L’under 15 dell’Orvieto Basket ha giocato domenica 14 aprile una partita, vincendola contro la squadra di Pontevecchio con il punteggio di 69-23.
Una curiosa coincidenza astrale ha fatto sì che questa gara si giocasse nella stessa data di un’altra giocata l’anno scorso con gli allora under 15 dell’annata ’97, persa contro Città di Castello.
Come si può notare dal punteggio e dai parziali, non c’è stata storia: Orvieto ha dominato dal primo all’ultimo minuto, concedendo poco e niente ai poveri avversari, che hanno raccolto solo le briciole di quanto mangiato al ricco banchetto dall’epulone umbro-laziale.
A differenza di altre gare precedenti, i rupestri hanno pressato fin da subito e in questo modo hanno portato la partita su binari a loro favorevoli.
Coach Paloni, aiutato in panchina da quell’altro capellone di Andrea Grillo, ha optato per i seguenti cinque giocatori: Riccardo Caiello Palleggio Dirompente a impostare, Big Mec Mecarelli, molto felice per la vittoria della Ternana il giorno prima, in suo aiuto, Ludovico Radicchi Foxy a correggere le bozze dei suoi compagni in punti, Ludovico Ermini Thunderbolt a stancare gli avversari con la sua corsa indomabile e ovviamente Tommaso Tommasino Bambini a far legna nel campo. Ha imparato questa nobile arte nella Selva di Meana, vicina ad Allerona.
Viste le assenze di Pasquale Calasso Cosimo Pallottino, impegnato in uno sposalizio (non il suo) a Verona, e Michele Nuccioni, lungodegente come Stankovic all’Inter, sono stati convocati, oltre al già citato Radicchi, anche i ’99 Lipparoni, venuto con un nuovo taglio di capelli, e i due gemelli, spine nel fianco della difesa avversaria, Stefano ed Andrea Mattioli.
Nel corso della gara sono entrati tutti i giocatori (si fa per dire) a disposizione della ditta di parrucchieri Paloni & Grillo.
Arbitri: Geeno e un poranese.
Fonti abbastanza attendibili affermano che il Ministero della Salute abbia istituito una commissione d’inchiesta tricologica su Paloni e Grillo: hanno infatti notato che, in due, hanno meno capelli di Jurgen Klopp senza trapianto stile Conte.
Stanno formulando delle ipotesi riguardo tale caso.
È previsto anche l’intervento delle Iene e di Celentano che, come si sa, sono dei luminari internazionali in materia medico-scientifica.
Dopo un paio di canestri iniziali, che hanno tramortito gli avversari, la partita si è messa sui giusti binari per i rupestri, che poi hanno amministrato senza troppa fatica il vantaggio.
A nulla sono valsi gli urli del povero allenatore periferico perugino, sosia di uno pseudo cantante di pochi anni fa, un Sonhora, già sparito, secondo la celeberrima teoria di Andy Warhol, nel dimenticatoio, che ha provato in tutti i modi a spronare i suoi giocatori, senza successo.
Ci sono stati alcuni episodi da notare.
Il primo, come al solito, riguarda Tommasino Bambini.
Dopo essere partito un po’ a rilento, l’alleronese della Stazione ha recuperato la perfetta forma con un paio di galoppate da cavallo, a lui concesse dalle lunghissime leve, con cui ha seminato il vuoto nel campo.
In una di queste uscite Tommasino, inciampato, è finito lungo fuori dal terreno di gioco, ruzzolando come Heidi mentre si rotola sulle Alpi per fuggire alla signorina Lottermeier, che l’ha inseguita fino alla sua baita.
Dopo un paio di capriole e salti mortali, Tommaso si è rialzato come se non fosse successo niente: chapeau.
Nell’altro episodio Lorenzo Semola Antonini, il miglior tiratore della squadra, ha preso una botta assai forte nelle parti basse, lì, dove fa più male.
Per questo è stato costretto ad uscire, piegato in due dal dolore.
Fortunatamente si è ripreso e dopo ha anche giocato, mettendo a segno quattro punti, tra cui un 2/2 dal tiro libero.
Il canestro della partita è stato segnato da Giacomo Big Mec Mecarelli, che ha fatto una delle migliori gare della sua (pigra) carriera: ha intercettato un passaggio mal calibrato e si è involato verso il canestro come un comune mortale quando sente aprire i battenti ad Averino il sabato sera.
Ha poi concluso con un comodo terzo tempo.
Passiamo ora alla rubrica “La miglior frase della partita”.
Per la seconda volta di fila la vittoria va a Tommaso Bambini, per una frase da antologia del biennio.
Prima dell’inizio del terzo quarto, coach Paloni ha diramato in panchina i cinque che sarebbero dovuti scendere in campo e, fra questi, c’era pure Tommaso.
Il bravo alleronese, però, ha commesso il grave errore di dire, manco fosse un pensionato del circolo degli anziani, le parole fatidiche: “Aspetta un attimo che m’alzo”, con tanto di massaggio al ginocchio colpito da artrosi.
Il canarino vichingo, implacabile, ha subito mandato a sedere Tommaso con parole che non si possono trascrivere, sostituendolo con un altro.
A Tommasino va la palma per la simpatia dimostrata e per l’ennesima prova che il nostro subconscio, prima o poi, viene fuori.
Da segnalare le buone prestazioni, almeno dal punto di vista realizzativo, oltre al già citato Mecarelli, top scorer con 14 punti, di Ludovico Radicchi e Stefano Mattioli, con dieci punti a testa.
Nel complesso, soprattutto difensivamente, ha giocato bene tutta la squadra, segno che, come dice Antonio Conte, cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia.
Con questa partita inizia un tour de force per gli orvietani, impegnati nelle ultime cinque partite per cinque domeniche consecutive.
La prossima sarà contro gli acerrimi rivali di Spello, contro i quali le motivazioni per una rivalsa non mancheranno.
Orvieto Bk – Pontevecchio Bk 69 – 23
Parziali: 14-4; 21-9; 14-2; 20-8
ORVIETO: Caiello 7, Mecarelli 14, Mattioli S. 4, Mattioli S. 10, Ermini 6, Fazzino 1, Radicchi 13, Petrangeli 4, Bambini 4, Lipparoni 4, Esposito, Antonini 2. All.: Paloni
PONTEVECCHIO: Caccarelli 5, Marzuola, Ciribifera 2, Chirollo 4, Riahi, Ferrante 3, Yrbani, Mattaioli 9, Sacchetti. All.: Borri
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