Ad Orvieto si cercano nuove soluzioni, a Città di Castello cacciato Bogliari, e anche in testa alla classifica… Intanto Lanzi torna a dire la sua.
Con 11 squadre umbre in Serie D, inevitabilmente il livello dei campionati di calcio regionali si è abbassato e queste prime giornate di Eccellenza lo stanno mettendo in mostra in maniera piuttosto evidente. Purtroppo l’Orvietana non contribuisce certo ad alzarne la media, anzi il penultimo posto in classifica certifica che dopo la retrocessione, l’ambientamento con la nuova categoria ancora deve perfezionarsi, peraltro come a Città di Castello, sponda Group, visto che anche l’altra retrocessa dalla D ha appena un misero punticino in più dell’Orvietana. Intanto l’altra squadra tifernate ha dato il benservito all’allenatore Gigi Bogliari, solo due punti conquistati con nessuna rete segnata in 5 partite. Per ora a ricevere la patata bollente in mano dal presidente Massetti è stato Valerio Pescari, già vice di Bogliari, ma a Città di Castello è subito scattato il toto-allenatore: tanti i nomi ipotizzati, staremo a vedere. Ma Massetti ha cacciato anche il difensore Albanese, rispedito in Sicilia per “motivi disciplinari” come si legge nel comunicato, dopo che anche le settimane scorse erano state caratterizzate da altre epurazioni, mentre da Milano torna il centrocampista Boumsong anche se il sogno resta il bomber Alessandro Corallo.
Mercato chiuso quindi solo formalmente, e non c’è da escludere che anche l’Orvietana possa stare a tentare in queste ultime ore qualche calciatore rimasto ancora senza squadra, qualcuno anche che aspettava chiamate dai professionisti che non sono arrivate, le voci che circolano sembrano ovviamente stridere con le poche possibilità economiche del club biancorosso, ma chissà che qualche atleta rimasto ancora a spasso, e magari anche legato alle nostre zone e a questi colori, non possa ritenere comunque interessante l’opportunità piuttosto che restare fermo. Indipendentemente da eventuali sorprese o meno, l’avvio di stagione deludente dovrebbe consigliare a Cavalli di cambiare qualche scelta, non tanto di uomini, ma di schieramento, le idee tattiche messe in mostra in queste prime giornate non stanno portando ai frutti sperati, e magari visto che è già ora di pensare ai punti e alla classifica, forse è il caso di accantonarle per ritirarle fuori se arriveranno tempi migliori. Adesso è il tempo di cercare di arrivare a pungere gli avversari per vie più semplici, meno sperimentali, magari anche più prevedibili, ma certamente più concrete.
Ma non si pensi che questi mal di pancia riguardino solo le squadre impelagate nei bassifondi della classifica, zona molto impervia proprio considerando le tantissime umbre di Serie D col rischio che ne possa retrocedere più di una allungando oltremisura la lista delle retrocessioni dall’Eccellenza verso la Promozione. Anche a Castel del Piano, corazzata neopromossa costruita ingaggiando fior di giocatori di categoria superiore, è bastato cedere il comando della classifica che subito l’allenatore Turchi è finito sulla graticola. Campionato modesto sì, ma pieno di fibrillazioni, con una classifica molto corta e squadre ancora alla ricerca di identità, pronostici affatto scontati e futuro tutto da scrivere.
Intanto Paolo Lanzi torna a parlare e chiedere rispetto per chi va in campo e per chi, senza ricevere nulla in cambio, si occupa della società ogni giorno. Probabile che anche il presidente Biagioli a breve metta nero su bianco su come intende andare avanti la . Questo il comunicato di Paolo Lanzi:
“Sono un dirigente dell’Orvietana calcio oramai da diversi anni,circa dodici, ne ho vissuti più della metà in disaccordo con gli altri consiglieri, ho sanato debiti non miei, sono stato contro corrente quando si sognavano categorie importanti, ho capito che certi personaggi importanti avevano altre mire e non l’Orvietana. Nello stesso tempo ho sbagliato in maniera consapevole tante volte forse troppe e una senza ombra di dubbio quella di rimanere in questa società quando avevo tutte le possibilità di andarmene, ma sono oramai una persona che ha cercato di creare, creare e poi abbandonare non è il mio piacere.
