Di grande attualità rispetto alla cronache sportive internazionali la Campagna di formazione/informazione sul tema del doping e dell’inquinamento farmacologico e per la tutela della salute nelle attività sportive.
Si tratta del progetto nazionale denominato POSITIVO ALLA SALUTE finanziato dal Ministero della Salute / Commissione per la vigilanza ed il controllo sul doping che, questa mattina, presso la sede comunale è stato presentato alla stampa da: Cristina Croce Vicesindaco e Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Orvieto, Federica Bartolini Presidente Uisp Comitato di Orvieto, Elvira Busà Dirigente Istituto Istruzione Superiore Scientifico e Tecnico Orvieto, Marco Cristofori Responsabile unità operativa di sorveglianza e promozione della salute Ausl Umbria 2.
Orvieto, infatti, è la città umbra che aderisce all’iniziativa a cui partecipano 8 regioni: Campania, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto.
Il progetto POSITIVO ALLA SALUTE viene realizzato tra giugno 2015 e dicembre 2016 con il coinvolgimento di circa 600 ragazzi, i loro genitori ed insegnanti ed ha lo scopo di migliorare, attraverso una campagna di comunicazione ideata dai giovani per i giovani (peer education), le conoscenze degli adolescenti sulla tutela della salute in generale e in particolare nelle attività motorie e sportive, specialmente sui danni derivanti dall’inquinamento farmacologico e dal doping.
E’ un’azione mirata alla promozione della salute e degli stili di vita sani e al rafforzamento delle life skills dei giovani, che si colloca nelle politiche del Piano nazionale di prevenzione, valorizzando al tempo stesso il valore sociale ed etico dello sport.
Sulle base delle esperienze già realizzate a partire dal 2004 nel campo della lotta al doping e rivolte alla popolazione giovanile, al fine di agire sulla consapevolezza degli adolescenti determinando in essi un cambiamento degli atteggiamenti che diventi loro patrimonio culturale, con questo progetto la UISP ha voluto dare centralità e protagonismo ai giovani, rendendoli soggetti attivi nella scelta dei temi, degli strumenti e dei linguaggi.
La peer education: “dai giovani per i giovani” coinvolge direttamente gli studenti nell’ideazione e nella realizzazione delle campagne di sensibilizzazione contro il doping e l’inquinamento farmacologico basate su codici comunicativi più idonei ai loro coetanei. Negli anni tale modalità ha dato vita a laboratori sperimentali e partecipati dove ragazze e ragazzi, supportati dagli insegnanti, dagli operatori UISP e da esperti appositamente coinvolti, hanno realizzato prodotti informativi e comunicativi ricchi di spunti interessanti per video, vignette, giornali, manifesti, striscioni, canzoni, spot, performances teatrali.
Tale modello di intervento è stato scientificamente validato nel progetto “La UISP e i giovani”, dal prof. Maurizio Marano (Facoltà di Economia, Università di Bologna) e dal prof. Giulio Moini ( Facoltà di Sociologia, Università di Roma) e successivamente nella campagna Primaedoping dal prof. Fabio Lucidi (Facoltà di medicina e psicologia – Università di Roma “La Sapienza”) e in quella Sport pulito/Inviati sul campo dalla prof.ssa Caterina Pesce (Università di Roma “Foro Italico”). Questi ultimi interventi, pur mantenendo la centralità del fenomeno doping, hanno allargato il campo sul tema dell’inquinamento farmacologico e dell’uso e abuso di integratori, per poter influire positivamente anche in termini più generali sulle concezioni dei giovani riguardo al loro benessere psicofisico e quindi sulle loro scelte in merito agli stili di vita.
Le iniziative sono rivolte ad una delle fasce di età più delicate: l’adolescenza, fase evolutiva di trasformazione dell’identità personale, in cui il bisogno di autonomia e di indipendenza si accompagna a forti bisogni di sostegno affettivo e relazionale. In questo quadro è fondamentale il dialogo tra le diverse agenzie educative direttamente interessate a partire dalla scuola che amplia le opportunità educative territoriali con cui rapportarsi. I ragazzi, soprattutto, assumono diversi ruoli e responsabilità, lavorando prevalentemente in gruppo con l’obiettivo di ideare e gestire in autonomia l’organizzazione di una campagna sul tema della tutela della salute e di prevenzione del doping, ideando direttamente gli strumenti, i materiali e gli eventi comunicativi.
