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“Finale di partita”: Ciconia – Tiber 2-3

(all’interno, video interviste a cura di Marco Gobbino)

 

La tripletta del giovane Chiattelli piega un Ciconia generoso, sfortunato e pasticcione,lanciando i tuderti nella volata play-off. Fine dei sogni per la squadra della Rupe?

di Gabriele Pace

Ciconia: Dominici, Bonino, Franciaglia M., Dini, Croccolino F. (Filippi, 16’ st.),  Frizzi, Selimi (Croccolino G., 16’ st), Massini Rosati, Dami, Franciaglia L., Santo (Pepe, 34’ st);

Tiber: Filippetti, Pero Nullo, Manni, Peccianelli, Trefoloni, Fiorini (Trombettoni, 20’ st.), Piecucki, Marrano, Menghella (Coata, 45’ st.), Coleti, Trota (Chiattelli, 31’ pt.)

Marcatori: Chiattelli (T) 54’, 57’ e 67’ st.; Dami (C) 65’ st., Croccolino G. (C) 92’ st.

 

ORVIETO- Nel gioco degli scacchi, il finale di partita designa la terza ed ultima parte dell’incontro – dopo l’apertura e il mediogioco -.

In ambito artistico, invece, “Finale di Partita” rappresenta il capolavoro in atto unicodel premio Nobel Samuel Beckett.

Dal canto suo, Ciconia –Tiber non ambisce certo a rivaleggiare con l’opera del celebre drammaturgo irlandese.

Ciò nonostante, non v’è dubbio che pure l’incontro odierno meriti la menzione speciale nel gotha del teatro dell’assurdo, almeno per quel che concerne i padroni di casa.

Per vero, le premesse della vigilia indurrebbero ad aspettarsi l’epica piuttosto che la commedia sperimentale: sul sintetico arroventato dell’antistadio Achilli, infatti, si sfidano due squadre appaiate in classifica e in grande salute, prive di ambasce da retrocessione e ad un tiro di schioppo dal “gruppone” play-off.

Broccatelli e Luna sono consapevoli della ghiotta occasione di eliminarsi a vicenda dalla volata per l’accesso agli spareggi post-season.

Ciò nonostante, i due tecnici si fanno ingolosire in maniera diversa: il primo torna necessariamente al collaudatissimo 4-4-1-1, con capitan Croccolino F. al rientro dopo lo squalifica e i lungodegenti Giani, Sarpano, Derna e Palmucci in tribuna.

Il secondo, invece, vara un 4-1-4-1 circospetto, con il gigante Menghella in avanti deputato ad aprire gli spazi per gli incursori della mediana.

Nonostante la partenza a razzo delle due squadre indichi con chiarezza come entrambe abbiano abdicato all’ipotesi pareggio, l’avvio è avaro di emozioni e non offre occasioni nitide.

Così, in mancanza di meglio, è il direttore di gara a rubare la scena al minuto 28.

Lancio lungo dalle retrovie ad innescare la velocità di Dami, Filippetti interviene ai confini del proprio regno ma ribatte corto sulla trequarti, nella zona presidiata da Peccianelli.

Il centrocampista tuderte difetta nel primo controllo, così da permettere a Santo di sradicargli la sfera dai piedi e battere con facilità l’estremo ospite, inevitabilmente ancora fuori dai pali: unanimità di consensi sulla regolarità della giocata, ma la giacchetta nera fa la voce fuori dal coro e annulla per un inspiegabile fallo d’impetodell’attaccante orvietano.

Scampato il pericolo, la Tiber continua nella propria condotta ordinata e tatticamente diligente in attesa della ripartenza giusta, ma al 31’ è costretta al primo – e a posteriori decisivo – cambio: fuori Trota, infortunato, dentro Chiattelli.

Sull’altro versante, invece, il Ciconia insiste, suda e sbuffa come Paperino alle prese con la propria caratteristica sfortuna.

Minuto 34: Federico Croccolino inventa calcio in favore di Dami, liberandone l’inserimento in area con uno splendido filtrante che taglia fuori l’intera catena di destra della retroguardia ospite.

Il numero 11 biancoceleste si butta come un treno nel traforo apertogli dal proprio capitano, ma cincischia troppo proprio sul più bello e la difesa ospite sbroglia la matassa.

Mentre scorrono i titoli di coda del primo tempo, i locali ci riprovano: punizione dalla trequarti di Frizzi che batte lungo sul secondo palo, Massini Rosati colpisce di testa da pochi passi ma viene murato dal proprio marcatore, la palla rimane lì ma il centrocampista biancoceleste non riesce ad intervenire.

Game, set e squadre negli spogliatoi.

Al suono del gong che riapre le ostilità, si presentano gli stessi ventidue che avevano finito i primi 45 minuti e la prima occasione è ancora di marca biancoceleste: Massini Rosati verticalizza per Dami, Filippetti chiama la sfera ma non sceglie benissimo il tempo dell’uscita, l’attaccante orvietano riesce ad infilarsi ma l’arbitro ferma tutto ravvisando una carica sul portiere.

