300! Tre zero zero. Non è un pin, una password o un codice di quelli che accompagnano ormai irrimediabilmente le nostre giornate.
300 è più semplicemente il numero degli spettatori che hanno assistito domenica, purtroppo, all’ennesima sconfitta dell’USO.
Il loro “habitat naturale” è il Muzi e i comportamenti sugli spalti, già trattati in un altro pezzo di questa rubrica, non cambiano al variare del risultato.
Durante i match l’atmosfera non ricorda né la “Bombonera” di Buenos Aires, né il “Marakanà” di Belgrado e neanche la “Kop” di Liverpool, questo mi pare doveroso ricordalo, ma la solita presenza e la pazienza dimostrata anche in questa difficile stagione, credo non sia venuta mai a mancare.
Non parlerò di tattica, tecnica, scelte iniziali e sostituzioni.
Basta leggere la classifica per capire il momento delicato che la squadra sta attraversando.
Ognuno ha le sue opinioni e le mie, sicuramente, non interessano a nessuno.
Andiamo con ordine. Domenica 17 Aprile, giornata n° 32, finale da Orvieto: Città di Castello – Orvietana 2-1, segno in schedina, se ci fosse stata quella di Serie D, 2.
Ora il gioco è questo: andate sulla cronaca del match, potete anche non leggerla, tanto Marco non si offende, scorrete con il mouse, raggiungete le interviste post partita e soffermatevi su questa frase del nostro allenatore, il Signor Marini: “[…]Ormai per noi è più facile in trasferta visto che in casa abbiamo dei tifosi che è meglio perderli che trovarli, non meritano questi palcoscenici, quando una tifoseria vede che una squadra continua ad attaccare e per sfortuna non trova il gol, non può darci addosso, ormai mi hanno stufato, non ci hanno mai aiutato in tutta la stagione”.
Potete anche non seguire il gioco proposto tanto ho riportato il virgolettato indiziato qui sopra.
E’ vero, non siamo al San Paolo ma i tifosi meritano rispetto: sempre e comunque. Rispetto, quello che in queste parole, mi auguro dette a caldo, e dettate dall’emotività del momento, risulta essere il grande assente.
Non dico che i tifosi non si possano criticare, l’assordante silenzio in tanti momenti delle partite meriterebbe più di una riflessione, però ci sono modi e modi di dire le cose e Lei, mi permetto di dirlo, anzi di scriverlo, ha scelto quello peggiore.
Si è stufato di noi? Solo perché alla trentaduesima giornata abbiamo deciso di fischiare a fine partita, per la prima volta, dopo aver visto la diciassettesima sconfitta stagionale, dicasi 17, della Sua e Nostra Squadra?
Dire: “E’ meglio perderli che trovarli… non meritano questi palcoscenici… mi hanno stufato… non ci hanno mai aiutato in tutta la stagione!” è troppo, è veramente troppo.
Caro Mister, giù le mani dai tifosi.
Nel calcio i giocatori giocano, gli allenatori allenano e i tifosi tifano. Se non tifano, polemizzano.
E’ così e sarà sempre così.
I fischi post partita sono il segnale dello sconforto e della rassegnazione, in altre piazze, probabilmente, sarebbero arrivati anche molto prima.
Sono fischi di paura. Paura di andare in trasferta a San Venanzo, con tutto il rispetto per una squadra che è salita meritatamente di categoria per la prima volta nella sua storia. Tutto qua.
Forse non c’era neanche bisogno di spiegarlo. I fischi non si spiegano: si ascoltano e si accettano.
Sono un tifoso e ieri ho fischiato. Il secondo gol del Città di Castello, quello sì, è cosa da altri palcoscenici. Roba da derby del cuore…
Nonostante ciò, domenica pomeriggio insieme agli altri 299 impavidi, ho deciso di esserci di nuovo, come tutte le settimane, come a Todi, a Città di Castello, a Scandicci e a Perugia.
La storia di tutte le squadre è sempre la stessa: ci sono uomini che passano (dirigenti, giocatori, allenatori), tifosi e colori che restano.
FORZA USO!
PS Nelle prossime ore mi aspetto le Sue scuse ai tifosi biancorossi, credo siano doverose.
