Quando il PalaPorano ha iniziato a scandire 100 come il pubblico di “Ok, il prezzo è giusto”, nel tripudio generale di trombette e maglie rosse, la mente è andata a Viterbo.
Perché Viterbo? Ho ripensato, insieme a un paio di amici, presenti ieri e quella volta, allo spareggio perso anni fa all’ultimo secondo.
Il match di domenica ha regalato, dopo anni di salvezze e sofferenze, di sfide vinte con tiri da 3 da 9 metri, di partite punto a punto al cardiopalma, il pomeriggio della svolta e dell’orgoglio.
Non siamo più abituati, per fortuna, a soffrire come quei tempi che sembrano lontani ma non lo sono. Gli stessi tempi che permettono, in questo momento, di apprezzare ancor di più lo storico risultato raggiunto.
Questa volta, dopo il primo tempo, ho pensato che fosse semplicemente arrivato il nostro momento, finalmente. Si è manifestato dopo una meravigliosa cavalcata durata 30 (più 3) partite.
La vittoria su Porto San Giorgio, in un match, a suo modo, storico, il primato, il nome Telematica Orvieto Bk sempre, costantemente, tra le 4 Grandi del campionato.
La migliore umbra del torneo, per notevole distacco, con un gioco bello, appagante e efficace.
Una squadra che corre tanto e bene. Intensità, ritmo, versatilità e qualità media alta in tutti gli elementi del gruppo. Il gruppo, sempre e comunque, il migliore in campo.
Forgiato, plasmato e modellato dallo staff tecnico guidato da Andrea Brandoni, già giocatore, ora coach, nel segno della continuità, dell’attaccamento alla maglia e ai colori come voluto dalla splendida Società.
C’è tutta Orvieto in questo successo.
Un posto piccolo per essere una città, nonostante pensiamo lo sia, un pò più grande per essere solo un borgo.
Una bellissima addormentata che sembra non volersi svegliare mai ma decide, presa per sfinimento da questi formidabili ragazzi, di concedere la sua passione come mai prima.
Giocavamo in casa gara3, la bella, come poi si è rivelata, la partita più importante della nostra storia, contro una squadra infarcita di veterani pronti a tutto pur di incanalare la sfida su altri binari.
Quali? Quelli del gioco lento, del ritmo basso, di qualche colpo non visto, di provocazioni, sguardi tesi e cattivi. Sono durati 3 minuti scarsi. Non hanno avuto il modo di organizzarsi.
Demoliti, rullati, asfaltati e ammutoliti in campo e sugli spalti.
Il loro treno si è fermato alla prima stazione. Il nostro frecciarossa li ha sfilati con irrisoria facilità, salutando dal finestrino, mostrando, con orgoglio, il biglietto della prossima fermata.
Next stop Ancona. E Ancona sia.
Questa vittoria, la vittoria del “100…Ok, il match è giusto”, è stata l’apoteosi dell’unione tra Società, Squadra, Città, ma si ora scriviamo città, e Tifoseria.
La partita perfetta nel giorno più importante, come solo le Grandi Squadre sanno fare.
Alzare il livello del proprio gioco in un “match senza ritorno” è la cosa più difficile.
Se ci riesci, tutto è possibile.
Se tutto è possibile NOI, a questo punto, vogliamo divertirci ANCONA…
Marco sta lavorando come un pazzo da ieri tra fisioterapisti e piscina per sgonfiare la caviglia ( poteva andare peggio! )…vuole esserci nella partita di Ancona. L’attaccamento di questi “stranieri” è quasi commovente se lo si paragona al rifiuto di Cempini, domenica, ad entrare in campo nel terzo quarto sul -30 ( non te ne eri accorto, vero ?)…..e molto di questo attaccamento è dovuto alla Società ed al suo Presidente, credibile e paterno!Comunque scrivi benissimo ed è giusto che qualcuno te lo dica!
Addirittura un’attesa “fremente” di curiosità e un bel richiamo a Pindaro. Troppo gentile, grazie Fabrì!
Ricambio facendo i complimenti per la scelta della citazione.
Perchè è vero che li abbiamo asfaltati ma l’intensità, l’attenzione e il ritmo non sono calati mai.
Chiuso il primo tempo +18 nel terzo quarto sono stati annientati.
Perchè nel basket sai benissimo, visto che lo segui da sempre, che se alzi il pedale dall’acceleratore tutto può succedere (ogni riferimento al +19 del CSKA Mosca a 12′ dalla fine della Finale di Eurolega di domenica sera, proprio pochi minuti dopo la nostra vittoria, è puramente casuale…).
Per questo credo sia giusto complimentarsi ancora una volta con il coach e la squadra.
Nel giorno del 100 un grande in bocca al lupo allo sfortunato Marco Ottocento, perchè abbiamo bisogno del suo contributo.
Non ne sbagli una !!!! ….ti aspettavo “fremente” di curiosità, sapendo che non avresti perso l’occasione per vestirti da Pindaro e come il greco poeta, parlare di sport. Bravo, Nicola……la tua lirica per il basket è precisa e puntuale……hai colto nuovamente nel segno !…e come Pindaro …”Io mi consumo come cera al calore, quando guardo la giovinezza dei ragazzi dalle floride membra. Contro il destino non c’è fuoco o muraglia di ferro che tenga”……