Per il secondo appuntamento della nostra rubrica “Social High-Five”, abbiamo pensato di dare voce ad un ragazzo che con tenacia a grande forza di volontà è tornato a giocare dopo un brutto infortunio al ginocchio che lo ha tenuto fermo per 7 lunghi mesi. Stiamo parlando di Giacomo Quercia.
Che emozioni hai provato al rientro in campo dopo l’infortunio?
E’ stata una sensazione bellissima. Spiegarla a parole non è facile, posso dire che è stato un po’ come giocare la prima partita in assoluto. Sognavo il rientro in campo dalla notte prima dell’operazione al ginocchio, ed esattamente 7 mesi dopo il sogno si è realizzato. Vincere la partita e sentire il pubblico esplodere al mio primo canestro sono state le due più grandi soddisfazioni della serata.
Quanto è stata importante la vicinanza della società e dei compagni durante questi mesi? Vuoi ringraziare altre persone che ti sono state accanto?
La fiducia da parte di compagni, società e allenatore è stata fondamentale. Mi hanno sempre fatto sentire parte integrante del gruppo, e mi hanno dato la forza necessaria a superare questo brutto periodo, e per questo non smetterò mai di ringraziarli. Ci tengo a ringraziare i miei genitori che mi hanno sempre tranquillizzato, la fisioterapista che mi ha fatto riprendere al meglio nel post-operatorio, Alessandro Cupello, che mi ha rimesso in campo facendomi lavorare alla grande in palestra e Leonardo Olivieri che non ha mai smesso di darmi fiducia e lo ha dimostrato facendomi uscire dalla panchina per primo durante la partita.
Come ti trovi a coniugare Università e Basket?
Non è facile gestire due impegni come lo studio e lo sport. Fare avanti e indietro da Perugia tre volte alla settimana è un notevole dispendio di energie fisiche e mentali, e bisogna organizzare il tempo da dedicare allo studio e agli allenamenti. E’ una scelta che ho fatto per passione per la pallacanestro e attaccamento alla maglia Orvieto Basket quindi non me ne pento, anzi, sono molto contento.
Quanto pensi sia importante un’istruzione per un giovane atleta?
L’istruzione è fondamentale, ti apre nuove strade e ti dà la possibilità di scegliere quella che ti interessa di più. E’ la base su cui costruire il proprio futuro. E questo credo valga per tutti, atleti e non.
Seppur giovanissimo, quale consiglio daresti ai ragazzi delle giovanili che stanno crescendo?
Innanzitutto devono divertirsi, perché prima di tutto il Basket deve essere divertimento, un gioco. Dare il massimo in allenamento e in partita per se stessi e per i compagni di squadra, seguendo i consigli dell’allenatore, perché l’impegno, la dedizione e il sacrificio sono i mezzi migliori per togliersi delle grandi soddisfazioni nello sport, nello studio e nella vita in generale.
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