Li incontro insieme, alla vigilia dello scontro casalingo contro l’Amerina, e dopo un inizio di campionato al di sotto delle aspettative di tutti, loro due compresi. Una vittoria, una sconfitta, un pareggio: questo il bilancio delle prime tre giornate. Nel tirare le somme, mi accorgo di una curiosa coincidenza che ricorre: il numero 5. Cinque goal subìti, cinque realizzati, cinque punti di distanza dalla vetta della classifica. Numeri che, buttati là così, non entusiasmano nessuno e infatti, mentre li snocciolo, vedo qualche bocca che si storce. Propongo allora, al solo scopo di sdrammatizzare, il linguaggio dei numeri e il significato di quel cinque che, nell’Induismo, è il numero di Shiva, simbolo della padronanza dei cinque elementi: acqua, aria, terra, fuoco e etere, dove quest’ultimo rappresenta la sostanza misteriosa.
Facciamo il punto su queste prime giornate di campionato?
Matteo: “Dal punto di vista del gioco, sono soddisfatto. Nel calcio, tuttavia, contano i punti e conta chi vince; la classifica non è appagante, ma, quando c’è il gioco, i risultati prima o poi arrivano.”
Riccardo: “Sono insoddisfatto. Avremmo dovuto avere più punti, però una partenza così me l’aspettavo.”
Analizziamo la difesa. Avrebbe dovuto essere un blocco granitico e invece ha incassato cinque goal in tre partite, di cui tre in una sola gara. C’è qualcosa da mettere ancora a punto?
Matteo: “Come tutte le squadre nuove, anche l’Orvietana deve essere collaudata. Sicuramente, queste defaillance difensive non sono una caratteristica dei team allenati dal Mister, che hanno sempre avuto difese arcigne. E’ solo questione di tempo.”
Riccardo: “Incassiamo troppi goal. Ancora non difendiamo da squadra e concediamo troppo, ma anche questo me lo aspettavo. Le cose facili non mi sono mai piaciute e la vita facile non ce l’ho mai avuta. Provare a vincere il campionato a Orvieto è bellissimo. E’ un’impresa e le imprese sono tali solo se si soffre.”
Cinque, comunque, sono anche le reti realizzate. Pensi che il potenziale offensivo si stia già esprimendo al meglio, oppure il ritardo di condizione di Serafini può aver condizionato un po’ tutto il reparto avanzato?
Matteo: “Davanti abbiamo preso giocatori importanti. E’ pur vero comunque che Serafini è in ritardo di condizione, per cui penso che anche in attacco ci saranno margini di miglioramento.”
Riccardo: “In tre gare, abbiamo avuto quindici palle goal, ma solo cinque realizzate. La percentuale è bassa; dobbiamo migliorare, anche perché queste mancanze nella realizzazione sono anche concausa dei goal subiti dalla difesa.”
Ci sono già due squadre, Todi e Cannara, a punteggio pieno e la vetta che dista cinque punti. Considerato l’obiettivo stagionale, più volte dichiarato, di vincere il campionato, questo gap ti mette qualche apprensione?
Matteo: “Parlare adesso di gap in classifica, mi pare prematuro. Domenica dopo domenica andremo avanti e poi tireremo le somme.”
Riccardo: “Apprensione no, semmai è uno stimolo a fare meglio. La distanza da colmare costituisce senz’altro uno sprone per me e per i ragazzi a migliorarci sempre.”
Cinque, cinque, cinque, ripetuto per tre volte – le reti incassate, quelle segnate, la distanza dalle prime in classifica – che fa quindici, come le occasioni da goal che il tecnico biancorosso conferma di avere avuto.
Il numero cinque, nella simbologia esoterica, è la vita universale, l’individualità umana, la volontà, l’intelligenza, l’ispirazione e la genialità. Il cinque simboleggia anche l’evoluzione verticale, il movimento progressivo e ascendente.
Lo dico a loro, ci scherziamo un po’ su: “tutte caratteristiche del Mister”, commenta il diesse. Le bocche storte si rilassano in espressioni meno tese e più divertite. Fatone è un tecnico e non è avvezzo a mischiare la razionalità della tattica con le visioni alchemiche, ma il mondo del calcio è fatto anche di riti e scaramanzia. Nessuno crede all’esoterismo e alle simbologie, ma ai buoni auspici sì.
L’intervista viene pubblicata dopo qualche giorno da quando è stata fatta e le circostanze sono un tantino cambiate da allora. Nel turno appena trascorso, l’Orvietana – vincente anche se non molto convincente, ma l’importante era non prendere goal e portare a casa tre punti – ha avuto ragione per due reti a zero sull’Amerina. Gli equilibri sono diversi e il numero 5 non ricorre più. I buoni auspici, però, si sono rivelati propiziatori.
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