Per due estati, a Corbara, zona del Forello, avevamo dovuto assistere, impotenti, ad una vera e propria ecatombe di pesci. La causa, purtroppo, non era imputabile ad eventi naturali che, se del caso, si sarebbero potute accettare, ma all’uomo che, pur consapevole in anticipo di quanto sarebbe accaduto, non aveva fatto nulla per impedirla. Veniamo ai fatti. Nella zona citata, esiste una naturale depressione sul fondo del lago che, calando il livello delle acque, non si svuota. Insieme all’acqua restano i pinnuti che, nel periodo primaverile sono portati a riunirsi in quella zona per la riproduzione. Essendo quello di Corbara un lago artificiale, è normale quindi che sia soggetto a variazioni di livello positive o negative. ma tali variazioni sono decise dall’uomo, quindi abbastanza programmabili, compatibilmente con le esigenze energetiche. In ciascuno dei due eventi “catastrofici” di cui abbiamo fatto cenno sopra, per le variazioni di livello sono rimasti intrappolati in un avvallamento del fondale, alcune centinaia di quintali di pesci che poi sono morti per il prosciugamento delle pozze createsi.
Non si può parlare di colpe imputabili a qualcuno: semplicemente, nonostante la buona volontà di tutti, le pastoie dei meccanismi burocratici non sono riusciti ad impedire l’evento. La Lenza Orvietana Colmic Stonfo aveva puntualmente denunciato la trappola che si sarebbe formata: abbassandosi repentinamente il livello delle acque i pesci e gli avvannotti già nati, sarebbero rimasti isolati e sarebbero morti con il prosciugamento della pozza rimasta, cosa che per due volte è puntualmente accaduta. La Società Orvietana aveva suggerito di scavare, durante l’estate, quindi con piena accessibilità al sito, un canale scolmatore di poche centinaia di metri che avrebbe assicurato il deflusso delle acque e quindi la possibilità dei pinnuti di mettersi in salvo. Purtroppo non era stato fatto nulla, se non lo stanziamento di fondi, da parte della Amministrazione Provinciale di Terni, per la raccolta e la distruzione dei pesci morti. Quest’anno, però, le cose sono andate per il verso giusto e, grazie alle tempestive segnalazioni effettuate dalla Lenza Orvietana, all’azione concordata con Regione e Provincia, alla solerte attività della Polizia Locale, si è riusciti a mantenere costante il livello del lago nei mesi cruciali per la riproduzione e quindi non si è ripetuta la strage degli anni scorsi.
I pesci, ultimata la fase riproduttiva, al lento deflusso delle acque si sono ritirati pressoché tutti, adulti e avannotti, dalla sacca potenzialmente mortale. Prova del successo di questa operazione è quanto si sta verificando attualmente: il bacino è pullulante di novellame di tutte le specie presenti, dalla carpa, ai gardon, ai pesci gatto e nelle due ultime competizioni svoltesi a Corbara, la finale del Campionato Provinciale e la V^ prova del Campionato di serie B, tenutesi il 29 agosto e il 5 settembre u.s., sono state molto abbondanti le prede (che, lo ricordiamo, vengono poi reimmesse in acqua, vive, dopo una veloce pesatura). Renato Rosciarelli
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