Sulla questione vari decreti ministeriali sono intervenuti più volte, creando confusione. «Il decreto Balduzzi aveva introdotto l’obbligo di un ecg al rilascio del certificato, reso poi discrezionale, sulla base del parere clinico del medico, dal “Decreto del Fare” spiega Guido Marinoni, del comitato centrale Fnomceo – Dal momento che l’elettro-cardiogramma sarebbe servito a rilevare alterazioni della conduzione cardiaca potenzialmente pericolose ma asintomatiche, senza ecg il medico sarebbe stato esposto a pesanti responsabilità, qualora si fossero verificati eventi avversi».
Niente certificato invece, in palestra o in piscina, per le attività ludico motoria o amatoriale. Si tratta di tutte le forme di movimento che non puntano alla competizione, come ad esempio una gara di corsa, ma che sono finalizzate al mantenimento del benessere individuale della persona. Resta però da capire con maggiore precisione quale sia la definizione di “attività non agonistica”. «Questa categoria comprende gli atleti tesserati delle federazioni sportive del Coni, in età non ancora agonistica. Il calcio in età agonistica, ad esempio, va dai 12 ai 45 anni. Prima dei 12 anni si parla di preagonistica – dice Maurizio Casasco, presidente della Federazione medico sportiva italiana – Sono attività sportive non agonistiche quelle organizzate dalle scuole, nell’ambito di attività parascolastiche e quelle dei giochi studenteschi a livello provinciale o regionale. Anche in questo caso serve un certificato con elettrocardiogramma».
Negli ultimi mesi la decisione di richiedere un elettrocardiogramma per la pre-agonistica è stata più volte criticata, in quanto rappresenta un costo per le famiglie e potrebbe allontanare i ragazzi dallo sport. Il costo dell’ecg, qualche diecina di euro, può aggiungersi a quello della certificazione, ma per gli esperti rappresenta una garanzia in più per tutelare la salute dei bambini. Anche perché spesso è l’occasione di fare l’esame a ragazzini che non l’hanno mai fatto nella vita. «Può prevenire incidenti imprevedibili nei giovani e anche in chi fa sport in età più avanzata – spiega Massimo Volpe, direttore della cattedra di Cardiologia della facoltà di Medicina della Sapienza di Roma -Però è un esame che può dare adito a falsi positivi e negativi, se non viene inquadrato nella storia clinica e familiare della persona. Per questo è fondamentale che sia accompagnato da una visita del medico».
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