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I quattro pilastri della alimentazione sportiva

Variazione dei cibi, apporto di sostanza nutrienti ed energetiche, rispetto delle proporzioni tra carboidrati, proteine e grassi e regolarità nel ritmo dei pasti: queste sono le quattro regole.Migliorare la nutrizione di chi fa sport ed, in generale, promuovere una migliore coscienza alimentare.

Questo l’obiettivo della campagna educazionale “il mese dell’intestino sano”, sostenuta da Yakult con il patrocinio di Adi (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica): l’iniziativa, che farà tappa in varie città, vuole sensibilizzare sulla necessità di tenere in salute l’intestino, vero e proprio centro di benessere per l’organismo.

Tra le varie idee presentate, si darà spazio alle quattro regole d’oro per l’alimentazione degli sportivi: variazione dei cibi, apporto di sostanza nutrienti ed energetiche, rispetto delle proporzioni tra carboidrati, proteine e grassi e regolarità nel ritmo dei pasti.

Sull’argomento, spiega Michelangelo Giampietro, specialista in Medicina dello Sport e in Scienza dell’Alimentazione, docente presso il Coni di Roma e alle università di Modena-Reggio Emilia e alla Sapienza di Roma:” Nell’alimentazione dello sportivo non esistono alimenti “magici” o diete particolari che possano migliorare la prestazione atletica.

Nella prescrizione di una proposta nutrizionale per coloro che si dedicano alla pratica sportiva, a prescindere dal livello tecnico-atletico individuale, si deve tenere conto delle abitudini alimentari preesistenti, valutare le esigenze nutrizionali quantitative (apporto energetico) e qualitative (composizione della razione alimentare in macro e micronutrienti), nonché informarsi sui contenuti tecnici e sugli orari del programma d’allenamento, e sulla programmazione degli impegni agonistici.

Per il periodo dell’allenamento lontano dagli eventi agonistici, è invece consigliabile una dieta prudente molto simile all’alimentazione consigliata anche per la popolazione generale. L’unica caratteristica distintiva dell’alimentazione di un atleta impegnato in continui e gravosi programmi di allenamento è rappresentata da un aumentato fabbisogno di energia direttamente correlato all’effettivo aumentato dispendio energetico, laddove questo si verifichi. I nostri bisogni di energia e quindi di cibo dipendono principalmente dal livello di attività fisica che pratichiamo, per motivi di lavoro o per piacere o per fini salutistici.”

In generale, quindi, due sono i punti focali del discorso. In primis, il modello progettato dagli studiosi riprende le regole della dieta mediterranea (o di qualunque altra dieta bilanciata) perché ricca di alimenti in grado di garantire un buono stato di salute generale e un’efficiente funzionalità intestinale.

Secondo, in caso d’interruzione o di riduzione dell’attività, bisogna diminuire proporzionalmente la quantità di cibo. In questa situazione, possono essere anche alcuni prodotti alimentari in grado di concorrere ad un adeguato apporto di quei principi nutritivi, pre e probiotici, capaci di favorire una migliore funzionalità intestinale e di contribuire alla prevenzione dei più comuni disturbi dell’apparato gastro-enterico.

Quindi, i soggetti “deboli”, come atleti novizi nei periodi di carico di lavoro più intenso, devono rafforzare le proprie difese immunitarie in maniera particolare; a tali individui l’uso di pre/pro biotici può risultare particolarmente vantaggioso.

 da:

 

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