E, all’avvicinarsi delle feste natalizie, ci ritroviamo, come ogni anno, a fare il punto sulla fine dei gironi di andata dei vari campionati agonistici a cui partecipano le squadre giovanili dell’Orvietana Calcio: Giovanissimi, Allievi e Juniores. E lo facciamo con colui che è il deus ex machina di tutto il movimento dei ragazzi biancorossi, Massimo Porcari, un tempo responsabile unico del settore giovanile, oggi supervisore con pieni poteri.
Lo scorso mese di giugno, a consuntivo della stagione appena conclusa, ci preannunciò l’ormai famoso passo indietro e il conferimento di deleghe a Riccardo Pellegrino e Roberto Bellini, rispettivamente per il settore agonistico e per la scuola calcio.
Ed è da qui che ripartiamo.
Massimo, come se la sono cavata sul campo questi tuoi collaboratori?
La delega ha funzionato benissimo a livello sportivo; ha funzionato meno a livello organizzativo, ma mi rendo conto che non è facile imparare a mettere a punto la macchina e che ciò richiede dei tempi di adattamento più lunghi. Riccardo Pellegrino ha fatto un ottimo lavoro, soprattutto sugli Allievi e sulla Juniores. Ha trovato dei giocatori importanti e questo sarà funzionale anche per la prossima stagione. L’Orvietana è società lungimirante e a gennaio comincerà a programmare l’anno prossimo e a cominciare a osservare i giocatori per capire chi potrà essere utilizzato anche per la prima squadra.
Bene, andiamo adesso a vedere nel particolare.
Partiamo dalla squadra degli Allievi, che è un po’ il fiore all’occhiello del settore giovanile, per l’importanza della categoria in cui militano, che è quella più alta a livello regionale, e per il fatto che in questo momento siamo primi in classifica.
Ci avresti scommesso su questo primato ad agosto quando tutto è cominciato?
No, non me lo aspettavo. Dopo quattro anni in cui abbiamo militato in A2, non mi aspettavo di avere una squadra capace di reggere l’alta classifica in A1. E di questo c’è da dare atto a Pellegrino che l’ha creata. Il Mister (Enrico Broccatelli ndr) sta facendo un ottimo lavoro, ma con i giocatori che la società gli ha messo a disposizione.
E la Juniores?
Anche qui abbiamo una rosa molto importante; la maggior parte dei giocatori gravitano nell’orbita della prima squadra. Mi aspetto che facciano un campionato di livello per arrivare almeno ai play off, perché ci sono dei giocatori classe 2001 che, in prospettiva, sono ritenuti validi e perché l’obiettivo della società è avere in A1 tutte e due le squadre (Juniores e Allievi ndr). Il Mister si sta comportando molto bene, anche se all’inizio la partenza è stata un po’ altalenante, ma Ciccone è riuscito a rimettere tutti in carreggiata. Dalla prima squadra, poi, sono arrivati sei giocatori a partita che giocano tre un tempo e tre un altro tempo e questo è chiaro che aiuta a raggiungere i risultati.
I Giovanissimi, infine, sono stati un po’ la delusione dello scorso anno, culminata nella retrocessione nel Campionato Provinciale.
Ho visto tutte le loro partite e sono molto soddisfatto. A livello tecnico è una buona squadra; sono contento che sia stata fatta la scelta di giocare con quasi tutti i ragazzi classe 2005, perché ci sarà una crescita sportiva che il prossimo anno tornerà utile. Mauro Bellini (l’allenatore ndr) sta facendo un grosso lavoro, sia sulla mente che sul corpo dei ragazzi.
Veniamo ora ai più piccolini della scuola calcio.
Beh, del responsabile Roberto Bellini abbiamo parlato tanto e bene in questi anni che è con noi. Non solo è riuscito a mantenere i numeri del passato, ma li ha anche incrementati.
E, fin qui, tutto bene. C’è invece qualcosa che non ti soddisfa e che miglioreresti?
A volte si crea confusione rispetto ai ruoli; coloro che hanno responsabilità devono fare i responsabili e chi ha un altro ruolo deve fare il ruolo assegnato. E effettivamente la confusione un pochino regna, ma io questo lo imputo un po’ all’inesperienza e sono sicuro che con il passare del tempo si risolverà.
E la macchina organizzativa?
