C’ha lasciato in modo sobrio, poco rumoroso, l’esatto contrario del portamento caciarone e coinvolgente che aveva contribuito a farne un personaggio.
Paolo Menichetti, in modo del tutto personale e mai banale, col suo fare ruspante e sempre naturale, ha rappresentato qualcosa di importante, non solo per l’automobilismo sportivo, ma anche per essere riuscito, senza bisogno di marketing, a veicolare in maniera positiva il nome di Orvieto fra gli addetti ai lavori e i tanti frequentatori di tutti gli autodromi della penisola. Luoghi in cui, da meta’ degli anni ’70 in poi era cosa normale sentirsi dire: “Sei di Orvieto? Allora conosci, di sicuro, Paolo Menichetti”.
Abituato a guidare autotreni, trattori, mietitrebbie ed altri mezzi compatibili, complice la corsa della Castellana, a forza di seguire le traiettorie dei piloti in prova, si trovo’, quasi per gioco, vestito con casco e tuta .
La voglia di competere, parte integrante della sua vita quotidiana, rafforzata dal continuo andirivieni da e per Fossatello, lo indusse a provare in prima persona, dapprima con una vecchia Giulia Alfa Romeo e successivamente con macchine piu` corsaiole, tutte o quasi della categoria turismo.
La partecipazione alla Castellana fu solo il primo passaggio, vennero poi le salite nazionali e quelle tricolori, i trofei di marca, le prove di campionato italiano turismo sulle principali piste italiane.
Attento e scrupoloso nella cura dei particolari, portato, per indole, a stringere subito amicizia, Paolo divenne ben presto uno fra i personaggi piu ricercati dei vari paddock. Le sue barzellette, i suoi racconti di vita vissuta o fatti passare per tali come quello del “gatto che morde i rosichini delle orecchie al castello di Spante”, interpretati con una mimica ed un vocabolario tutto suo, farciti di particolari ogni volta inediti e di conseguenza sempre attuali, animavano le serate pre gara e ogni momento di relax nei fine settimana . Senza dimenticare le tante di fine stagione, curate personalmente con la fida Elvira, nell’amata dimora del Fossatello alle quali nessuno voleva mancare e dove arrivavano amici da tutta l’Umbria e da altre parti d’Italia.
Famosa, anche la sua “paura” del mare, in occasione delle trasferte in Sardegna, con l’aneddoto del comandante della nave il quale, istruito dagli amici di Paolo, lo convoca, gli fornisce un secchio e lo invita a collaborare per lo smaltimento dell’acqua imbarcata per l’improvviso aprirsi di una falla.
Come pure la sua veglia ininterrotta al giro d’Italia del 1979, quando, informato dal buontempone di turno su un presunto tentativo di manipolazione al motore della 127 sport grigio metallizzato, riusci’ a rimanere sveglio, ininterrottamente, per cinque notti, dalla partenza al ritorno a Torino.
Non era, per questo, un credulone. Solo che gli piaceva prestarsi al gioco, sempre nel rispetto della correttezza dei rapporti nel mondo che amava.
Un personaggio, forse, d’altri tempi per i modi frugali mai rinnegati nel contesto dell’automobilismo sportivo ormai troppo patinato, ma una figura da prendere ad esempio per la passione e l’amore per lo sport del motore.
Appena una settimana fa ti osservavo discutere, con la grinta di sempre, sulle responsabilita’ per un piccolo tamponamento. Il giorno successivo mi hai deliziato con una battuta delle tue riguardo la fila agli uffici postali. La terro’ per me, conservandola come ricordo.
Ciao Paolo. Gli amici della Castellana
Se ne và un “pezzo” di storia automobilistica orvietana, dei passaggi a san Giorgio, una buona settimana prima della castellana. Ci sono cresciuto con il “personaggio” Menichetti, mi sono innamorato delle salite, e Lui era il Personaggio per antonomasia, Ha contagiato molti concittadini per questa disciplina sportiva, me compreso. Soprattutto faceva sembrare tutto semplice , in effetti la Sua naturalezza e semplicità è l’anima e l’essenza di questo sport. Sono commosso ….Ciao Paolo e grazie!!!