Gentilissimi lettori,
oggi analizziamo un aspetto molto importante per quanto riguarda il nostro stato di salute:
l’equilibrio acido-basico.
Fin da quando nasciamo, l’organismo tenta di adeguarsi il più possibile alla situazioni esterne (per esempio aumenta la traspirazione in estate), ma tende anche a conservare tutti i suoi equlibri interni, anche a dispetto delle influenze esterne (per esempio riduce il colesterolo prodotto dal fegato quando ne assume troppo con i cibi).
Questa tendenza verso un continuo equilibrio dinamico viene definita Omeostasi.
Tra una gamma molto ampia di valori corporei da mantenere sotto controllo affinché il nostro organismo sia in equilibrio, per esempio la glicemia, il colesterolo la temperatura corporea ecc, ve ne sono alcuni di primaria importanza, poco considerati e meno conosciuti.
Uno tra questi è il Ph.
Ogni singolo sistema, apparato, organo o tessuto corporei mostra uno specifico valore di Ph.
Uno degli equilibri meno conosciuti è quello del Ph ma per l’organismo tale parametro è tra i più importanti e vitali.
Con il termine Ph si intende una unità di misura in grado di valutare il grado di acidità o alcalinità di un elemento (potenziale di liberazione idrogeno).
Esiste una scala di misurazione che va da 0 a 14, lo zero indica il massimo grado di acidità , mentre il 14 indica la massima alcalinità ottenibile.
A ph 7 cioè esattamente a metà, si identifica una soluzione che viene definita neutra, come per esempio molte acque minerali.
Il concetto di acido è piuttosto comune in quanto tutti noi conosciamo il sapore e gli effetti dell’aceto, non solo nell’alimentazione ma anche nella pulizia della casa.
Le soluzioni acide, infatti, sono più o meno corrosive e quindi anno un’azione sgrassante disincrostante.
All’interno dello stomaco i nostri succhi gastrici raggiungono valori molto bassi, vicini all’uno nella scala del ph.
Sono quindi estremamente aggressivi e servono a sciogliere i cibi ingeriti, in particolare a scomporre le proteine. Meno conosciute sono invece le sostanze basiche o alcaline, aventi valori di ph superiori a 7.
A valori elevati anch’esse sono aggressive; la soda caustica per esempio è un prodotto utilizzato nella detersione grazie alla sua aggressività.
Se mettiamo insieme in pari quantità due sostanze una acida e una alcalina cosa succede? Tenderanno a neutralizzarsi secondo una media matematica.
Il ph nell’organismo non è mai un valore costante, si modifica sia a secondo le esigenze specifiche del momento, come ad esempio nella digestione quando occorre l’azione dei succhi gastrici (molto acidi per consentire la digestione) sia secondo ritmi giornalieri legati al metabolismo generale. Un altro fattore fondamentale che concorre alle variazioni del ph è l’alimentazione.
Se mangiamo costantemente grandi quantità di cibi acidificanti, il nostro organismo nel tempo tenderà ad acidificarsi con conseguenze importanti sulla salute e sul benessere. Ogni cellula del nostro organismo per funzionare correttamente deve avere sostanze nutritive adeguate ed un ambiente ottimale.
Se mettiamo una persona sana in una stanza chiusa, non areata, piena di fumo e molto calda dopo solo qualche ora le sue facoltà, i suoi riflessi, la sua capacità di concentrazione saranno diminuiti.
In diversi casi poi tale persona potrebbe manifestare anche cefalea bruciore agli occhi, sensazione di sfinimento.
Lo stesso avviene per ogni nostra cellula. Il nostro ambiente interno è stato paragonato ad un minestrone dove in mezzo a tanta acqua galleggiano verdure e legumi che rappresentano le nostre cellule. Se l’ambiente in cui vivono le cellule è troppo acido (le possibilità che sia troppo alcalino sono rarissime) il loro funzionamento viene rallentato e ostacolato dando il via nel tempo a fastidi e disturbi, fino ad arrivare in alcuni casi anche a patologie vere e proprie.
