Il Direttore Generale dell’Orvietana fa il punto di questa prima metà di stagione e si rivolge a tifosi, stampa, atleti e semplici appasionati.
Non voglio parlare di partite, non voglio parlare di arbitri e non mi sento di colpevolizzare il pubblico di Orvieto sempre meno numeroso allo stadio, voglio solamente fare il punto di una situazione ormai arrivati a metà del cammino.
Siamo a dicembre sotto le festività natalizie è giusto oltre a gli auguri di rito ringraziare i tifosi che fino ad oggi ci sono stati vicino ed hanno capito la grande difficoltà che Orvieto calcistica e non, sta attraversando.
Quando in estate mi era stato chiesto di prendere in mano una società che doveva ripartire e cambiare corso pensavo che il compito potesse essere più semplice, pensavo ai giovani a cui si poteva dare finalmente una possibilità, “ i miei ragazzi “quelli che avevo visto crescere nel settore giovanile quelli che nelle leve passate non erano mai stati valorizzati.
Parlo di ragazzi come Genovesi, Profili, Filippi, Caciolla, Fini e tanti altri che avevano fatto benissimo nei tornei di categoria e che ora vivacchiano in giro tra Umbria e Lazio, ma lontani da Orvieto.
Luciano Marini era il tecnico giusto per questo lavoro,un tecnico esperto che sa di calcio e che poteva far crescere (come sta facendo) i nostri ragazzi.
Naturalmente le risorse economiche, vista la grande crisi che si sta attraversando, si sono assottigliate e questo ha inciso a luglio sulla scelta dei giocatori che dovevano fare la differenza e quando si sceglie in questo modo bisogna fare delle scommesse che non sempre si vincono.
Una scommessa è stata Pietro Famiano,una scommessa sono stati gli inserimenti dei nostri fuoriquota parlo naturalmente della leva ‘92 in qualche modo vinta, una scommessa su Mirko Chiasso e Giuliano Cioci, due atleti con grandi stimoli e soprattutto persone amiche.
Le scommesse perse sono tante, forse troppe e quando non si ha un grande budget non si può scommettere tanto, manca una punta dai tempi di Miani e Lazzerini ,non siamo riusciti a trovarla nemmeno in questa stagione ed ora a dicembre è ancora più difficile, chi le ha se le tiene, chi le libera significa che non segnano ed è inutile prenderle.
Insieme a Matteo stiamo lavorando sul mercato per poter chiudere un ruolo determinante per finalizzare questo gioco.
Matteo Porcari, Gabriele Martelloni, Lorenzo Cortoni, Riccardo Fatone quattro ragazzi, quattro giovani in quattro ruoli importanti, direttore sportivo, addetto stampa, responsabile e accompagnatore prima squadra, responsabile settore giovanile, una scelta la mia (naturalmente parlo di me come società) per mettere dei giovani al servizio dell’Orvietana, giovani che possono continuare una tradizione calcistica con una mentalità differente spinta al cambiamento e al beneficio di questa attività oramai ultracentenaria .
Peccheranno un po’ di esperienza, un po’ di poca cattiveria, ma sulle loro capacità e sulla loro volontà non c’è da discutere.
Il mister si commenta da solo, è stato scelto per creare una forza coesa tra prima squadra e settore giovanile e soprattutto insegnare ai nostri ragazzi un calcio nuovo fatto di spettacolo e doti tecniche ed è quello che sta facendo, finalmente ha dato alla squadra una identità, un bel gioco dove il calcio la fa da padrone e forse a volte dovrebbe essere meno bello e più concreto, ma non sarebbe Luciano Marini.
Gli arbitri ad oggi non ci hanno certo favorito sono state più le decisioni sfavorevoli che quelle a nostro favore,quando si ha una squadra che lotta su ogni risultato una decisione dell’arbitro un po’ poco giusta diventa determinante, spero che a fine anno le decisioni favorevoli e sfavorevoli si compenseranno.
La nostra società, una società fatta di tifosi, di persone come dice il nostro Presidente ammalate di calcio,una società che avrebbe bisogno di gente giovane con idee nuove volte al miglioramento non solo tecnico ma anche di immagine di comunicazione di presenza.
Per ultimo voglio parlare del nostro settore giovanile,un settore giovanile quotato più fuori che all’interno di Orvieto, che ha vissuto in questi dieci anni momenti esaltanti e momenti difficili, ma sempre presente sia come attività agonistica che come scuola calcio. Il mio pensiero va a tutti questi ragazzi che giornalmente si sacrificano sui campi di calcio e che tengono nel loro cassetto il sogno che chi ama il calcio ha avuto,spero che il loro sogno si avveri, ma anche se così non fosse spero che l’amore per questo sport distolga loro dalle tentazioni negative della vita.
In un momento come questo dove i giovani si stanno sempre più isolando,dove i mezzi di comunicazione ci fanno vivere sempre più nelle quattro mura domestiche, dove non esiste più la piazzetta come luogo di divertimento,dove un computer ci sta creando amicizie virtuali o lontanissime, vivere a contatto con i propri coetanei, scambiare le proprie idee,anche in maniera colorita e poco ortodossa, vuol dire vivere, vuol dire esserci, vuol dire non essere solo davanti a un computer, vuol dire forza, la forza delle nostre idee condivise anche se per una cosa stupida come il calcio. Il nostro settore giovanile non deve solo creare giocatori, ma uomini con valori e idee.
Da qualche anno il nostro settore giovanile è diventato anche il settore giovanile del Ciconia calcio e questo per merito di una persona che si è messa contro tutto e contro tutti, ma che ha portato avanti le nostre idee rimanendo solo, ma sovvertendo quei falsi ideali di campanilismo e di dualismo che solo le persone sciocche e frustate potevano e possono avere, i risultati raggiunti ci hanno dato ragione, penso che poche persone avrebbero resistito alla grande pressione che questo dirigente ha avuto, persone così meritano un rispetto particolare.
Ho cercato in questo anno di mantenere i rapporti con la stampa in maniera viva e interessata a volte sono stato criticato, comunque ritengo giusto continuare su questo piano e portare avanti queste mia idea.
Per questo dico parliamo di Orvietana, anche male, ma parliamone e viviamola, il mio disappunto non è quando si parla male di me e dell’Orvietana, ma nasce quando non trovo commenti sul forum, quando si sta in silenzio perché questo vuol dire indifferenza e l’indifferenza porta alla fine.
Sul direttore generale qualsiasi commento è ben accetto, io vado avanti per la mia strada l’unica cosa che posso fare è accettare le vostre critiche e farne tesoro, aspettando la salvezza a maggio e poi tornare nel mio (come mi disse Luciano Pietrangeli) settore giovanile.
Io questo anno una vittoria già la ho conquistata: la convocazione di Simone Pasquini nella nazionale di categoria è l’avverarsi di qualche cosa che avevo detto tempo indietro ai suoi genitori.
Colgo l’occasione per augurare un Natale felice a tutti, tifosi e non, e un nuovo anno dove salute e prosperità siano di casa presso ognuno di noi.
Paolo Lanzi
Grazie Paolo, poche volte i vertici delle squadre orvietane si sono messi in gioco come fai tu con faccia, carta, penna e … web. Tutti noi di OrvietoSport ti ringraziamo per l’affetto e la stima che ci dimostri affidando anche alle nostre pagine il tuo pensiero. Carissimi auguri di buone feste e che il Natale ormai alle porte possa portare in casa Orvietana un po’ di serenità.