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Fatone: “Buona la partenza, ma c’è ancora da lavorare”

Esordio in Eccellenza laziale per il tecnico orvietano, che, anche quest’anno alla guida della Vigor Acquapendente, è sceso in campo ieri mattina, in trasferta a Ciampino, contro l’Almas Roma, per la prima volta nella massima serie regionale. Sprizza soddisfazione e orgoglio, Riccardo, quando ci incontriamo, ieri pomeriggio, per caso, in un bar del centro storico, dove, in compagnia di un altro orvietano “esportato”, il d.s. Giuseppe Olimpieri, prova, senza riuscirci, a bere in pace un aperitivo. L’occasione, per me, è troppo ghiotta per rinunciare a raccogliere le sue impressioni e, allora, decido di rovinare questo momento di relax e chiedo di sedermi al loro tavolo. Un pareggio, 2 -2, che è stata l’occasione per assaggiare il salto di categoria.

“Sarà tosta quest’anno; sarà veramente tosta”, ma gli occhi gli brillano e non nasconde il sorriso. “Fin da subito, ho notato una grande differenza tra lo scorso campionato e questo. Il livello è assolutamente superiore; su 18 squadre che compongono il girone, almeno 12 sono molto competitive.” E voi? “Noi siamo ancora in rodaggio. Ci vorranno altre due o tre giornate per mettere a punto la macchina. Benché lo zoccolo duro della squadra sia rimasto lo stesso, come pure l’impostazione tattica, manca ancora quel quid in più per fare il salto di qualità.” Parli di condizione fisica? “No. Fisicamente, i ragazzi stanno in buona forma, anche se non ancora ottima. Parlo di “preparazione mentale”. Ad Acquapendente, ancora si respira quel clima festoso che ha caratterizzato tutto lo scorso anno, culminato con la vittoria del campionato a diverse giornate dalla fine. Sto cercando di far capire ai giocatori che quel tempo è finito. Ora ci tocca sgobbare. E non solo perché il livello del campionato si è innalzato, ma soprattutto perché sono al timone di una squadra giovane, nella quale solo pochi hanno avuto esperienze in eccellenza e ce l’hanno avute ormai tre o quattro anni fa. Nel frattempo, si sono adagiati a giocare in una categoria inferiore. Per gli altri, si tratta di una prima volta, esattamente come me. Quello che ci serve è metabolizzare il tutto. Ma l’avevo messo in preventivo. Sono veramente soddisfatto e molto carico, prontissimo ad accettare la nuova sfida. La partita di oggi mi è servita per capire queste cose e per avere conferme su altre, che intuivo soltanto.” E quali? “Che ce la possiamo giocare con tutti. Forse soffriremo, ma andremo avanti a testa bassa. Le potenzialità ci sono.” Le prossime gare? “Due in casa consecutive.” Giocate in casa di pomeriggio, mentre fate tutte le trasferte di domenica mattina. Non pensi che così avvantaggiate gli avversari? Voglio dire, per giocare alle 11,00 del mattino, mettendo in conto un paio d’ore di strada per raggiungere il campo, i ragazzi fanno una gran levataccia la domenica mattina. Quelli che vengono ad Acquapendente, invece, si svegliano con comodo e poi, belli freschi, scendono in campo. “Sì, lo so, anzi ne siamo tutti consapevoli, ma è stata una scelta ragionata. La Vigor è sempre seguita da un nutrito pubblico e la società temeva che, spostando il fischio d’inizio al mattino, quella numerosità sarebbe venuta meno. Quindi, si è deciso di dare, con la mano destra, un vantaggio in più agli ospiti e di riprenderselo poi, con la sinistra, in termini di tifo sugli spalti.

Il d.s. Olimpieri sta lì, ascolta, non interviene, forse ho sbagliato a non tirarlo dentro la discussione, ma si vede che anche lui se la sta godendo, nonostante io, con questa invasione di campo, gli abbia mandato di traverso il meritato aperitivo. Sono molto diversi tra loro negli atteggiamenti e nei modi di fare, ma sono due dei nostri, càspita!, sono due giovani orvietani, che ora se la giocheranno nella serie A della regione Lazio. Non potevo assolutamente andarmene, lasciandoli indisturbati.

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