A come Abbracci. E, alla fine, è stato tutto un grande, immenso abbraccio. Quello delle ragazze sul campo, quello dello staff ai margini, quello dei tifosi sugli spalti. E poi ancora abbracci, sotto la doccia, durante la cena e i festeggiamenti che sono seguiti.
2 come due occhi lucidi. E se ne sono visti veramente tanti, sui volti delle atlete, che non hanno nemmeno lontanamente tentato di nascondere le lacrime di felicità e di commozione, sui visi dei tifosi, che a bordo campo aspettavano il “cinque” delle loro beniamine.
E gioia, tanta gioia incontenibile, perché ieri, a Orvieto, è stata scritta una bellissima pagina della storia sportiva locale.
La Pallavolo AZ Zambelli, con un turno di anticipo, ha vinto il campionato di B1ed è stata promossa in A2, espungnando l’ostico campo del Palaevangelisti di Perugia e conquistando un posto nel cuore di chi l’ha seguita durante la cavalcata vincente durata una intera stagione.
Stagione, per la verità, segnata da tanti alti, ma anche da qualche basso, che ha fatto registrare sconfitte – poche ma dolorose – che noi, dalle pagine del nostro giornale, non abbiamo mancato di sottolineare.
Il team di Matteo “Bibo” Solforati – che ricordiamo essere al suo quarto campionato vinto – ha dovuto affrontare diverse difficoltà, problemi fisici, infortuni più o meno gravi. Ma quando gli ingranaggi vengono oliati sapientemente da atlete dotate di grande professionalità ed elevati tassi tecnici, da uno staff preparato e consapevole delle proprie potenzialità, da dirigenti lungimiranti e preparati, i successi possono venire posticipati nel tempo, ma di certo non possono mancare.
La gara di ieri contro la TUUM Perugia non è mai stata messa in discussione e le tigri gialloverdi hanno dominato l’intera partita, portando a casa, punto dopo punto, questa storica vittoria.
Il momento più toccante si è registrato nel terzo set, al primo match ball per le orvietane, quando Bibo Solforati che, per scelta tecnica, aveva tenuto in panchina Serena Ubertini, ha fatto entrare in campo il capitano, perché vivesse direttamente dal terreno di gioco questa strepitosa vittoria. E non poteva essere diversamente: lei che è una colonna portante della squadra da ormai tre stagioni, lei che è stata una delle principali artefici di questo campionato. No, non poteva essere semplice spettatrice dell’ultima palla a terra.
Poi è stata solo una grande festa.
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