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La Castellana, un mito che deve superare le sue divisioni

L’Associazione La Castellana e Orvieto Corse hanno “diviso” La Castellana continuando pur sempre a rendere la corsa attraente e speciale. Da più parti, dopo due stagioni da “separati” in casa, si auspica una risoluzione della diatriba che possa mettere d’accordo le esigenze e le aspettative di entrambe le competizioni. Su questo spinoso argomento si è espresso il giornalista Roberto Pace, una delle figure storiche della Corsa orvietana. Roberto propone, a nostro avviso, una analisi interessante e un parere condivisibile che ci piace proporre ai nostri lettori.

Il percorso della Castellana, sul quale, negli ultimi quarant`anni, parecchi fra noi, si è sentiti ed hanno provato, almeno una volta, ad essere pilota, ha il merito di evidenziare, oltre le attitudini corsaiole, le eccellenti qualità di coloro che s’impegnano sul piano organizzativo. Doti, che raggiungono addirittura la lode, quando c`è di mezzo una concorrenza leale che diventa competizione.

Le due gare del 2009, per auto storiche e moderne, prodotte e gestite, rispettivamente, dall`associazione della Castellana e dalla Scuderia Orvieto Corse, sono in tal senso indicative, meglio di qualsiasi esempio.
L`avvenuto raddoppio del soggetto organizzatore a cavallo tra fine 2007 ed inizio 2008, è da se un fatto clamoroso, con pochi riscontri in campo nazionale, almeno per realtà della dimensione di Orvieto. Maturato in una situazione particolare, va riassunto per dar modo a chi legge, di farsi un`idea sull`indirizzo piu’ idoneo per impostare e possibilmente migliorare la Castellana che verra`.

E` vero, infatti, che gli addetti ai lavori conoscono in ogni dettaglio le motivazioni per “due castellane”, ma è anche un fatto accertato che tutti gli appassionati meno coinvolti si chiedono ancora i motivi dello sdoppiamento.
A beneficio di questi, proviamo una ricostruzione neutra, quindi al disopra delle parti, tentata da un inguaribile innamorato della Castellana e dell`automobilismo sportivo da oltre quaranta anni.

Tutto ha inizio all`indomani dell`edizione 2007, povera di partecipanti e di quel tipo di macchine da corsa che poi danno lustro allo spettacolo ed arricchiscono la manifestazione. Un mezzo insuccesso, abbastanza frustrante, che fa vacillare alcune certezze fra i membri dell`organizzazione.
Smaltita la delusione, si pensa di battere la strada verso la titolarità` tricolore per l`auspicabile rilancio. Gli impedimenti che interpongono non sono pochi e, comunque, vengono ma gli impedimenti che s’interpongono sono tanti e comunque ritenuti insormontabili.
Di pari passo, si percorre strada l`idea di abbandonare le auto moderne e puntare sulle storiche. Le perplessità` non mancano. Primo, fra tutte, il vincolo che impedisce anche la partecipazione delle auto moderne imposto dal regolamento delle storiche. A fugare gli ultimi dubbi ecco l`opportunità`, offerta dalle storiche, di fregiare la cronoscalata, per la prima volta nella storia, della validità per il campionato italiano. Nel contesto, incidono le assicurazioni di coloro abituati a frequentare il mondo delle cronoscalate, secondo i quali il parco auto delle storiche è degno a mantenere alto l`interesse e la partecipazione del pubblico.

La decisione finale del consiglio, è, in ogni caso, sofferta. Non passa all`unanimità`, ma a maggioranza. La piu’ dubbiosa e per nulla convinta è la componente piloti . La scelta, indubbiamente, delude le aspettative di quei giovani che avevano sempre sperato nella “Castellana” per coronare il sogno del cimento con una macchina da competizione, sulla strada di casa.
Silvano Laschino, che è fra i maggiori oppositori, diventa subito il punto di riferimento per le aspettative degli scontenti. In tempi molto rapidi, insieme a qualche amico, decide di mettere in piedi una struttura alternativa all`associazione, con i requisiti validi a proporsi soggetto organizzatore.
Le posizioni, sempre piu’ divergenti ed un rispetto, piu’ che altro formale, concorrono al fallimento di qualche timido tentativo di mediazione per evitare la spaccatura totale

Nasce, cosi l`Orvieto Corse di cui si nota, da subito, un atteggiamento meno convenzionale rispetto a quello piu’ ortodosso dell`associazione, ed un’andatura da rallista consumato sugli sterrati zeppi d’insidie e di pastoie burocratiche.
La legittimazione della scuderia ha un effetto spinta decisivo per la credibilità` degli intenti di Silvano Laschino, eletto nel frattempo presidente, e dei suoi collaboratori. Chi aveva assimilato l`iniziativa al passaggio di una rapida meteora, è costretto a ricredersi.
Iscritta dall`Orvieto Corse, la Castellana “moderna” è iscritta nel calendario ufficiale del 2008.

