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Intervista esclusiva a Carmelo Bagnato: “Non ho certo voglia di smettere!”

BagnatoE’ stato l’allenatore dell’Orvietana dei record, quando nella stagione 91/92 collezionò, alla guida dei biancorossi, 27 vittorie su 30 partite e nessuna sconfitta. Ad Orvieto quindi nessuno lo ha dimenticato. Carmelo Bagnato, classe ’56, non sembra affatto aver voglia di lasciare il mondo del calcio. Due stagioni fa in D al Pierantonio ed oggi ancora in attesa di chiamate. In vacanza nella sua Scalea, dove ha fondato una scuola calcio giovanile, Bagnato, in buona forma, mette subito in chiaro che non ha alcuna intenzione di abbandonare il mondo del calcio e ha voluto rilasciare ad OrvietoSport.it  questa intervista:

Nessuna voglia di smettere vero? Bagnato attende sempre chiamate e forse qualche contatto già c’è stato, può confermarci qualcosa?

“Mai pensato di smettere, anche perché il calcio è uno sport che mi ha dato tanto, è la mia vita, e spero che in futuro mi possa dare altre soddisfazioni. C’è stato più di un contatto per la nuova stagione, ma per ora nulla di ufficiale”.

Bagnato accetterebbe anche un incarico diverso da quello di allenatore di prima squadra e anche fuori dall’Umbria?

“Sono stato calciatore e poi da circa 20 anni allenatore, stare lontano dal quadrato di gioco mi peserebbe molto anche perché a 58 anni penso di avere le energie e la capacità di gestire un gruppo come del resto la mia carriera conferma”.

Lei è da tanti anni sugli scudi, anche come calciatore con presenze perfino in Serie A, come è cambiato il calcio e quante volte, se mai è successo, ha dovuto adeguare le sue idee ai cambiamenti?

“Devo dire che nel corso della mia carriera ne ho viste di tutti i colori e vissuto gli alti e i bassi di questo mondo, dal periodo dorato degli anni ‘80-90 fino al ridimensionamento nel nuovo millennio, per arrivare al periodo di crisi degli ultimi tempi. E’ chiaro che adeguarsi è obbligatorio, e io ho cercato di farlo, anche se alla moda dell’allenatore che mette i soldi non mi piegherò mai e questo purtroppo è un fenomeno dilagante, la morte del nostro mestiere”.

Della famosa stagione dei record vissuta a Orvieto con quali protagonisti è rimasto più legato e quali magari si porterebbe con sé in un suo ipotetico staff ideale?

“Ricordo con nostalgia quei tempi e in primis il Presidente Domenico Pizzardi e Vittorugo Pace due grandissimi dirigenti coi quali c’era un ottimo rapporto; ma il vero miracolo non fu la stagione dei record, quando la squadra era stata attrezzata per vincere, ma il primo anno dove con un gruppo di giovanissimi rischiammo subito di salire in Eccellenza. Il capitano Cochi e Cioci non si possono dimenticare e spesso li sento, sono il volto pulito e onesto del calcio; ma seguo con curiosità anche tutti quelli che hanno intrapreso la carriera di allenatore da Famoso a Nicolai da Montenero a Broccatelli l’ultima new entry in panchina, anche se Zenga non seguì il mio consiglio di prendere il patentino subito, era un trascinatore già allora, ho saputo che è un ottimo tecnico, ma non avevo dubbi”.

La crisi si fa sentire nel mondo dello sport. Società in difficoltà, che spariscono o in caduta libera. Lei era a Pierantonio due stagioni fa in Serie D, oggi questa società è stata costretta a ripartire dalla 3° categoria. Si può dare un freno a questa tendenza, possono contribuire anche i tecnici e i giocatori o è solo responsabilità dei dirigenti?

“Mi ricollego alla risposta di prima, il problema è la competenza. Nel nostro mondo si aggirano personaggi che pensano di poter ricoprire questo o quel ruolo, si inventano allenatori, direttori sportivi ecc., si trascurano i settori giovanili mettendo tecnici sottopagati e con poca esperienza. In tempi di crisi la risorsa sono i giovani, solo investendo su di loro ci possiamo salvare, ma diamo in mano le squadre a chi ne sa!!!Io nel mio piccolo lo sto facendo qui a Scalea”.

Il nome di famiglia lo sta portando avanti con onore anche Andrea, ogni anno richiestissimo, è notizia di questi giorni l’accordo con il Bastia, lei si è accorto subito di avere un talento in casa?

“Non perché sia mio figlio, ma penso che ha avuto una carriera al di sotto delle aspettative, poteva sicuramente ambire a qualcosa in più. E’ stato spesso a un passo per fare il salto ma si vede che doveva andare così”.

Agosto è alle porte, quante possibilità avremo allora di vedere Bagnato all’opera da qualche parte?

“Io me lo auguro, sto recuperando la forma dei tempi migliori e penso che posso essere ancora della partita, come ti ripeto offerte ne ho già avute e non vedo l’ora di rientrare”.

Salutiamo Carmelo Bagnato, ancora per qualche giorno nella sua Calabria a godersi le vacanze e anche a seguire la scuola calcio da lui fondata, ma pronto a ripartire non appena gli si ripresenterà l’occasione.

 

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