Il Panathlon Club di Orvieto organizza giovedì 13 novembre l’ incontro pubblico ” Il Fair Play non ha … Età !”. La conferenza che si terrà presso il Palazzo dei Sette nella Sala del Governatore alle ore 18 e patrocinata dal Comune di Orvieto , ospiterà diversi relatori e testimonial importanti del mondo dello sport, che parleranno del tema del fair play attualizzato al mondo dello sport di oggi.
Per fare questo si farà un tuffo nel passato, utilizzando un immagine storica da cui partire e che risale all’ormai lontano 1994 e precisamente ai Campionati Europei di Atletica Leggera ad Helsinki. In quel prestigioso contesto rimase infatti nella memoria europea un eclatante è bellissimo gesto di fair play che vide protagonisti i due atleti italiani Lambruschini e Panetta e che balzò agli onori della cronaca di tutto il mondo. Proprio Alessandro Lambruschini Campione Europeo 1994 e Bronzo alle olimpiade del 1996 nei tremila siepi sarà presente all’incontro di Orvieto insieme a Dimenico Ignozza Presidente Regionale Coni Umbria, Pietro Pallini Governatore Panathlon Area X Umbria, Stefano Lupi Presidente Regionale Comitato Fair Play – Delegato Provinciale Coni e dott. Stefano Rufini tossicologo.
Sarà un evento importante a cui parteciperanno gli alunni delle scuole di Orvieto e le numerose associazioni e società sportive del Comune di Orvieto.
Nella giornata,dopo il saluto del sindaco di Orvieto Giuseppe Germani, la presidente del Panathlon Club di Orvieto, prof.ssa Rita Custodi, illustrerà anche il progetto ” 1 PREMIO FAIR PLAY 2015 CITTÀ DI ORVIETO ” , un evento che coinvolgerà fattivamente l’intera città di Orvieto e le sue piazze e che culminerà nel prossimo giugno 2015.
Su Panetta e Lambruschini dall’archivio storico del Corriere della Sera. “La replica all’ Olympiastadion di Helsinki, nella finale dei 3000 siepi e sotto l’ occhio della Tv, forse non consegnera’ Panetta e Lambruschini alla storia, ma intanto ha steso un velo di simpatia intorno al capitano azzurro e al suo erede. Una storia da libro Cuore che i finlandesi hanno gradito: la Tv ha mostrato piu’ volte il replay dell’ episodio. Non ha perso tempo neppure il presidente del Coni, Mario Pescante, che finora dall’ Italia aveva accolto nel silenzio le vittorie azzurre e anche le polemiche: ieri ha inviato un telegramma in cui si complimenta con il calabrese, autore di un gesto “che vale piu’ di tante medaglie”. Panetta ha ringraziato, “ma adesso non fatemi diventare San Francesco: il mio e’ stato soltanto il gesto di un amico”. Eppure l’ altra sera, qualche lacrimuccia era spuntata sul volto dei nostri eroi del mezzofondo radunati da Casa Italia, sulla riva del mare, davanti a tre grandi torte in onore di Lambruschini, Carosi e Fiona May. Tante parole, molti brindisi, il giusto riconoscimento per gli sforzi diun gruppo che da oltre dieci anni, pur nell’ alternanza dei campioni al vertice, e’ sempre stato fedele al lavoro, al sacrificio, a una rivalita’ anche acre ma sempre ispirata al rispetto reciproco e al miglioramento collettivo. Lambruschini commosso, Carosi reso insonne dall’ euforia, Panetta guascone e sempre piu’ padrone del suo ruolo di totem: tornera’ a casa senza medaglie, lui che aveva previsto di vincerne due, ma si portera’ dietro per chissa’ quanto tempo le esperienze maturate in una settimana percorsa da tanti fremiti: la delusione agonistica dopo un 10 mila neppure concluso, la rivolta quando il caso Saber fece balenare l’ ipotesi di razzismo all’ interno della nazionale, quel gesto carismatico che ha cancellato, almeno nell’ immaginario collettivo, l’ idea di un gruppo perdente e rissoso. Ieri Panetta ha scherzato con i coniugi Iapichino May, lui bianco e lei nera, atleti silenziosi e veri, contenti di vivere un’ esperienza difficile ma esaltante. “Ecco la vera, bella e felice famiglia italiana” ha urlato Panetta tendendo la mano. Stavolta stringiamogliela tutti.” Colombo ClaudioPagina 27
(14 agosto 1994) – Corriere della Sera
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