Ci ha lasciato Aldo Manieri. Il professore, l’imprenditore, il Cavaliere della Repubblica, il torinista fedele e competente, l’amico. Se n’è andato in silenzio, contravvenendo, per una volta, a una delle sue prerogative, quella di essere protagonista sui temi a lui più cari, parte integrante della sua vita.
Aldo era stato, da sempre, un fermo sostenitore delle proprie idee, infischiandosi di andare contro corrente, forte di principi sani, a volte estroversi.
Fa piacere ricordarlo alla guida di auto a marchio “AUTOBIANCHI” o PEUGEOT, sempre datate, ma da lui giudicate le migliori e più consone alle sue esigenze. Altrettanto gradevole citarne qualche azione, nella veste d’imprenditore o di uomo della Scuola, che lo portarono, anno dopo anno, ad essere considerato il fulcro della meccanizzazione agricola o la persona della quale un Dirigente scolastico non poteva privarsi . Già, nei primi anni ’70, la Manieri Macchine, con sede a Fontanelle di Bardano, preveniva il futuro, per l’organizzazione e la capacità di rispondere alle esigenze di un mondo agricolo in piena evoluzione. Al vertice, c’erano lui e le sue idee, in un bel mixer fra tradizione e rinnovamento. Altrettanto significativo il contributo ,fornito da Aldo alla crescita dell’Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato, come alla costituzione e allo sviluppo del Professionale per l’Agricoltura.
Il titolo, giustissimo, di Cavaliere del Lavoro, non fu certo una casualità, ma il coronamento di una bella storia per l’ex ragazzo proveniente da Morrano. Che ancora adesso, finché sorretto dalle forze, lavorava a un altro progetto, questa volta oltre i confini nazionali. Non ce l’ha fatta, ma, nel frattempo,è stato bravo, ancora una volta, nel ricomporre l’unità della famiglia.
Ciao Aldo e mi raccomando, divertiti a costruire alberi e ingranaggi con i tuoi torni le tue fresatrici. La domenica, però, si fa festa. Bisogna tifare per il Toro.
Alla famiglia Manieri giungano le condoglianze delle redazioni di Orvieto24 e OrvietoSport.
Commenti
Powered by Facebook Comments