Non soltanto calcio a 5, il Sugano è in prima linea quando si parla di iniziative sociali. Si è svolto nella mattinata di giovedì 6 Luglio un torneo all’insegna dello sport e del divertimento presso il carcere di Orvieto . I ragazzi di mister Simone Pagnotta e Fabio Barbaglia hanno affrontato 3 compagini di detenuti in un torneo a quattro squadre. Proprio il Sugano calcio a 5 è stato battuto in finale dalla squadra dei detenuti in maglia gialla per 4-3. Bellissimo il terzo tempo, dove i carcerati hanno distribuito pizza agli atleti dell’ASD Sugano C5.
Si ringrazia la Direttrice del Carcere per aver permesso l’iniziativa, l’intero staff dell’ufficio educativo per l’impegno e l’accoglienza mostrata per questo evento, oltre alla FIGC Umbria ed il Comitato Regionale Umbria nella persona del presidente Dott. Luigi Repace ed il Consigliere Regionale Salvatore Avola presente in sua vece, il presidente del Sugano calcio a 5 Luigi Celentano, il DS Emiliano Chioma promotore dell’iniziativa e tutti quelli che hanno contribuito a questa giornata di sport. Infine un grande ringraziamento va ad ognuno dei detenuti, che con spirito sportivo e desiderio di comunione si sono distinti durante l’evento. Grazie veramenre a tutti! Il Sugano C5…c’è!
Riportiamo un commento a caldo:
“ “Domani vado in carcere…”
Detto così, fa caso, per chi non è abituato a calcare certi luoghi. Ed infatti fin dai primi passi è stato come tornare quel ragazzino adolescente timido, timoroso e spaesato che ero. Nell immaginario avevo le scene dei film … E una volta varcata la porta blindata ero in uno di quei film. Poi il tutto ha avuto uno sblocco alla vista dei primi detenuti che sono venuti a salutarci con cortesia ed educazione, non proprio come fanno vedere in TV … Il calcetto, la partita poi hanno solo fatto da cornice sportiva a un contesto molto più ampio… Il parlare con loro mi ha aperto un mondo e smontato quelle scene mentali dei film. Li ci sono persone normali che hanno sbagliato nella vita, hanno preso consapevolezza degli errori e stanno scontando con pazienza le loro pene. Dico ciò constatando il modo trasparente in cui parlano degli errori fatti e del tempo di reclusione che manca a tornare liberi. Ho scoperto personalmente il piacere di parlare con loro e capire le loro storie, il modo in cui vivono e passano le giornate. Ho notato il loro desiderio di parlare con gente nuova. Ho trovato commozione e brividi quando parlano dei familiari che fuori li attendono … In particolare di una figlia che ha chiesto al padre detenuto se sarà con lui per i suoi 18 anni. Per un’attimo poi sono tornato spaesato in una scena da film, quando da una cella si sente un detenuto in isolamento chiamare e cercare qualcuno al di fuori … inaspettato per me, normale lì.
Ritorno sull’aspetto temporale, un aspetto che mi ha colpito tantissimo e su cui ho riflettuto molto… Ossia la percezione diversa del tempo che abbiamo tutti noi al di fuori e loro chiusi in carcere… Con uno di loro parlando mi ha detto di essere ormai prossimo ad uscire, ho pensato dentro me a qualche mese… , poi lui ha esclamato “esco tra poco, mi mancano 3 anni”
3 anni… Per me sono un infinità… Non ho la minima idea di cosa sarò tra 3 anni.
Concludo con l’aspetto umano, con la sorpresa fattaci nel preparare teglie di pizza per noi… Il terzo tempo tanto richiesto da tutte le federazioni, ma che poco si avvicina alle richieste reali. In carcere ho vissuto il terzo tempo come valore vero e non per la pizza, ma per il contesto creato. Non ho parlato minimamente delle partite svolte, dell’aspetto sportivo perché su ciò poco c’è da dire… Ciò viene in secondo piano essendo stato il pretesto a realizzare una giornata così particolare.
Sarà una giornata che ricorderò a lungo e che avrò il privilegio di poter raccontare. (Simone Pagnotta)
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