Martedì 22 giugno. Apparentemente una normalissima data, in un calendario sempre uguale. In realtà la sera del 22 giugno del 2008 rappresenta per me, come per tante altre persone, un giorno particolare nel quale un amico, un grande amico, ha cambiato squadra.
Non c’ero preparato, non lo immaginavo, non lo avrei mai voluto, ma è accaduto. Sono passati solo due anni, ed il ricordo continua ad essere presente costantemente, ogni giorno ed ogni volta che la testa si libera dai banalissimi impegni a cui sei costretto ad obbedire quotidianamente.
Ho ed abbiamo condiviso tanto con lui; sport, musica, amicizie in comune, e per qualche tempo anche il lavoro. Abbiamo scherzato e riso insieme, perché ciò era nel suo carattere, ed insieme abbiamo fatto sport per tanti anni. E le indimenticabili cene a casa dei suoi a base di pizza rigorosamente fatta in casa?!?Il tempo e le circostanze ci hanno messo del loro, facendo del ragazzo un uomo con una famiglia bellissima che era voluto “emigrare” a Spoleto. Ma si sa che un amico, anche se lontano, rimane comunque tale, e nonostante tutto abbiamo continuato a vederci ed incontrarci. Non erano più i tempi delle partite e del gruppo, ma andava bene lo stesso; l’essere amici è esattamente questo.
Qualche giorno fa, il ricordo si è fatto più intenso, vedendo il campo delle scuole medie di nuovo illuminato per il torneo dei quartieri di basket. Ho provato una grande emozione, ricordi su ricordi che si affacciavano di nuovo, perché è veramente difficile dimenticarsi di un amico così! Non ero presente alla serata finale del torneo, quando nel video lo abbiamo rivisto nelle sue azioni funamboliche ed esibirsi nelle “bomba da 3”.
Quel video però l’ho poi potuto vedere in tv, e mi sono commosso. Tanto. Capisci che lui, come ha detto Francesca, è ancora qui con noi, anche se gioca in un’altra squadra. Ti rendi conto di quel legame indissolubile, che unisce l’amicizia vera, e tutto diventa meno brutto. Mi piace quindi ricordarlo così, mentre fionda il pallone verso il canestro, il rumore della retina e… l’indice alzato per esultare. Poi un minuto di sospensione; solo un minuto, per riordinare le idee e di nuovo in campo. Perché la passione è troppo forte e la voglia di vincere grande.
Non devo però dimenticarmi di abbracciare con tutto l’affetto che posso Francesca, le figlie, Carlo, Amalia e tutti i fratelli. Grande SuperBingo! Un minuto…è solo un minuto di sospensione. Poi, di nuovo in campo…
Ci manchi tantissimo.
“Il Gonfio”
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