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Allenatore ternano aggredito da un genitore, Panzetta dell’Orvietana Calcio: «Massimo deve essere il rispetto dei ruoli»

Anche a Orvieto c’è rabbia e preoccupazione per quanto accaduto a Francesco Latini, allenatore trentaduenne di Narni, tecnico di una squadra giovanile della Nuova Accademia di Terni, aggredito nel giorno di Pasqua, da un genitore, durante un torneo che si stava svolgendo a Gabicce, in Romagna.

«E’ un fatto gravissimo – commenta Matteo Panzetta, dirigente del settore giovanile dell’Orvietana Calcio – un episodio di una gravità inaudita che non può far parte dello sport, a maggior ragione nel settore giovanile. In Orvietana, nelle tante squadre che abbiamo a partire dai 6 anni, non è mai successo un episodio del genere ma in generale la società lavora molto su questo fronte. Il rapporto con i genitori – spiega Panzetta – fa inevitabilmente parte del lavoro della Scuola Calcio poiché specie per i più piccoli, l’età critica è 6-13 anni, questi sono più presenti mentre crescendo il ragazzo diventa maggiormente autonomo e anche il genitore è spesso meno presente. Tutto però si basa sul rispetto dei ruoli, il calciatore è calciatore, il dirigente è dirigente, il tecnico è il tecnico e il genitore è genitore. In Orvietana lavoriamo molto sull’aspetto umano prima che su quello sportivo – spiega il dirigente – la nostra missione principale è formare i ragazzi alla vita, alla società, allo stare insieme in una comunità, con educazione, rispetto, poi viene il calcio, la tecnica, vengono gli insegnamenti e le partite».

Il settore giovanile dell’Orvietana Calcio, e in particolare la Scuola Calcio, è il fiore all’occhiello della società biancorossa neo promossa con la prima squadra in serie D, molti i tornei organizzati e molti quelli a cui le varie squadre giovanili partecipano con risultati ottimi ma soprattutto con ottima reputazione.

«E’ un aspetto per l’Orvietana imprescindibile il rispetto dei ruoli, il rispetto dell’avversario, il rispetto delle regole – afferma Panzetta – i nostri corsi non sono solo semplice Scuola Calcio, ma un cammino che porta il ragazzo-calciatore a crescere in un ambiente sano e stimolante. Nei corsi offriamo anche formazione con lo psicologo e il tutto fa parte della Scuola. I genitori sanno che tutti i ragazzi devono giocare, non ci sono problemi e se mai ce ne fossero, tutte le nostre porte sono aperte per parlarne, per ascoltare, per confrontarci. Ciò che è successo a Gabicce è grave, gravissimo e massima è la vicinanza al tecnico e alla società. Allenare i ragazzi è difficile in ogni sport – conclude – ma prima di tutto occorre lavorare tutti insieme, ragazzi, tecnici, genitori e società, per crescere in modo sano e rispettoso, il gioco viene solo dopo, molto dopo».

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