Abbiamo visto quanto sia importante il ph nel mantenimento del benessere.
In questo articolo affronteremo i seguenti argomenti:
· come viene definita l’iperacidosi
· come controllarla da soli
· come interpretarla da soli
Tutti noi abbiamo fatto, almeno una volta, le analisi delle urine, infatti sono il mezzo più comodo per valutare il grado di acidificazione dei nostri tessuti extracellulari.
Le urine non sono altro che gli scarti di sostanze metabolizzate e inutili o dannose per l’organismo e riflettono, a grandi linee, lo stato di acidosi dei tessuti da cui provengono.
Si definisce una persona in IPERACIDOSI quando le sue urine hanno un ph inferiore a 5,5.
L’iperacidosi tissutale e diffusissima a causa di varie situazioni tra le quali la principale è l’alimentazione, soprattutto nei paesi in cui esiste un relativo benessere.
Mangiao male e questo si riflette anche sul ph tissutale.
Possiamo verificarlo in maniera piuttosto semplice, in quanto la misurazione del ph delle urine è alla portata di tutti.
Basta disporre di una cartina al tornasole, facilmente reperibile nelle farmacie.
Un piccolo contenitore, va benissimo anche un bicchierino di plastica.
Raccogliamo nel bicchierino la seconda urina del mattino ma prima di fare colazione, e immergiamoci per un attimo la cartina al tornasole.
Confrontiamo subito la cartina che si sta colorando con la scala cromatica che accompagna le cartine stesse.
Questa operazione eseguirla anche prima di pranzo e prima di cena per una settimana annotando i valori riscontrati su un foglio.
Durante il giorno il ph delle urine dovrebbe tendere a salire, in quanto l’organismo comincia ad accumulare nei tessuti le sostanze acide che si formano.
A fine giornata e poi a fine settimana fate la media e troverete il valore del ph delle vostre urine.
Se il ph risulta essere superiore a 6.0 potete con la sola alimentazione “alcalinizzante” portarlo ad un valore di 6,5 ideale valore di alcalinizzazione, mentre se il valore è inferiore a 6 si può consigliare, oltre all’alimentazione, di utilizzare dei prodotti a base di citrati/bicarbonato/carbonati. Lo sia fa sciogliendo un cucchiaino di tali minerali in polvere in un bicchiere di acqua la sera prima di coricarsi per circa 1 mese.
Dopo tale periodo ricontrollare il valore del ph delle urine utilizzando lo stesso metodo.
Per concludere faccio un elenco di alimenti alcalinizzanti che potete inserire nella vostra alimentazione:
· le patate
· la verdura cruda o cotta escluso i pomodori, acetosa, scalogno, cipolla e porri
· il mais
· le banane
· le mandorle
· le castagne
· la frutta secca: datteri, uva (salvo quelli acidi al gusto: albicocche, mele, prugne)
· le acqua minerali alcaline
· le bevande alla purea di mandorle
· le olive nere conservate in olio (no verdi)
· l’avocado
· l’olio spremuto a freddo
· lo zucchero integrale
· infusi di tiglio, verbena , tiglio
· il latte di mucca non trattato o pastorizzato
Seguendo le mie indicazione avrete sicuramente un ph urinario alcalino.
I miei più cordiali saluti dandovi appuntamento al prossimo numero
Vi aspetto su orvietosport.it
Sono a Vostra disposizione.
A presto.
Grazie di cuore.
V.A.
Naturopata Evisio Caciolla
Complimenti!
Bellissima e pratica spiegazione!
Anche informativa per quanto riguarda gli alimenti alcalinizzanti!
E…se completassimo l'”opera”… bevendo acqua alcalina?
Cosa ne pensate?
Franco Pellegrinelli
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