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Shadow

Prima i risultati sportivi, poi le società

Mi ha molto colpito la questione sollevata da un articolo su un giovanissimo nuotatore che è costretto ad allenarsi fuori città. Penso sia inconcepibile. Lo sport, specialmente quando a praticarlo sono le giovani generazioni, dovrebbe unire non dividere. Questo ragazzo, a quanto sappiamo, è una grande promessa per lo sport orvietano, ma si allena altrove. Il talento, la bravura, e la tenacia di lui e dei suoi genitori che immaginiamo supportarlo, passano quindi in secondo piano rispetto alle logiche assurde di gestioni varie di impianti. E così Orvieto perde un atleta. Ma quanti sono gli atleti che la città, nel corso degli anni, ha perso per strada, a causa del proprio egoismo egocentrico che ha sempre tenuto più alla appartenenza politica che non al risultato sportivo? Tanti.

E così la scherma si divide in due scuole, il nuoto in due società, il calcio in tre poli principali, il calcioa cinque in due principali e in numerosi altri, il basket in tre società e così via. Non sarebbe più intelligente creare una sorta di grande polisportiva orvietana dove tutte le società sono concentrate, dove tutti lavorano per ottenere il meglio, dove tutti gareggiano sotto un unica maglia, quella orvietana? Una grande società sportiva, che si occupi di tutto. Già ma poi ci sarebbe una dirigenza unica, e come si fa a mettere insieme in un pollaio tanti galli? Si rischia il parapiglia ad ogni momento decisionale. Invece si può eccome, basta accantonare la smania di poltrona, malattia tipica delle nostre parti, e abbracciare la smania di risultato. Utopia? Può darsi, ma sentire che un ragazzo che un domani non troppo lontano potrebbe appuntarsi sul petto una medaglia di quelle che pesano sia costretto ad allenarsi fuori città, fa riflettere sui motivi dello sport.

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1 Comment

  • donatella bartolini

    Grazie Monica per quello che hai scritto; io sono stata la promotrice delle tue teorie nel momento in cui si è prospettata l’idea della gestione della piscina comunale;sono stata io che ho spinto per far si che si costituisse un’unica società orvietana per partecipare al bando:questo lo sa l’assessore Tardani come i dirigenti della Uisp; ma la cosa non venne accettata e infatti oggi loro hanno il monopolio e noi girovaghiamo per le province limitrofe…..chissà come mai non accettarono la proposta?Fino a quando ciascuno penserà soltanto al piccolo orticello che coltiva senza prefiggersi obiettivi più grandi, che possano portare lontano,questo purtoppo continuerà ad accadere!
    Donatella Bartolini

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