Ad Orvieto, per la prima volta, si correrà due volte sullo stesso percorso: un`anomalia particolarmente apprezzata dai viziati del motore, ma anche uno sforzo economico ed organizzativo che devono far riflettere.
Ma la caparbietà` di Paolo Roselli con il presidente Luciano Carboni da una parte e la pervicacia di Laschino e del suo gruppo sul fronte opposto, riescono ad andare oltre ogni ragionevole avversità.
Accompagnata da qualche segnale di disgelo ancora impercettibile, la prima volta della Castellana “doppia” va in scena nell`arco di pochi giorni. Le manifestazioni vanno abbastanza bene, non tanto, pero’, da essere definite “di grande successo”.

Si arriva al 2009, con le due strutture, sempre divise, entrambe alla ricerca di nuove strategie vincenti.

Le prime cronoscalate stagionali delle “storiche” autorizzano a sperare, per la gara orvietana, in un numero di partenti di tutto rispetto. L`Associazione, i cui modi si sono molto affinati, punta molto anche sull`accoglienza. La serata pre-gara, organizzata nello stupendo scenario di un agriturismo ai margini del percorso, riceve unanimi consensi. Specie da parte dei piloti, che non risparmiano apprezzamenti molto gratificanti all`operato degli organizzatori. I quali, pero’, non sono gratificati dai contenuti della corsa, che risulta penalizzata sia per la poca qualità delle macchine , sia dal contenuto numero di partecipanti.

Piu’ appaganti, si rivelano, invece, i riscontri per l`Orvieto Corse, in occasione della salita per auto moderne. Il sottile e proficuo lavoro “politico” del presidente Laschino, ben introdotto nell`ambiente, da` i frutti sperati. La gara , adottata da Aci Sport, anche per una logistica sul percorso molto puntuale, ricorda molto una prova generale per il campionato italiano. 96 partenti, una quindicina di macchine che sprigionano il profumo delle corse vere e l`aumento esponenziale di giovani piloti locali, ne decretano il pieno successo.

C`è tanto materiale per alcune considerazioni e propositi.

La bellezza del percorso (e si sapeva) e quella della citta` continuano ad essere un punto di forza che, in ogni caso, da solo non basta. Fanno bene alla corsa e ne aiutano la promozione in ogni contesto, ma se si vuole che la Castellana continui a crescere serve qualcosa in piu’.

Le titolazioni minori, per una manifestazione che ha superato i 40 anni di storia, vanno strette alla corsa orvietana. Il lavoro e le esperienze maturate sul campo, hanno prodotto un grosso bagaglio di conoscenze, formando e fornendo risorse umane che sono poi le stesse che ungono e fanno girare la ruota. Parole, queste ultime, volutamente “antiche” per confermare che serve altro. Alle sinergie, gia` in campo, vanno aggiunte delle altre, magari pubbliche. Solo in questo modo, l`azione “grimaldello”, che apre le porte piu2 segrete, risulterà piu’efficace.
Piuttosto che proseguire sul doppio binario, si deve procedere ad una coraggiosa scelta di campo: perdurando la penuria di “storiche” interessanti, anche la terza uscita potrebbe essere un fallimento.
L`associazione della Castellana, uno dei tanti gioielli che fanno splendere Orvieto, alla luce degli ultimi avvenimenti, fara` cosa giusta rivedendo i progetti. Ha al suo interno, personaggi che possiedono le competenze, la passione e le capacita`per dare luogo ad avvenimenti motoristici, e/o comunque collegati alle corse, che vanno oltre la gara di uno o due giorni.

Punti di forza e di sostanza, quelli citati, ed ideali punto di giunzione con l’Orvieto Corse, che possiede altre eccellenze, piu’ adeguate ad altri compiti.
Prima di avventurarsi in voli pindarici, pero’, è auspicabile un gesto d`umiltà da ambo le parti. Più precisamente, un passo indietro rispetto a convinzioni personali e diffidenze, senza il quale non si andra` da nessuna parte.
Fatto questo, si potranno allargare gli orizzonti, mettendo in cantiere idee realizzabili, fonti di ossigeno salutare per mettere in scena una Castellana tricolore o, magari, europea.

La presenza, nell`ambito o comunque vicino all`associazione della Castellana ed all`Orvieto Corse di soggetti di qualità, con una preparazione che molti ci invidiano, puo’ essere uno dei punti di partenza per mettere in cantiere una grande corsa.
Per assegnare un nome alle cose Paolo Roselli e Silvano Laschino con i loro staff, Massimo Vezzosi per la rilevante personalità` , trovate le condizioni per fare squadra, non temono confronti.
Metterli attorno ad un tavolo, magari con l`assessore Antonio Barberani che, da vero appassionato ed ex pilota, conosce le problematiche sotto tutti gli aspetti, potrebbe essere la prima mossa.

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