Al via il campionato di baseball per non vedenti
La competizione con nove squadre, in campo anche le donne
MILANO – Comincia sabato 17 marzo, presso il “diamante” di Malnate (VA) il campionato di baseball per ciechi. Al via nove squadre suddivise in due gironi (Est e Ovest) con team formati da non vedenti di Milano, Bologna, Firenze, Empoli, Ravenna, Roma, Malnate e Cagliari. Le prime classificate di ogni raggruppamento disputeranno le semifinali e la finale a giugno a Bologna.
COME IL BASEBALL TRADIZIONALE – Un torneo giunto alla XVI edizione e che da quest’anno si arricchisce di un’altra squadra, i Patrini di Malnate, che cercheranno di strappare il titolo di supercampioni ai Thunder’s five di Milano, la formazione che lo scorso anno si è aggiudicata scudetto e coppa Italia. «Le regole del gioco non sono tanto diverse da quelle del baseball tradizionale», racconta Lorenzo de Regny, ex campione dell’Europhon di Milano, gloriosa squadra meneghina degli anni ‘60 ora allenatore dei Thunder’s Five. «Ovviamente abbiamo dovuto adattare il gioco alle caratteristiche dei non vedenti». Ma lo spettacolo è assicurato. Le squadre sono composte da cinque giocatori ciechi e da uno vedente. A quest’ultimo si unisce, nella fase di difesa, un altro vedente con funzioni di assistenza. I due, nella fase di attacco, fungono da suggeritori. Ma come fa un giocatore cieco a battere la palla con la mazza, a correre verso le basi e ad orientarsi nel diamante? «Non potendo lanciare la palla ad un giocatore cieco, il battitore – continua de Regny – tiene la palla con la mano sinistra e la mazza nella mano destra. Ha tre tentativi per battere e se la palla è buona (cioè batte a terra e supera la linea seconda/terza) comincia a correre. Non verso la prima base che è sonora e che emette un suono costante. Ma direttamente verso la seconda dove è posizionato un compagno vedente che batte le mani con delle specie di nacchere sempre più forte mano a mano che il giocatore si avvicina in corsa alla base. Poi avanza in terza base sempre con l’ausilio di un clacson sonoro operato da un assistente fino a segnare il punto».
QUOTE ROSA – Oltre settanta gli atleti, 30 gli allenatori di uno sport rispettoso delle quote rosa, come conferma Francesco Cusati, capitano dei Thunder’S Five Milano e presidente del Gruppo Sportivo Dilettantistico non vedenti Milano Onlus: «Nelle due formazioni Milanesi, giocano ben sette donne». Un gioco molto simile a quello dei normodotati e che viene considerato più veloce e spettacolare di quello che giocano i non vedenti statunitensi detto “Beep Ball” e che da qualche anno viene esportato anche all’estero, in Germania e in Francia. E chissà che un domani non possa nascere anche un torneo internazionale stile Champion’s League.
Michele Novaga e Matteo Paini per Corriere.it
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