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Anno dei record anche per Broccatelli, ora la scelta sul futuro

Zenga ha ridato vita al Ciconia e ricorda agli scettici: “A Orvieto si può fare calcio”.

Due stagioni e mezza al Ciconia, dalla salvezza impossibile all’esordio, al record di punti e di vittorie che sono valsi il 5° posto poche settimane fa. Enrico Broccatelli ha ancora un curriculum breve, per quanto riguarda il tempo trascorso in panchina, ma già abbastanza intenso. E’ riuscito a rivitalizzare una società e una squadra i cui colori sembravano stessero sbiadendo, invece dopo la “gestione Zenga” la bandiera del Ciconia sventola con più orgoglio e vigore che mai.

Un’annata iniziata in salita, pochissimi giocatori in rosa ad agosto, defezioni nel girone d’andata poi una seconda parte straordinaria, Enrico Broccatelli rivive così gli ultimi 10 mesi alla guida del Ciconia:

Dopo la positiva stagione scorsa, volevamo provare ad avvicinare la zona playoff, ma ad agosto ci ritrovammo con la rosa quasi azzerata. Chi per motivi di studio, chi di lavoro, chi aveva trovato altre squadre o occupazioni, sta di fatto che dovemmo rifondare tutto e allora quei buoni propositi tornarono solo sogni nel cassetto. Parecchi giocatori esordienti, tanti altri che non giocavano questa categoria da diverso tempo, qualcuno aveva già condannato il Ciconia alle zone bassissime della classifica. In effetti il girone di andata abbiamo faticato molto, ricordo trasferte con 13 giocatori, anche se abbiamo sempre marciato con il ritmo salvezza. Poi recuperati Santo e Frizzi, assenti per motivi diversi, ecco che la società fa lo sforzo e trova anche il modo di ingaggiare Franciaglia e Massini. Il resto lo certificano i numeri: record di vittorie nella storia del Ciconia, 14, record di vittorie in trasferta, 7, record di punti, 48 e 5° posto a pari merito col 4° (solo la differenza reti negli scontri diretti ci ha tenuti lontani dai playoff). Se proprio devo avere un rammarico, da allenatore, è per i gol subiti, ma in questa statistica pesa troppo il faticoso girone di andata”.

 

Tre anni al Ciconia sempre in crescendo, ma quali sono i segreti di Broccatelli?

“Bisogna aggiornarsi di continuo, non solo con i corsi organizzati, ma quotidianamente. Informandosi, guardandosi sempre attorno, leggendo, imparando in ogni occasione. Bisogna motivare i giocatori, fare in modo che vengano agli allenamenti con passione perché trovino sempre novità negli esercizi e nei metodi. Se per un anno fai sempre le stesse cose tutta la settimana, finisce che i giocatori arrivano alla domenica meno motivati e soprattutto meno preparati. Quest’anno ho dovuto gestire anche la preparazione atletica visto che, a parte il preparatore dei portieri, non avevamo un preparatore atletico. Ho fatto tutto io, e anche qui ho dovuto studiare e aggiornarmi da solo, ma le cose sono andate bene, abbiamo chiuso in crescendo ed eravamo la squadra più in forma nell’ultimo periodo, proprio per questo c’è ancora più rammarico per non essere arrivati ai playoff”.

Il futuro sarà sempre targato Ciconia o Zenga vuole provare qualche esperienza nuova?

“E’ ovvio che se mi capita l’offerta da categoria superiore l’accetto, per fare esperienza, perché un minimo di ambizione la devi avere altrimenti non fai sport. Io penso di essere all’altezza, poi vedremo. Qualche sondaggio di un paio di squadre di Promozione già c’è stato, qualche colloquio si è iniziato a fare ma non c’è nulla che al momento sta concretizzandosi, almeno a breve, anche in 1 categoria qualche società ha voluto chiedere informazioni, ma è ancora troppo presto. Ripeto a parità di categoria posso anche pensare di rimanere dove sono, ma se dovesse arrivare una proposta da più su, sono pronto. Se dovessi restare? Ovvio che chiederei di puntare ai playoff, la rosa del Ciconia se fosse confermata con un paio di innesti varrebbe sicuro i primi cinque posti”.

Enrico Broccatelli ci lascia infine con una frase, quasi a smentire i tanti che spesso pensano l’esatto contrario:

“A me piace pensare positivo e, consapevole che si parla di una piccola realtà come il Ciconia, in questi tre anni abbiamo dimostrato che a Orvieto si può fare calcio, se uno fa il passo giusto può riuscire a migliorarsi di anno in anno, a far crescere anche se a piccole dosi, i risultati, la passione, la voglia di fare bene”.

Sembrano cose scontate, ma non lo sono affatto.

 

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