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Il Panathlon Club di Orvieto riporta in città la stella del basket Charlie Yelverton

Sarà ” Gli indimenticabili Tornei internazionali di pallacanestro di Orvieto del 1973 e del 1974, in Piazza Duomo” , il titolo dell’incontro previsto il prossimo 17 aprile alle ore 20.15 presso il Ristorante Maurizio   promosso dalla presidente del club, Prof.ssa Rita Custodi. All’incontro ne parleranno i protagonisti di allora, coloro che riuscirono ad organizzare questi irripetibili eventi e che risveglieranno negli orvietani ricordi gloriosi sulla città e lo sport. Questo sarà possibile scorrendo le suggestive immagini del parquet sotto la facciata del Duomo che incantarono il pubblico accorso ad Orvieto e quello televisivo a livello non solo nazionale. Ospite di eccezione sarà CHARLIE YELVERTON, miglior giocatore dei tornei estivi svoltisi in Italia nel 1973, divenuto poi “americano di coppa” della IGNIS Varese con cui conquistò scudetti e coppe europee. Un personaggio importante per la città poiché partecipo’ lui stesso al torneo orvietano dando prestigio con la sua presenza a quello che allora era un vero e proprio evento. Allora come oggi, Charlie Yelverton rimane un personaggio emblematico del mondo cestistico non solo per i grandi risultati sportivi  raggiunti ,ma anche per la sua forza carismatica fuori dal campo. Ebbe una breve parentesi nella NBA, venne scelto dai Portland Trail Blazers come ottava scelta del secondo giro, nel draft NBA 1971. Ma la sua esperienza nel massimo campionato fu breve, in quanto, aderendo alla protesta nera, prima di una partita, si rifiutò di alzarsi al momento dell’inno e venne subito cacciato. Nel 2005, a seguito di un sondaggio fra i tifosi, Yelverton è stato inserito nella Hall of fame della Pallacanestro Varese.

Yelverton , noto anche come pregevole sassofonista, al termine della conviviale si esibirà al pubblico nei locali del Bar Montanucci gentilmente concessi per l’occasione.

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Così scriveva Aldo Giordani sul GUERIN BASKET (supplemento del GUERIN SPORTIVO) del 1973: … Anche il trofeo era una pregevole opera d’arte. Nessuno tra coloro che hanno presenziato, potrà più dimenticare lo sfondo suggestivo del Duomo mirabile dietro il campo di gara. E quanta gente! Le tribune piene e zeppe anche le gradinate della cattedrale. Molti venivano da Perugia, Siena, perfino da Roma. Noi sgraniamo gli occhi davanti al basket d’America. Ma anche il basket d’America resta talvolta attonito per il basket di casa nostra: i giocatori USA non si stancavano di ripetere che non avevano mai giocato in un “quadro” così suggestivo. L’anno scorso ci fu una ripresa televisiva che portò quella meraviglia in tutte le case. Anche in America ne trasmisero un ampio squarcio. Più per il duomo dietro i canestri, naturalmente, che per il gioco.

 
 

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