I meccanismi, inceppati ormai da due settimane in casa biancorossa, stanno finalmente per ripartire. Le decisioni che avevano creato lo stallo, più che di tipo tecnico, sono di tipo gestionale e amministrativo.
Se si guarda in giro non c’è che da essere preoccupati per il calcio dilettantistico. Se proprio in questi giorni anche una società come il Foligno ha rischiato seriamente di non iscriversi, con il presidente Damaschi che va da giorni dicendo che il “prodotto non interessa a nessuno e iscriverò la squadra solo per non perdere il titolo, ma il campionato si farà con le poche risorse, quasi nulle, rimaste” e se in giro sono a decine le società dalla serie D ai campionati regionali che potrebbero scomparire, allora già il solo rimanere sulla scena può essere considerato un successo.
L’Orvietana, in un campionato come la Promozione, si trova dinanzi a un bivio, due sono le scelte possibili. La prima: cercare di nuovo quel budget, non certo faraonico visto il livello del torneo, che potrebbe garantire un campionato di vertice (quest’anno poi anche i playoff dovranno pur contare qualcosa…) per poi trovarsi eventualmente l’anno dopo a confrontarsi con un campionato di categoria superiore difficilmente affrontabile dal punto di vista economico se non dovesse cambiare qualcosa. L’alternativa: utilizzare gran parte di quel budget per rimettere in carreggiata i conti della società e le pendenze, non eccessive, ma che ormai si trascinano da qualche anno, andando però ad affrontare un torneo in maniera anonima.
Insomma pensare al presente, cercando risultati sportivi e sperando che questi possano riportare entusiasmo e riavvicinare tifosi e forze economiche alla società, o pensare al futuro sacrificando un paio di stagioni dal punto di vista sportivo, senza rischiare però ulteriori scivolamenti in basso, in modo tale che poi si potrà ripartire con un perfetto stato di salute economico e non rischiare tutti quei problemi che stanno facendo scomparire molte realtà anche più blasonate dei biancorossi.
E’ questo il dilemma su cui si è bloccata da due settimane la discussione in seno al consiglio direttivo dell’Orvietana. Tutto il resto viene dopo. Montenero sembra comunque rimanere favorito in panchina, indipendentemente dalla decisione che ne verrà fuori, la permanenza di gran parte dei giocatori del posto, che già erano in biancorosso lo scorso anno, pure, a meno che ovviamente non arrivino loro offerte più allettanti da parte di quelle pochissime società (ormai si contano sulle dita di una mano) che possono permettersi di spendere.
Da capire infine, una volta prese le decisioni, come reagirà quella parte di dirigenti e staff che andava appoggiando le decisioni opposte, quelle che saranno poi bocciate dal consiglio. Ma questo è un problema secondario. L’aspetto più importante ora è capire la linea di idee che vorrà prendere la società, solo successivamente sarà la volta di capire i nomi e i cognomi dei protagonisti che rimarranno, che se ne andranno o che arriveranno. Pare che entro i primi giorni della prossima settimana, dopo lungo navigare a vista, la zattera dell’Orvietana approderà su qualche sponda.
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