A due giornate dal giro di boa del girone di andata, l’Orvietana prova a mettere un punto e andare a capo. In una conferenza indetta dalla società per fare chiarezza sugli arrivi e partenze che ormai da settimane costituiscono il lite motiv del campionato dei locali, Roberto Biagioli e Fabrizio Mortolini, presidente e direttore generale del club biancorosso hanno provato a delineare il particolare momento del team. Le molte partenze fin qui registrate, i tanti infortuni, i nuovi arrivi in rosa, le occasioni più o meno ghiotte lasciate sul campo, ma anche le preoccupazioni economiche sul futuro della società sono stati i temi al centro dell’incontro con la stampa sportiva a cui hanno partecipato anche il presidente Alessandro Paci e uno dei consiglieri del gruppo dirigente, Riccardo Cristofari.
Tanti gli addii più o meno fisiologici registrati in questa prima parte del campionato. Se ne sono andati il portiere Marco Lavorini, Alessio Gentili, Franscesco Bastia, Paolo Arcioni, Marco Mariotti e Benito Amendola, quest’ultimo a dire il vero non per scelta tecnica ma per motivi strettamente personali. La componente infortuni, “quest’anno particolarmente importante, – ha dichiarato Mortolini, – non ha dato modo di provare sul campo pezzi importanti sui quali si era ragionato ad inizio stagione”. E’ il caso di Marco Tommasoni, due gare e mezzo all’attivo, un ginocchio mal messo e poco altro da dire se non che la società lo ha svincolato ma ne curerà il recupero accollandosi tutti i costi relativi.
Campionato in forse per Nuccioni, Cochi e Vita, e un bollettino sanitario sempre più farcito di episodi al limite dell’ inverosimile, stile “Scherzi a parte” – ha spiegato ironicamente il DG Mortolini. La gran botta rimediata da Schicchi allo zigomo, il dente rotto di Rispoli, l’ematoma alla coscia per Ciani e il mignolo fratturato di Gamma sono le ultime news dall’infermeria biancorossa. Difficile fare un pronostico per la partita contro il ben messo Monterotondo. Probabilmente Fratini dovrà affidarsi ai nuovi acquisti.
In settimana sono infatti stati ufficializzati gli ingaggi di Andrea Ciani, centrocampista che torna in biancorosso, – aveva infatti disputato lo scorso campionato qui ad Orvieto, – di Davide Rovella, ’86, ex Cecina, di Alessandro Di Maio, dal Melfi, ‘87, e Manuel Falanga, tutti disponibili da subito. Sul piatto della bilancia anche la posizione del tecnico Fabrizio Fratini al quale la società rinnova la propria fiducia. La situazione tecnica vede quindi una squadra assai diversa da quella pensata ad inizio stagione. I tanti intoppi lungo il cammino, un calendario non proprio amichevole, e non ultima una preoccupante crisi economica che non ha permesso al team grossi margini di manovra hanno modificato in corso d’opera i piani della dirigenza. Se a questo si aggiunge la “fuga” di sostenitori in seno alla società, la scarsa attenzione delle istituzioni fin qui dimostrata, le aspettative di una tifoseria che sempre meno capisce e percepisce i reali problemi di gestione, il quadro è presto fatto. A delineare la situazione, con parole crude e accorate, è stato il presidente Biagioli che non ha mancato di puntare il dito verso la città di Orvieto, rea a suo dire, di non prestare la dovuta attenzione allo sport locale. La funzione sociale dello sport in genere dovrebbe attirare verso le società che vi lavorano e vi operano, “spesso per passione e non certo per guadagno”, – le parole di Biagioli, – il favore degli investitori locali. Purtoppo però questo, ad Orvieto, non avviene. Le società vengono così lasciate sole ad affrontare le pesanti questioni di bilancio e le pressanti richieste del pubblico.
