Poche righe nella nuova rubrica “Chi li ha visti?” e un messaggio privato su facebook con il link che lo riguardava, da lui stesso condiviso e commentato, si ringrazia Luca Maggi per la collaborazione via social, hanno permesso di contattare e intervistare Alessandro Mamoli, voce NBA di SkySport, disponibilissimo a ricordare la stagione 95/96, giocata con la maglia dell’Orvieto Bk, e a parlare di basket dal campo alla tv.
Raccontaci qualcosa dell’esperienza orvietana che hai definito uno degli anni più divertenti della tua vita.
Quella stagione mi dimenticai di fare il rinvio militare. Mi accorsi tardi quando non era più possibile neppure fare richiesta alla compagnia atleti. Tramite l’Olimpia Milano , dopo aver scoperto che avrei fatto il CAR ad Orvieto riuscii a fermarmi lì. Fu una stagione particolare, partimmo molto bene poi non finimmo benissimo. Ma il gruppo era stupendo, ricordo in particolare gli ottimi rapporti che si erano instaurati con Guardascione, Garzelli e Vadacca, oltre al mitico Brandoni.
A Orvieto ci sono 3 squadre: Azzurra Ceprini in Serie A1 femminile, Telematica Orvieto Bk in DNC, allenata dal tuo ex compagno Andrea Brandoni, e Arrapaho in D regionale, tanta passione e un bel movimento per lo sport numericamente più seguito e praticato. Anche oggi ti saresti trovato benissimo, non credi?
Da un punto di vista di ambiente non ho dubbi, da un punto di vista fisico faccio un po’ più fatica anche se oggi mi diverto ancora nella promozione lombarda.
Per chi, come me, ha vaghi ricordi tecnici spiega che giocatore eri e dove hai giocato prima e dopo la stagione con l’Orvieto Bk?
Prima di Orvieto feci tutto il settore giovanile nell’Olimpia Milano arrivando a fare una decina di apparizioni con la prima squadra tra cui una finale di Coppa Korac vs Roma. Prima di scendere ad Orvieto avevo avuto esperienze a livello di B2 con Como e in serie C a Castelletto. Subito dopo Orvieto cominciai un lungo periodo a Novara nella serie C piemontese. Quattro anni pieni di successi in cui vincemmo un campionato e ne perdemmo uno in finale. Poi altri 4/5 anni nelle minors lombarde. Smisi nel 2004 quando cominciai a lavorare a Sky per poi riprendere per scherzo dopo 5 anni di totale inattività assieme ad un gruppo di amici in prima divisione.
Dal campo alla tv dove è un piacere ascoltarti. Quando è nata la passione per il giornalismo, come l’hai coltivata visto che ora è la tua professione? Penso sia il massimo abbinare lavoro e passione.
Giusto, lavorare facendo quello che più ti appassiona non ha prezzo. Sono diventato giornalista per caso. Nella prima parte della mia vita facevo tutt’altro ma siccome ero follemente innamorato del basket, in particolare il College Basket, scrivevo a tempo perso per un sito internet. Era una scusa per poter andare a vedere le Final Four sul posto. Ci andai per 3 anni in fila dal 2002 al 2004. Poi, proprio nell’ estate del 2004, venni a sapere che a Sky cercavano due persone per la redazione basket. Mandai il curriculum e Paola Ellisse (che già conoscevo per essere stato compagno di squadra del marito Franco Boselli ai tempi di Legnano) decise di chiamarmi. Da lì in poi ho imparato tutto seguendo Paola, Flavio (Tranquillo ) e Federico (Buffa) soprattutto, degli autentici professionisti e perfezionisti.
Il tuo stile nel parlare, spiegare e raccontare il basket è inconfondibile, preciso, efficace e lineare. Per molti sarebbe stato difficile entrare nel regno del duo Tranquillo-Buffa ma ci stai alla grande, quale è il segreto?
All’ inizio come capitato a molti commetti l’ errore di imitare chi ti ha preceduto ma col tempo ti rendi conto che non puoi essere come Michael Jordan e LeBron James, devi diventare qualcun altro. E’ quello che lentamente ho provato a fare, ritagliandomi spazi diversi, ad esempio nelle conduzioni degli studi. Il fatto di essere stato un giocatore di pallacanestro, seppur a basso livello, mi ha aiutato nella comprensione del gioco. Il complimento che apprezzo di più è quando sento persone che percepiscono l’ entusiasmo che trasmetto nel raccontarlo. Se ami davvero una cosa, se ti appassiona, traspare anche attraverso la TV, sono contento che questo arrivi a qualcuno.
E’ appena iniziata una nuova stagione NBA: possibili sorprese, squadre favorite e cosa dobbiamo aspettarci dal trio italiano Gallinari-Bargnani-Belinelli?
Aspettiamo il solito termine di metà febbraio quando si chiuderà il periodo degli scambi per vedere i roster definitivi delle squadre. Ad oggi mi sorprenderei di non trovare due tra Miami, Boston, Oklahoma City, San Antonio e Lakers in finale a giugno. Ma ripeto è ancora presto. Aspettiamo di vedere ad esempio come si trasformeranno i Lakers di D’Antoni. Dal trio italiano non mi aspetto una stagione tanto diversa rispetto a quella passata. Belinelli temo che giocherà meno rispetto al passato, soprattutto quando rientreranno prima Hinrich e poi Rose. Danilo Gallinari potrebbe avere più ruolo da leader e Bargnani potrebbe essere scambiato, ma anche qui è presto per esprimere sentenze.
Ricordi, impressioni, aneddoti e curiosità accompagnate da una premessa che ho lasciato per il finale: “Spero stiate tutti bene – ha esordito Alessandro – ho letto che il maltempo ha portato enormi problemi. Un saluto a Orvieto, ce l’ho sempre nel cuore.”
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