A scrivere è un genitore dei piccoli amici dell’Orvietana Calcio
Se fossimo in un noto programma televisivo, tutto inizierebbe con……
“ Questa e’ la storia di un piccolo grande team di calcio di una piccola e graziosa città umbra chiamata Orvieto”. E’ la storia dei Piccoli amici dell’ Orvietana 2008 che, con sudore e fatica, al di là delle più rosee aspettative, ha raggiunto traguardi epici che resteranno nella memoria di tutti gli amanti di questo meraviglioso sport. Non si tratta solo di rincorrere un pallone e fare metri di campo per cercare di beffare il portiere avversario; il gioco del calcio, quello vero e soprattutto a quest’età, insegna a chi lo pratica ( e non solo!) che la disciplina, il rispetto degli altri, lo spirito di abnegazione sono i valori cardine che noi genitori auspichiamo guidino sempre i nostri figli, duramente provati dalle disastrose lusinghe di una società imperniata sull’apparenza, sull’individualismo, sulla legge del più forte. Qui, il più forte si e’ mostrato essere il sentimento di coesione, la voglia di farcela e di superare i propri limiti per rendere merito ai numerosi sacrifici che gli stessi ragazzi e i loro genitori compiono quotidianamente per dare voce a questa passione. E’ un amore incondizionato che, in cambio, ti dona un senso di appartenenza speciale, quello di far parte di un tutto, di non essere soli, di contribuire con la propria presenza al successo di un’intera squadra. Guidata dall’impareggiabile Mister Burla e coadiuvata dall’esperienza di Mister Amendola, l’Orvietana ha inseguito un sogno e lo ha coronato: in breve tempo, si e’ aggiudicata la vittoria del torneo Frustalupi di Orvieto al quale sono seguiti ben 7 tornei, di cui con piazzamento al primo posto e 2 terminati con la conquista della medaglia di argento. Non e’ stato semplice, per i nostri piccoli eroi, compiere un’impresa tanto spettacolare quanto emozionante e nemmeno per le famiglie tenere a bada l’adrenalina che in questi momenti ti pervade perché, diciamocelo: si tratta di un gioco, e’ vero, uno dei più belli al mondo e bisogna restare con i piedi per terra, senza che la voglia di protagonismo degli adulti prenda il sopravvento; lo scopo ultimo non risiede puramente nella vittoria di una coppa di metallo da esporre ma piuttosto nel percorso di crescita che aiuta i nostri piccoli a diventare GRANDI in tutte le accezioni possibili del termine. Assistiamo ad un miracolo che ci coinvolge da vicino, gioiamo con loro e soffriamo, inevitabilmente, nel vederli in difficoltà perché vorremmo proteggerli dal “dolore” e dalla frustrazione della sconfitta. Ed e’ questo che li prepara a volare in alto e li rende più forti perché a oltre, nonostante tutto l’impegno del mondo, il destino ci chiede di accettare con umiltà e sportività anche un risultato all’apparenza ingiusto.
Adesso no, e’ il momento di festeggiare perché stavolta tutti i sacrifici sono stati degnamente ripagati e la città può acclamare con fierezza i suoi campioni: oggi sul campo, domani nella vita.”
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