Devo ringraziare tutte quelle persone che prestano il loro tempo per far sì che il sodalizio funzioni. La segreteria, con Enrico Maggi, Simone Massino, Luciano Fringuello, tutti gli autisti dei pulmini che cominciano il servizio alle 13 e staccano all’ora di cena. E soprattutto, il Presidente Roberto Biagioli, senza il quale tutto questo non esisterebbe. A questo proposito, ci tengo a sottolineare che bisogna stare con i piedi per terra. Questa è una società che non può fare tanti voli pindarici e, se non capiamo questo, rischiamo di fare errori madornali.
Spiegati meglio.
Noi siamo stati “in purgatorio” tanti anni e questo io e Roberto (Biagioli ndr) lo sappiamo bene. I passi in avanti vanno fatti con intelligenza e con programmazione. Dobbiamo valorizzare i nostri giovani. Quando eravamo in serie D, c’era il vizio di andare a prendere i giocatori sotto quota da fuori. Ora basta, i giocatori ce li abbiamo in casa e con questi abbiamo fatto quattro anni di Promozione e ci stiamo facendo il secondo anno di Eccellenza. E’ necessario che continuiamo su questa strada. Anche quest’anno, ad inizio stagione, è stato fatto un programma sui giovani e, finché ci sarò io, i giovani devono essere i nostri. E questo è un percorso che sta avendo successo e che spero non abbia termine. Qualcuno già pensa ad una promozione dell’Orvietana in serie D o in serie C. Non è così; l’Orvietana deve solo valorizzare i propri giovani, perché questo è il volere della società e perché, finché ci sono i giovani, l’Orvietana non morirà mai. Penso a Mosconi, a Gulino, a Cotigni,a Perquoti, a Sganappa. Sono tutti giocatori nostri che hanno completato un percorso di crescita e che sono stabilmente in prima squadra. E i meriti sono di tutti. Di quelli che ci sono adesso e di quelli che c’erano prima. Lo scorso anno, con Riccardo Fatone e Matteo Porcari abbiamo centrato l’obiettivo del ritorno in Eccellenza, con un grande lavoro sui giovani e per questo vanno ringraziati ancora oggi.
Per finire e come ogni anno, andiamo a riepilogare gli obiettivi della società.
I Giovanissimi sono primi nel Campionato Provinciale, devono vincerlo e ritornare nell’A2 Regionale. Anche gli Allievi potrebbero vincere il campionato, perché a questo punto comincio a crederci, ma, visto che è una competizione difficile, anche finire in zona di alta classifica sarebbe comunque soddisfacente. Per la Juniores, l’obiettivo è ritornare in A1, con promozione diretta o con vittoria dei play off poco importa. Al di là di queste considerazioni agonistiche, in ogni caso, ciò che conta è il miglioramento dei ragazzi, nell’ottica del loro ingresso nella rosa della prima squadra.
Buonasera.
Intervengo quale allenatore dei giovanissimi della scorsa stagione e quale unico responsabile della retrocessione della squadra.
Per qualcuno sarà stata un delusione, per me è stato un grande orgoglio lottare fino all’ultimo con tutti i limiti che conoscevamo da l’inizio.
Per tutto questo ci tengo a ringraziare i ragazzi del 2003 che insieme a me hanno esercitato il massimo sforzo per arrivare all’obiettivo, purtroppo mancato.
Ma, diversamente, la loro crescita sportiva e comportamentale è stata esponenziale, obiettivo primario in un settore giovanile.
Ringrazio Massimo Porcari per non essere caduto in provocazione.
Inoltre ringrazio la società e lo stesso Massimo per avermi dato l’opportunita di allenare per due anni con risultati soddisfacenti.
Il calcio è di chi lo ama e di chi lo vive con passione e disinteresse.
In bocca al lupo a tutti per la stagione in corso.
Buonasera.
Intervengo quale allenatore dei giovanissimi della scorsa stagione e quale unico responsabile della retrocessione della squadra.
Per qualcuno sarà stata un delusione, per me è stato un grande orgoglio lottare fino all’ultimo con tutti i limiti che conoscevamo da l’inizio.
Per tutto questo ci tengo a ringraziare i ragazzi del 2003 che insieme a me hanno esercitato il massimo sforzo per arrivare all’obiettivo, purtroppo mancato.
Ma, diversamente, la loro crescita sportiva e comportamentale è stata esponenziale, obiettivo primario in un settore giovanile.
Ringrazio Massimo Porcari per non essere caduto in provocazione.
Inoltre ringrazio la società e lo stesso Massimo per avermi dato l’opportunita di allenare per due anni con risultati soddisfacenti.
Il calcio è di chi lo ama e di chi lo vive con passione e disinteresse.