Il giorno dopo è ancora più dura accettare la realtà. Wouter Weylandt, dorsale 108, cresta sbarazzina e sorriso fisso, non sarà al via della quarta tappa del Giro d’Italia. Non salirà sul podio firma, non rilascerà interviste, non scambierà due chiacchiere con i colleghi. A Genova non ci saranno feste, musica o ballerine da carovana.
“Sarà una giornata di lutto in partenza e anche in arrivo”, hanno annunciato Angelo Zomegnan (direttore del Giro) e Michele Acquarone (direttore di Rcs Sport). La Corsa rosa partirà, ancora, come accade da 94 anni. Però non sarà combattuta. I corridori andranno a passo ridotto, per rispetto del loro collega e del dolore dei suoi famigliari. Ed è probabile che sul traguardo di Livorno sfili l’intera Leopard-Trek, così come accadde al Tour de France del 1995 alla Motorola di Fabio Casartelli.
Doveva essere la tappa di Alessandro Petacchi, che passerà sotto casa a Lido di Camaiore, e del duello con Mark Cavendish. Doveva essere la tappa celebrativa della spedizione dei Mille, ma di garibaldino ci sarà ben poco. L’applauso andrà solo al coraggio degli uomini di Nygaard e Guercilena, di nuovo in sella per altri 216 chilometri, con un compagno di viaggio in meno e tanta tristezza nel cuore in più. L’ha chiesto loro il padre di Wouter, arrivato ieri sera via Malpensa dal Belgio. Questa mattina il genitore del povero Wouter ha dovuto sopportare la prova più dura, il riconoscimento della salma del figlio, nella camera mortuaria dell’ospedale di Lavagna.
da Gazzetta.itReference corry, michael and watkins, buy essays best safe ryan
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