La sperimentazione prevede l’ideazione di un nuovo strumento comunicativo: la radio in podcast, dove i ragazzi possono caricare le loro interviste e le loro osservazioni, trasformandosi così in una redazione radiofonica “on demand”. Per garantire la riproducibilità e la diffusione della metodologia, vengono misurati e valutati sia l’impatto della campagna sui ragazzi, sia i risultati raggiunti e la loro coerenza con gli obiettivi iniziali.
Gli obiettivi sono: informare ampie fasce di giovani sulle problematiche e sui pericoli legati al doping e all’inquinamento farmacologico; influenzare positivamente i giovani sui temi della salute, del benessere psico-fisico e, di conseguenza, sui loro stili di vita; ideare e realizzare una campagna di promozione e prevenzione nel campo della salute, estendendo la partecipazione al progetto anche agli adulti di riferimento; acquisire materiali documentali efficaci di carattere innovativo che possano avere più impatto tra i giovani; costruire e validare una serie di strumenti di misura per la verifica dei risultati intermedi.
La campagna allarga il campo di analisi, oltre al fenomeno doping, ad alcuni temi come l’uso e l’abuso di integratori ed additivi farmacologici, e presta attenzione alle distorsioni culturali rispetto allo sport giovanile (agonismo esasperato, selezione precoce ed escludente, modelli orientati al risultato e alla vittoria, sovraccarico di aspettative da parte degli adulti) che non solo provocano il fenomeno del drop out sportivo da parte dei ragazzi, con una fuga nella sedentarietà totale, ma possono essere individuate come presupposti alla cultura degli additivi farmacologici e successivamente del doping.
Fino agli inizi di gennaio 2016 si svolge la fase del coinvolgimento diretto delle scuole e degli insegnanti, che hanno un ruolo rilevante nello sviluppo della campagna, mentre i Comitati Uisp presentano il progetto ai Comuni e alle Regioni.
L’avvio vero e proprio delle attività territoriali è programmato nel mese di gennaio con incontri preliminari con i giovani e insegnanti e l’organizzazione di un seminario formativo iniziale destinato ai responsabili locali e agli educatori UISP che interverranno nelle scuole.
L’avvio dell’attività dei laboratori si protrarrà fino a maggio con incontri con esperti: medici, sociologi, psicologi, preparatori sportivi, esperti in comunicazione, esperti nelle TLC per informare i ragazzi sui principali aspetti del fenomeno oggetto dell’intervento e stimolare la loro creatività per la produzione dei materiali e relativa campagna.
Infine, ci sarà la realizzazione, aggiornamento e promozione della podcast radio, promozione della campagna e pubblicizzazione del progetto attraverso i canali di comunicazione e social network per poi arrivare al monitoraggio e alla valutazione.
Il progetto si concluderà agli inizi di dicembre del prossimo anno con l’analisi dei dati di valutazione e la presentazione dei risultati scientifici del progetto.
Nel presentare l’iniziativa, la V. Sindaco Cristina Croce ha salutato con favore il progetto soffermandosi sull’attualità stringente della lotta al doping e sull’importanza di “fare scelte salutari, nella formazione dei giovani, veicolando lo sport come stile di vita corretto”.
Federica Bartolini Presidente Uisp / Comitato di Orvieto ha sottolineato tra l’altro “l’utilità della rete tra Scuola e ASL e l’ulteriore valore aggiunto di partners locali come Radio Orvieto Web che aderisce con entusiasmo al progetto”.
L’adesione al progetto da parte dell’Istituto di Istruzione Superiore Scientifico e Tecnico di Orvieto, secondo la Dirigente Elvira Busà è finalizzata alla realizzazione di due obiettivi “lavorare in modo significativo sulla cittadinanza attiva e le buone pratiche all’interno della scuola, laddove i giovani diventano parte attiva, condividono e costruiscono dal basso una proposta che può veramente incidere sulla consapevolezza dei giovani e sui comportamenti sociali della collettività”.
Mentre per Marco Cristofori Responsabile unità operativa di sorveglianza e promozione della salute Ausl Umbria 2 “il progetto è una sfida concreta per avere una visione sui mali dello sport, quindi è fondamentale che la progettazione sia partecipata”.
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