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Orvietani in partenza: Marco Guerriero dagli Arrapaho alla serie A?

La sua è una partenza che dispiace, per quanto ha fatto per il team degli Arrapaho, per quanto ha fatto per il basket cittadino in generale, ma le strade, spesso in salita, servono ai tecnici per crescere e completarsi e Marco Guerriero ha di fronte a sé una possibilità che gli darà molto, se siamo certi.

Allora Marco, intanto complimenti e auguri per il nuovo incarico, ci racconti come è andata?

Dopo le feste per la vittoria del campionato, sono partito un mese e mezzo, chiamato come coach in alcuni camp importanti, tra cui quello di Dan Peterson e Danilo Gallinari, il Jamcamp e quello poi della Virtus Lottomatica Roma. Sono sincero ho ricevuto delle chiamate, alcune per sondare la mia disponibilità, altre più pressanti e importanti. Il rammarico è che dall’Umbria sono state poche, una per ora molto concreta e di una società storica nel panorama cestistico maschile della nostra regione; poi purtroppo alcune cose hanno impedito alla stessa di disputare un campionato nazionale e quindi l’eventuale accordo non si è fatto. Intanto si muoveva il mercato anche delle panchine del basket femminile, con anche lì due squadre a chiedere un “si” per la mia prossima stagione. Alla fine ho scelto La Womens Campobasso del presidente Luigi Maiella, che mi ha presentato un progetto importante, ambizioso, con l ‘obbiettivo di salire in serie A e di avere sul mercato la possibilità di costruire una squadra forte e professionistica, oltre tutto lavorare a tempo pieno con uno staff tecnico a mia disposizione di assoluto valore. Lo ringrazio sin da ora per avermi scelto e cercato e spero di ripagarlo con il lavoro e i risultati.

Dunque davanti a te c’è una stagione dagli obiettivi ambiziosi …

Come ti dicevo le ambizioni per un coach sono sempre fondamentali, ma soprattutto lavorare, lavorare, lavorare, dare un idea di gioco, di gruppo e portare avanti sempre tutti insieme gli obbiettivi. Sono contento di questa cosa e spero di poter portare e dare alle mie ragazze, l’entusiasmo e la forza che abbiamo avuto quest’anno con gli Arrapaho. L’obbiettivo unico è la promozione in serie A, quindi sarà bello, stimolante, e non vedo l’ora di toccare di nuovo il parquet per il primo allenamento.

A Orvieto lasci una squadra, gli Arrapaho, con la quale hai dato e vinto tutto, qualche rammarico? qualche sassolino da togliersi dalle scarpe?

Gli Arrapaho con me hanno vinto tutto, è vero, ma questo non significa nulla, anzi deve essere un punto di partenza, per riconfermarsi e crescere ancora di più sia come società, sia come squadra. Nessun rammarico, perché? Anzi solo grandi soddisfazioni e ancora nel cuore e nella mente il campionato e le final four che rimarranno sempre con me! Le altre cose più private ce le siamo dette con il presidente Moscatelli, lui sa tutto, ma so cose di “confessionale” e non si dicono..! Sassolini? Sai, ogni stagione agonistica, nel bene e nel male, te ne togli sempre uno che ti dà fastido … con gli Arrapaho forse più di uno, me ne sono levato, ma sono felice soprattutto che la gente e il pubblico abbia capito, anche qualche volte criticando, come che giusto che sia, ma sempre in maniera costruttiva, il lavoro e il basket giocato: poi il resto sono parole, quello che conta sono i fatti!

Il presidente Moscatelli ha ringraziato pubblicamente il tuo operato, ora tu cosa auguri al team?

Ringrazio infinitamente Moscatelli per le belle parole. Lui è in primis un grande amico fraterno e persona cara, poi un grande presidente che mi ha sempre sostenuto e sopportato in questo anno fantastico passato insieme. Abbiamo fatto una cosa stupenda e storica. Mi è stato regalato un sogno che porterò sempre stretto con me. I ragazzi sono stati immensi, eroici e credo che abbiamo regalato una stagione di bel basket che ha premiato tutti i nostri sacrifici. Gli Arrapaho sapranno continuare la strada intrapresa con me anche nelle prossime stagioni, continuando un percorso di crescita e sono sicuro che regaleranno ancora soddisfazioni a tutti. Io porterò questa esperienza con me e cercherò di tramutare il lavoro duro, la forza, la voglia di vincere e di lottare sempre, nella mia prossima avventura lavorativa, che ha un progetto e mire, come sai, importanti. Colgo l’occasione per salutare tutti anche con molta emozione e augurare agli Arrapaho, all’Orvieto Basket dell’amico Andrea Brandoni, alla Ceprini di due fantastiche persone come Angelo Bondi e Paolo Egidi, e a tutto lo sport orvietano un grosso in bocca lupo.

E un suggerimento al tuo successore, peraltro non ancora ufficializzato?

Non so chi arriverà al mio posto Non ho suggerimenti da dare a chi mi sostituirà, non è nel mio stile, ogni allenatore ha le sue idee e il suo modo di impostare gioco e lavoro. Gli faccio un grosso in bocca lupo e gli auguro di avere successo con un gruppo bravo tecnicamente ma soprattutto forte nello spogliatoio e fuori del campo, e se sarà un allenatore “di fuori”, che sia bravo a capire la realtà sportiva orvietana, molto esigente !

Che dire? Un grosso, grossissimo in bocca a Marco per la sua nuova avventura. Se OrvietoSport ce la farà, lo seguirà comunque, pure a distanza.

 

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