Sempre più frequenti quindi arrivano notizie di team che rinunciano, che svincolano giocatori per permettere loro di trovare nuove squadre in cui continuare a giocare serenamente, team che, in definitiva, debbono ridimensionare sogni di gloria non più perseguibili. L’Orvietana Calcio va invece avanti, verso la festa per i cento anni, verso l’organizzazione del Top 11, manifestazione regina del calcio dilettantistico italiano, verso obiettivi meno importanti ma pur sempre di prestigio. E va avanti con la consapevolezza di poter far meglio e di più, con i limiti posti dalla innata refrattarietà del territorio orvietano e con i limiti delle proprie casse societarie.
Il resto del campionato sarà quindi un continuare a cercare la propria identità, senza pretese da serie superiori ma con un occhio al territorio, valorizzando i giovani talenti del posto, attraverso i campionati giovanili, e la prima squadra. Di più, per ora, e in queste condizioni, non si può fare.
AUGURU A TUTTA LA REDAZIONE, A TUTTI VOI ORVIETANI E A TUTTO LO STAFF DELL’ORVIETANA. SIETE PERSONE FANTASTICHE. ANCORA TANTI, TANTISSIMI AUGURI.
Caro Marco, se Lei ieri fosse stato presente alla conferenza stampa dell’Orvietana Calcio si sarebbe reso contro come tutto il discorso del presidente fosse proprio contro persone come lei di cui Orvieto purtroppo è piena e anche la sua amata Libertas, peraltro portata più volte come esempio proprio da Biagioli sabato, ne ha sofferto. Gente che rema contro, che non si rende conto come questa società ogni settimana va a prendere a casa con spese proprie quasi 300 ragazzini del settore giovanile fornendo un’attività sociale straordinaria. Per come funziona il calcio, se la prima squadra non va, si ferma anche tutto il resto e Biagioli ha confermato proprio questo, che è solo per il sociale che si stanno facendo sforzi per tenere a certi livelli l’Orvietana. Proprio in questi giorni ben 6 società di serie D hanno di fatto chiuso i battenti, continueranno la stagione con la juniores, nessuna però di questo girone dove anzi le prime 6 della classifica hanno speso 5 o 6 volte tanto di quanto ha speso l’Orvietana, dove tanti giocatori sono arrivati e subito ripartiti anche perché hanno trovato chi dava loro più soldi, i bilanci dell’Orvietana sono quindi sani e se lo sono è proprio perché le spese sono state molto contenute rispetto alla media. Curioso che chi viene allo stadio contesta ai presidenti di spendere poco e chi invece non vive dal dentro la situazione pensi il contrario! L’Orvietana gioca da mesi con Nulli, cresciuto nel settore giovanile, Nuccioni, di Orvieto ora infortunato, Ingrosso, ormai orvietano d’adozione e hanno avuto presenze in D molti orvietani anche negli anni scorsi. COsa che non capita a tutte le squadre, se poi si guardano i risultati dei settori giovanili penso che tutto si possa dire dell’Orvietana meno che non puntino sui giovani (basta leggersi le medie di età delle liste ogni domenica e confrontare quelle dell’Orvietana con quelle degli avversari). A Orvieto sono 4 anni che si disputa il Top 11 , che mezza Italia vuole e quest’anno si era mosso l’intero consiglio della FIGC per portarlo a L’Aquila, l’Orvietana è riuscita a tenerselo, questo vuole dire prestigio per la città, centinaia di persone che verranno a Orvieto, dirette Tv ecc. Quindi la richiesta di essere trattati meglio da tutti è più che legittima e lo confema anche il livore del suo commento.
Che scoperta che hanno fatto! c’era bisogno di finire i soldi per capire che bisogna puntare sui giovani del posto? in passato hanno fatto una politica scellerata prendendo i giocatori da fuori per fare il campionato Juniores e ora vanno a piangere dicendo che le istituzioni o gli altri imprenditori dovrebbe reo dare una mano alla squadra di calcio locale. Gli imprenditori locali dovrebbero investire su realtà vincenti e che fanno politiche giuste e attente ai bilanci, vedi Coar, Atletica Libertas, l’Azzurra che hanno raggiunto la serie A, non un modesto campionato di serie D spendendo cifre da capogiro, basterrebbe che la società ci comunicasse il suo bilancio per far si che nessuno darebbe una mano a questa società…