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La Leopard-Trek si ritira “Grazie, ma non ce la facciamo”

Il comunicato del team: “Ringraziamo tutti quelli che hanno voluto esprimere il loro cordoglio per Wouter Weylandt”. Il capitano Fabian Wegmann aggiunge: “Abbiamo grande rispetto per il Giro e la sua storia, ma non ce la facciamo proprio a correre in queste circostanze”

LIVORNO, 10 maggio 2011 – Troppo grande il dolore per andare avanti. La Leopard-Trek ha deciso di ritirarsi dal Giro d’Italia dopo la morte di Wouter Weylandt, avvenuta lunedì lungo la discesa del Passo del Bocco, in Liguria. Il team lussemburghese aveva preso il via nella Genova-Livorno, frazione neutralizzata e totalmente dedicata alla memoria del corridore belga.

il saluto — “Ringraziamo le squadre, gli organizzatori e tutti i tifosi sulle strade che hanno voluto esprimere il loro cordoglio per la morte di Wouter Weylandt”, fa sapere Bryan Nygaard, g.m. della squadra. Il capitano Fabian Wegmann aggiunge: “Abbiamo grande rispetto per il Giro e la sua storia, ma non ce la facciamo proprio a correre in queste circostanze. Sappiamo di essere atleti professionisti ma crediamo che questa sia la cosa giusta da fare”. Domani il corpo dello sfortunato corridore dovrebbe far ritorno a Gand, accompagnato dalla moglie An Sophie e dai genitori Nele ed Eric.

solidarieta’ di un bimbo — Gorazd Stangelj, Astana, è uno dei 206 corridori che hanno concluso la quarta tappa del Giro d’Italia. Passando tra due ali di folla sul lungomare, vede un bambino con un cartello e la scritta: “Wouter sempre nei nostri cuori”. Allora prova ad allungargli una borraccia ma il bimbo è distratto e non l’afferra. Un passo indietro Peter Stetina, Team Sky, che vede la scena e rimedia, regalando un bel sorriso al piccolo tifoso.

Podio triste. Ap
Podio triste. Ap

TRAGEDIA — E’ una delle tante sequenze significative della giornata più dura che il Giro abbia vissuto negli ultimi anni. Wouter Weylandt è morto da 24 ore, la famiglia sta espletando tutte le formalità necessarie al rimpatrio della salma in Belgio. E il gruppo pedala. Unito, in silenzio. “E’ stato terribile – dice Alessandro Petacchi -. Sapevo cosa mi aspettava, ma vivere questa giornata è molto brutto. Mentalmente è il giorno più pesante del Giro. Non c’è Gavia o Zoncolan che tenga, questo giorno resterà nelle gambe e nella testa fino a Milano. E’ una tragedia. E pensare che quella discesa l’abbiamo fatta in duecento, poteva succedere a chiunque di noi, purtroppo è toccato a Wouter…”.

IL CALORE DELLA GENTE — Pochi minuti dopo aver tagliato il traguardo in linea, affiancati da Tyler Farrar che di Weylandt era il migliore amico oltre che compagno di allenamenti a Gand, gli uomini della Leopard-Trek sono saliti sul podio insieme ai quattro uomini che indossano le maglie delle classifiche individuali. Brian Nygaard e Luca Guercilena restano accanto a loro in ogni momento. “È inutile parlare, si è visto quant’è forte la passione del ciclismo e il supporto della gente”, ha detto il general manager. Un concetto ripreso da altri: da Carlos Sastre (Geox-TMC) “Dobbiamo ringraziare il pubblico del Giro per il rispetto dimostrato lungo tutto il percorso”, a Francesco Chicchi (QuickStep) “Grazie a tutti quelli che hanno applaudito dalla partenza all’arrivo”, a Robbie Hunter (RadioShack) “I tifosi italiani sono stati assolutamente straordinari accompagnandoci in questo giorno tristissimo”.

VUOTO — Tra i pochi a parlare tra i corridori del team lussemburghese Davide Viganò, unico italiano in squadra: “Ci ha lasciati un ragazzo di 26 anni, sono cose che non dovrebbero succedere. Purtroppo è capitato a noi, ma non dovrebbe capitare a nessuno. Wouter lascia un vuoto, un grande vuoto nel cuore di tutti noi”. E anche in quello di Stangelj, Stetina e degli altri 204 colleghi d’avventura rosa.

da gazzetta.itThey may not believe it is possible their child could be looking at porn on the computer phone tracker in his bedroom

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