Oggi faccio il portavoce di uno sparuto gruppo di persone, che in maniera quasi dolorosa, cerca di far vivere e non far morire il calcio ad Orvieto.
Speravo che con l’intervista rilasciata ad Orvieto sport avevo chiarito che la linea che divide il fare calcio o non farlo è molto sottile.
Mi pesa dirlo ma Orvieto oggi, può permettersi questo pallone, un pallone dove ci sono sofferenze,dove non esistono sogni di gloria, ma solo difficoltà a tirare avanti una attività centenaria.
I ragazzi che fanno parte di questa squadra vanno rispettati, vanno rispettati per quello che fanno durante la settimana, vanno rispettati per il loro sacrificio, vanno rispettati per quello che prendono, sono sicuro che il piccolo rimborso che gli viene dato qualcuno non ci paga nemmeno la benzina.
Sento dagli spalti parole offensive nei confronti di questi ragazzi, vedete per educazione e per rispetto, nessuno si dovrebbe permettere di insultare chi presta la sua opera solo per il gusto di fare sport, non tanti anni fa, riscontravo con piacere che il carro dell’Orvietana era pieno di dirigenti e tifosi, era il periodo delle vacche grasse, si facevano belle squadre, si spendevano bei soldi, (ricordatevi l’anno di Lazzerini, Miani, Cersosimo etc), lì non c’erano ragazzi di Orvieto ma lo stadio era pieno, oggi tutti sono scesi dal carro, questo fa piacere significa attaccamento alla società. Da queste righe vorrei per un ulteriore volta ribadire che l’Orvietana è una società di capitale divisa in quote, che tutti possono acquistare, parlo delle quote naturalmente, mettendo in minoranza l’attuale consiglio direttivo, chi vuole quindi può farsi avanti, forse qualcuno avrà paura dei debiti? E’ possibile vedere anche quelli basta chiedere i bilanci e le esposizioni, volete una confidenza i debiti ci sono, ma non sono così importanti anzi ritengo che chiunque in altri momenti avrebbe sanato le pendenze che tutti dicono.
Mi preme inoltre chiedere rispetto per i nostri addetti, facile picchiare il cane perché il padrone è inavvicinabile, chi lavora all’interno di questa struttura lo fa perché ha passione e non certo per soldi, oggi la metà abbondante dei nostri addetti ci aiuta volontariamente, per amicizia e per attaccamento alla società, noi consiglieri possiamo e dobbiamo essere criticati, lasciate però il vostro rispetto per chi lavora senza corrispettivo e fa quello che la società gli chiede.
Fatta la premessa mi accingo a continuare il mio, come me lo definiscono ………, parliamo di cose tecniche,
Domenica siamo andati a fare una gita ad Umbertide ed abbiamo visto la nostra Orvietana, sinceramente una brutta Orvietana, non lo nascondo, sicuramente da rivedere. Si sono affrontate due squadre che hanno dato vita ad una partita noiosa dove i pochi sussulti sono stati dati da errori dei singoli.
Il pareggio, visto che la nostra compagine l’aveva tenuto fino al novantesimo, forse era il risultato più giusto, poi un errore partito da centrocampo ha fatto sì che un ragazzino di sedici anni ci ha punito in maniera definitiva.
Purtroppo bisogna capire che l’Orvietana e’ questa, una squadra giovane, inesperta, senza un vero leader carismatico, bravi giocatori, grande impegno, grande volontà, ma tutto qui.
Continueremo su questa strada, continueremo a lavorare con questi ragazzi, continueremo ad avere fiducia del nostro tecnico e soprattutto continueremo a spendere i pochi soldi che forse nemmeno abbiamo, capisco che qualche palato non sarà soddisfatto, mi dispiace ma questo passa il convento.
Vedete io molte volte spiego le cose, poi vengo ripreso per le cose che ho spiegato, sicuramente non ho una grande chiarezza nello scrivere ma a forza di scrivere, per il calcolo delle probabilità la cosa dovrebbe essere chiara.”
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