Forse chiedo troppo!
Battute a parte penso che diabolix mi porga un assist per confermare ciò che ho scritto e ciò che penso.
Io e Lei, diabolix, abbiamo lo stesso punto di vista sulle dichiarazioni di Marini, sul pubblico di Orvieto, con me sfonda una porta aperta, e sul fatto che sembra di stare al teatro.
Non a caso parlo di silenzio assordante…
In altri lidi il pubblico avrebbe probabilmente scosso l’ambiente in maniera diversa. Ci può anche stare, però, che qualcuno, compreso il sottoscritto, dopo 17 sconfitte su 32 partite, si innervosisca un pò!
E’ anche vero che in altri lidi, con questi risultati, probabilmente Marini sarebbe “saltato” prima.
A Orvieto ha avuto sempre la possibilità di lavorare con tranquillità nonostante la classifica sia stata sempre deficitaria.
Non lo dico per antipatia, lo dicono i numeri.
La società ha appoggiato il progetto nato in estate praticamente fino all’ultimo. Una coerenza che, secondo me, va apprezzata e rispettata.
Escludendo i tanti problemi fisici di Nuccioni e, vado a memoria, lo stiramento di Agostini mi pare che, pur considerando i normali acciacchi di una stagione, la rosa a disposizione, da gennaio in poi, fosse sufficiente per cercare una salvezza diretta.
Di fatto Marini, dichiarazioni scellerate a parte, paga le 4 sconfitte nelle ultime 5 partite.
Nel calcio i risultati contano più di ogni altra cosa e tutti, dopo i 7 punti in 3 partite, culminati con la vittoria di Borgo San Lorenzo, ci aspettavamo molto di più, anche in termini di aggressività, attenzione e voglia di vincere.
L’impressione è che questa sia, per assurdo, una squadra scarica, che si compiaccia di se stessa ogni volta che infila un minifilotto di buone prestazioni.
L’atteggiamento nei primi minuti di domenica è stato, da tifoso, preoccupante.
Contro una squadra infarcita di ragazzini mi sarei aspettato qualche intervento duro e ruvido per la serie “oggi, bimbi, questa è la musica: adattatevi!”. Invece, purtroppo, NIENTE.
Dal punto di vista societario da quello che ho capito, carpito e letto, anche su questo sito, credo sia stata un’annata particolare, ricca di cambiamenti.
Raggiungiamo l’obiettivo, facciamo lavorare in pace chi ha realmente affrontato tutta questa stagione piena di difficoltà e auguriamoci che l’esperienza maturata in questi mesi, possa ulteriormente servire nel prossimo anno.
Sono certo che sarà così.
In bocca al lupo al “nuovo-vecchio” mister e FORZA USO!
LE DICHIARAZIONI DI MARINI SONO STATE INOPPORTUNE E SCELLERATE , MA UNA COSA E’ VERA IL PUBBLICO DI ORVIETO PURTROPPO E’ AMORFO , DOVREBBE FARSI SENTIRE DI PIU’,SOPRATTUTTO NEI CONFRONTI DELLA SOCIETA CHE TRANNE MONETI E ALTRI NUOVI SONO DEI DILETTANTI ALLO SBARAGLIO
E’ in altri lidi il pubblico qualche volta fa la differenza ,invece ad Orvieto sembra di stare al teatro
Un applauso, anzi un applaUSO, alla “Banda del Muzi”!
La battuta entra di diritto nella storia di Offside, in una giornata nella quale l’ironia ha lasciato spazio alla critica e alle polemiche una risata per stemperare i toni ci voleva proprio!
Devo assolutamente rispondere con un’altra battuta, per restare in tema di Marini e palcoscenici.
Lei sì, e di Marini intendo Valeria, sul palcoscenico, quello vero, ci è stata eccome…
Mi raccomando leggete tutti quanti tutte le righe degli articoli di Marco altrimenti mi “eliminano” dalla testata! 🙂
A noi di MARINI ci piace solo VALERIA!
Temo che con quella intervista si sia giocato il posto, staremo a vedere… per il resto sottoscrivo in pieno il pezzo di Nicola
tranne quando dice che potete anche non leggervi i miei articoli!! 🙂