Dopo tanto attendismo, gli uomini di mister Luna decidono finalmente di andare a conoscere Dominici e si presentano nel loro vestito migliore.

È il 48’ quando Coleti imbecca Piecucki a centro area con una autentica perla a mezz’aria: il numero 7 in nero controlla bene, si gira ancor meglio ma spara alle stelle da posizione succulenta.

È il lampo antecedente il fulmine, peraltro a ciel sereno, che squarcia il pomeriggio biancoceleste.

Minuto 54: corner dal lato sinistro in favore della Tiber, la difesa dei padroni di casa va in tilt e Menghella svetta indisturbato dal limite dell’area piccola.

Dominici si oppone con un gran riflesso, perde per un istante il contatto con la sfera ma, appena recuperatone il possesso proprio sulla linea di porta, interviene Chiattelli che calcia mano e pallone.

Nella generalità dei casi certe mischie si risolvono con il fallo sul portiere, ma questa volta il direttore di gara lascia proseguire.

0-1 Tiber.

La partita si sblocca, la Tiber si mostra più sciolta e propositiva mentre il Ciconia chiude l’elmo e riparte lancia in resta.

Appena due minuti più tardi, però, altra topica: Federico Croccolino serve Dami al limite dell’area ospite, spalle alla porta.

La gazzella orvietana si gira di maestria per liberare il sinistro, ma viene cinturatad’esperienza dal proprio marcatore.

Ci può stare il rigore, di sicuro non il giallo per simulazione per cui opta l’arbitro.

Al 57’ gli uomini di Broccatelli rifiutano l’accostamento col maestro Paganini e decidono di ripetere la scena già vista.

Altro corner dalla sinistra in favore degli ospiti, altra performance collettiva da museo delle cere e anche Fiorini schiaccia indisturbato da pochi passi: Dominici si salva d’istinto ma sulla ribattuta si avventa ancora Chiattelli  per il più facile e regolaredei tap-in: 0-2 Tiber.

Broccatelli capisce di dover osare, così ridisegna la squadra con un doppio cambio tutto offensivo: fuori Federico Croccolino e Selimi in favore di Filippi e Gabriele Croccolino, per un 4-2-3-1 di assaltatori.

I risultati non tardano ad arrivare.

È il 65’ quando Luca Franciaglia premia il taglio in area di Dami con un palla incantatrice in lob.

L’avanti locale controlla magistralmente di petto, scherza il proprio marcatore e prima che la palla tocchi terra fulmina Filippetti con una gran botta sotto l’incrocio.

1-2 Ciconia e giochi riaperti.

Luna corre ai ripari: doccia anticipata per Fiorini e dentro Trombettoni, per una linea mediana esplicitamente a cinque.

Sembra una mossa esclusivamente conservativa, eppure sono ancora gli ospiti a passare – sebbene con un notevole concorso di colpa dei padroni di casa -.

Minuto 67: calcio di punizione da distanza siderale per la Tiber e conseguente lancio lungo a parabola lenta in area.

Dominici non esce, Marco Franciaglia vince il duello aereo con Menghella ma la palla sbatte sulla stinco di Dini, accorso in raddoppio, e va a smorzarsi proprio sui piedi di Chiattelli.

Altro gentile omaggio al limite dell’area piccola ed è 1-3 Tiber.

Tre minuti più tardi i tuderti sprecano la più clamorosa delle occasioni per dilagare: calcio di punizione dal lato corto dell’ area di rigore ospite, con tutti gli effettivi di movimento del Ciconia che entrano in area in attesa del cross.

Il piano fallisce, i mediani della Tiber intercettano e innescano proprio Chiattelli per una mortifera ripartenza quattro contro zero.

Il numero 16 in nero si fa sessanta metri in totale e indisturbata solitudine da numero primo, ma al momento di consumare il banchetto si scopre sazio e grazia Dominici calciando fuori un goal già fatto.

Nemmeno il tempo di rammaricarsi che la Tiber ha un’altra grande chance: cross basso e teso dalla destra, difesa locale ancora una volta colpevolmente sguarnita, Dominici non ci arriva, ma Marrano è stupito da tanta abbondanza e getta alle ortiche il colpo del k.o. da zero metri.

Superato il quarto d’ora di ordinaria follia, la Tiber tira comprensibilmente i remi in barca mentre il Ciconia prova orgogliosamente a reagire, ma la manovra si fa inevitabilmente confusa e le energie cominciano a scemare col passare dei minuti.

All’ 83’ Gabriele Croccolino difende un buon pallone ai sedici metri per Massini Rosati che arriva a rimorchio, ma la conclusione è sgrammatica tanto quanto quella di Filippi, quattro minuti più tardi.

La generosità del lungagnone biancoceleste è però ricompensata al secondo dei quattro minuti di recupero: punizione dalla trequarti di Dini, area intasata come la metropolitana all’ora di punta, mischia furibonda e più in alto di tutti sventola il numero 18 di Gabriele Croccolino che anticipa di testa Filippetti ed insacca.

2-3 Ciconia, ma è troppo tardi per ambire a qualcosa di più.

 

 

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