoghi sul tracciato che era noto da tempo? A volte vedo poca professionalità, quanti sono partiti con ruote a profilo basso con copertoni più larghi e gonfiati a 6 atmosfere anziché a 9?”.

Ebbene all’indomani, prima dell’avvio della sesta tappa, in piazza Duomo, Zomegnan si è mostrato ancora piuttosto arrabbiato, soprattutto con la stampa spagnola. Noi di Orvietosport abbiamo raccolto la seguente intervista al direttore della corsa:

“Faccio il giornalista da 25 anni e se permettete so riconoscere quando una polemica è reale e quando invece è speciosa, ebbene questa è una polemica speciosa fatta da un giornalismo di serie B di marca spagnola, ripreso da un giornalismo di serie B italiano. Sono molto arrabbiato, non posso accettare lo sciacallaggio a mezzo stampa”. Alle domande di un collega spagnolo, chiamato direttamente in causa, il direttore ha risposto stizzito: “Il Giro lo disegniamo noi e i corridori lo corrono, non lo disegna El Mundo Deportivo!”

Di tutt’altro tenore invece le parole del presidente regionale umbro della federciclismo Carlo Roscini, entusiasta della due giorni orvietana:

“Sento che ci sono ancora in giro polemiche sulla tappa di mercoledì, ma il percorso si conosceva da tempo, potevano provarlo e se non gli piaceva non iscriversi alla corsa, peraltro l’incidente più pericoloso (la caduta di Slagter) è avvenuto in un tratto di strada asfaltata. Io credo che sia stata una tappa spettacolare, voglio ringraziare gli organizzatori, la RCS per la meticolosità con cui si prende cura di ogni dettaglio e l’Amministrazione comunale di Orvieto per l’impegno e il lavoro svolto. Un grazie lo devo dire al Team Eurobici di Orvieto che è sempre molto attivo nella nostra regione anche a livello giovanile. Anche questa mattina vediamo tanta gente coinvolta, le scuole, gli appassionati. Chi pensa che il ciclismo sia in crisi provi a fare due passi in questa piazza, la realtà è che chi non conosce questo sport pensa lo stesso di giudicarlo, ma in realtà non lo capisce. Ovvio che l’evoluzione dei tempi ha portato a qualche problema, ma il ciclismo è forte e saprà superare ogni ostacolo”. Roscini ci anticipa che l’Umbria dovrebbe essere toccata dalla carovana rosa anche il prossimo anno: “Nel 2012 dovrebbe toccare ad Assisi ospitare il Giro, sarà infatti un anno dedicato ai siti Unesco”. Infine chiediamo al presidente come abbia vissuto gli ultimi emozionanti chilometri della tappa che ha portato i corridori in cima alla rupe: “Abbiamo tifato tutti per l’olandese, questo Pieter Weening è andato veramente forte, è stato intelligente ad attaccare al punto giusto e ha meritato la vittoria, poi nel ciclismo si applaudono tutti dal primo che arriva al’ultimo che taglia il traguardo”.

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