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Zenga, scacco matto a Zampagna. Da Macchie, il Ciconia porta a casa tre punti pieni

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C’è poco da fare. Il Ciconia si conferma la bestia nera, anzi nerissima, del Macchie capolista. Quattro punti, tra l’andata e il ritorno, portati a casa sempre con prestazioni di altissimo livello, che non sempre hanno contraddistinto il cammino dei biancocelesti in questo campionato. Ma contro il Macchie sì.

Zampagna, squalificato e mina vagante alle spalle della panchina di casa, sceglie di far esordire il neo acquisto Pagliarini, ex Genoa e Crotone, il quale, acclamatissimo, riesce bene a distinguersi in campo: non accetta le scuse di Frizzi dopo un fallo, rifiutando la mano tesa, salvo poi, un minuto dopo, falciare a piedi uniti Bonino.

Broccatelli, che  in questi mesi – e non è cosa da poco – ha di fatto trasformato un gruppo eterogeneo in una squadra, schiera Dominici, Frizzi, Franciaglia M., Bonino, Sarpano, Croccolino F., Selimi, Massini Rosati, Santo, Franciaglia L., Dami

Quella scesa in campo, oggi, con tanti giocatori ritrovati, è una squadra quadrata, compatta, determinata, sicura di sé,  a tratti anche sorniona, che aspetta l’avversario, lo ferma e poi riparte, con precise transizioni, a cercare gli slanci di Dami. E Dami c’è. Lì davanti, sempre sul pezzo, estrae dal taschino il pennarello indelebile e firma una doppietta che annichilisce gli amerini.

Il Ciconia disputa un grande primo tempo, giocato per vincere, per nulla intimorito dal grande clamore del pubblico di casa. Ed è subito Luca Franciaglia, che, dopo una manciata di minuti dall’inizio, riparte dalla tre quarti, servendo Dami il quale, con un grande scatto, si fuma tutta la retroguardia del Macchie, ma, giunto dentro l’area, si impappina e lascia andare un tiro sul quale Stanzial può farsi una grassa risata.

Al quarto d’ora, Pagliarini si impossessa della palla e vola verso Dominici, ma fa i conti senza Frizzi, che, impeccabilmente, ci mette una pezza in corner. Ancora al 22’, il Macchie potrebbe sfruttare una ghiotta punizione dal limite, concessa per un fallo di Bonino su Pagliarini e calciata dallo stesso Pagliarini, ma il tiro si infrange sulla barriera, ben posizionata dall’attentissimo Dominici.

La partita di sblocca al ventottesimo: Santo, in ripartenza, pesca Dami, che non si fa pregare, corre più veloce di tutti, entra in area e deposita la sfera alle spalle di Stanzial. Zampagna prova allora a giocarsi la carta dell’ex, ed ecco che, con il numero 18, fa il suo ingresso in campo Alessandro Baffo. Marco Franciaglia gli si posiziona alle spalle e gli dice sempre di no.

Il Ciconia continua a macinare gioco e campo, con grandissima pressione sui portatori di palla da parte di Massini e Sarpano, che creano una cerniera inviolabile per i centrocampisti del Macchie. Al 37’, gli ospiti chiudono giochi e discussioni: Luca Franciaglia verticalizza per Dami, che di nuovo scatta in velocità, arriva al limite dell’area, ma l’avversario lo anticipa. Sembra finita, ma ecco che il difensore sbaglia, balbetta, inciampa, cade, perde palla e Dami è sempre lì, un avvoltoio roteante su Macchie, pronto a  mettere a seduto Stanzial e a depositare la sfera in rete. Sul campo sportivo alle porte di Amelia cala il silenzio.

La ripresa è di contenimento. Il Macchie prova a rimettere in piedi la partita; gli orvietani, senza mai farsi trovare impreparati, difendono con le unghie e coi denti il vantaggio.

Dominici viene impegnato subito al terzo minuto, quando i padroni di casa battono un calcio di punizione dalla metà campo, con la palla che spiove in area e viene indirizzata verso la porta da un colpo di testa di Baffo, ma il portiere biancoceleste si fa trovare su pezzo. E sta sul pezzo anche un quarto d’ora dopo, quando si oppone con una imperiosa parata all’avversario che, in contropiede, si era involato ed era giunto tutto solo davanti a lui. Al 23’, il Macchie prova nuovamente a rendersi pericoloso, in seguito ad un calcio di punizione, centrale, ma al limite dell’area. Batte Pagliarini, con la palla respinta dalla barriera; ne segue un batti e ribatti in area, fino a quando la sfera finisce alle spalle di Dominici. Il direttore di gara, peraltro ottimamente posizionato, già aveva fischiato un netto fuorigioco. Il Macchie non ci sta e colleziona diverse occasioni in attacco, ma ogni tentativo risulta sterile nel momento della finalizzazione.

La mezz’ora è passata; Broccatelli capisce che è ora di qualche innesto fresco e, nel giro di dieci minuti, sostituisce Luca Franciaglia con Gabriele Croccolino e poi Filippi per Dami. I minuti scorrono senza che i padroni di casa creino reali pericoli dalle parti di Dominici e i biancocelesti, piano piano, realizzano che sì, la partita, che aveva generato tanta apprensione, è vinta.

Un rotondo due a zero, senza possibilità di appello, che poteva essere un ancor più rotondo tre a zero, se Santo, al quarantottesimo, a tu per tu con Stanzial, non gli avesse calciato addosso. Un rotondo due a zero, che regala agli orvietani il sesto posto solitario in classifica e una tonnellata di morale, che sarà utilissima per affrontare domenica prossima, all’Achilli, la Nuova Fulginium, attuale numero due in classifica. Un risultato nettissimo che recita una grande lezione di calcio:  non è con l’intimidazione e gli insulti che si vincono le partite.

Broccatelli, bersaglio preferito dalla tifoseria di casa, dà la sua lettura della gara: “ Avevo chiesto ai ragazzi grande intensità e così è stato, durante tutti i novantotto minuti. Siamo riusciti, con una grande pressione sui portatori di palla, a limitare le loro giocate. Siamo stati superiori, sia fisicamente che tatticamente. E’ la giusta prosecuzione di un cammino che abbiamo intrapreso qualche mese fa. Non sempre le ciambelle riescono col buco e le partite riescono come si preparano, ma stavolta siamo stati perfetti, tanto che, tra il primo e il secondo tempo, non ho avuto niente da dire alla squadra. Bisogna continuare su questa strada.”

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