Mattia Cortelli una volta era “under”. Oggi è un veterano, una delle colonne portanti della Telematica Orvieto Basket, un giovane promettente, una garanzia per i compagni di squadra.
Nato a Siena il 2 marzo 1989, Mattia è un prodotto del vivaio orvietano dell’Orvieto Basket. Mentre studia Giurisprudenza a Perugia, continua a giocare ai massimi livelli ad Orvieto.
Mattia in poco tempo sei passato da under a veterano …
Un bella sensazione anche per la fiducia che la società mi ha dato confermandomi, spero di essere importante sia come attaccamento alla maglia che per i nuovi giovani inserimenti dal settore giovanile. Voglio essere un esempio per i ragazzi che ho vicino, far capire loro l’importanza di indossare questa maglia a cui tengo molto.
Questa stagione ha visto molti cambiamenti nella squadra, come ti trovi con i nuovi compagni?
Rispetto all’anno passato le competenze sono un po’ cambiate, Lorenzo e Marco garantivano come individualità cose che quest’anno dobbiamo fare come squadra. Ci sarà da lavorare molto sia perché siamo una nuova squadra sia perché dovremo costruire un’amalgama che funzioni e dia risultati. La voglia e l’entusiasmo non mancano nello spogliatoio, ci vorrà del tempo ma sono sicuro che il gruppo lavora unito per un obiettivo comune.
A cosa punta questa squadra?
L’obiettivo primario sono i playoff con una buona posizione nella griglia per poi vedere a quel punto come potremo giocarcela. Il risultato finale dipende molto da noi, da quanto saremo bravi a lavorare e creare un gruppo che funzioni anche nei momenti meno brillanti. Il girone anche se a prima vista non sembra è tosto, presenta varie squadre con giocatori di rilievo e giovani interessanti sia fisicamente che tecnicamente.
Che ne pensi di questa nuova realtà del basket?
Anche lo sport riflette la crisi che stiamo vivendo in questo periodo storico, tanto che molte squadre nella nostra categoria e anche in quelle superiori hanno rivoluzionato tutto il livello dei campionati. Molti giocatori importanti sono scesi di categoria per non rimanere a piedi, perciò da un certo punto di vista il livello è cresciuto e può essere un buono stimolo a fare meglio.
Dalle gioie ai dolori. Che ci dici della tua schiena?
Penso che mi dovrò abituare e imparare a convivere con questo problema, cerco sempre di dare il massimo condizioni permettendo. Sicuramente questo dolore non mi aiuta dal punto di vista fisico ma soprattutto da quello mentale. Sapere che a volte non posso allenarmi come vorrei o non posso esprimere in campo il mio potenziale mi dà veramente fastidio. Ma sia chiaro che non mi tirerò mai indietro per dare una mano alla squadra.
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