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Lo sport, in particolare il calcio, saluta Raimondo Vianello

L’attore, grande appassionato di sport e di calcio in particolare, si è spento questa mattina all’ospedale San Raffaele a Milano, a 88 anni. I funerali si svolgeranno sabato alle 11 nella chiesa di Milano Due, il quartiere dove viveva con Sandra Mondaini.

Addio a Raimondo Vianello. Il celebre attore-presentatore è morto stamattina alle 6.50, a 87 anni, all’ospedale San Raffaele di Milano, dove era ricoverato dallo scorso 4 aprile, per l’aggravarsi delle sue condizioni fisiche. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa la triste notizia, ha inviato alla moglie Sandra Mondaini un messaggio in cui esprime la sua vicinanza ricordando “il popolare attore che tanto ha dato al teatro, al cinema e alla TV italiani”. Il cordoglio dell’Inter e del Milan.

CASA VIANELLO e PRESSING — E’ stato uno dei volti più popolari della televisione italiana, l’uomo che forse più di tutti aveva saputo ironizzare su virtù, e soprattutto vizi, della vita quotidiana. A differenza di Alberto Sordi, che aveva avuto successo impersonando le diverse macchiette della vita quotidiana, negli ultimi decenni era stato semplicemente se stesso strappando sorrisi dolciamari a generazioni di spettatori. Decenni di onorata carriera con due punti di riferimento assoluti: la moglie, e compagna d’arte, Sandra Mondaini e il calcio. Già, il pallone per lui era più di una passione (“L’unica” direbbe lui adesso, accompagnandosi con la caratteristica risatina) e dal 1991 al 1999 divenne il volto amatissimo di Pressing, la risposta Mediaset alla Domenica Sportiva che gli valse dalla Gazzetta dello Sport cinque riconoscimenti consecutivi (dal 1992 al 1996) di “conduttore sportivo dell’anno” nel referendum del nostro giornale. Proprio la Gazzetta dello Sport era il tormentone fisso di “Casa Vianello”, la sit-com che lo vide protagonista dal 1988 al 2007: nell’ultima scena, dopo mille peripezie, Raimondo è a letto che, imperturbabile legge la Rosea e Sandra scalcia nel letto esclamando il suo celeberrimo “Che barba, che noia; che noia, che barba”. Un tormentone che strappava ogni volta un sorriso.

LA CARRIERA — Nato a Roma il 7 maggio 1922, da giovane aderì alla Repubblica Sociale Italiana e venne fatto prigioniero dagli Alleati insieme ad Enrico Ameri, che divenne la prima voce calcistica della radio italiana, e a Pino Dordoni, olimpionico della 50 km di marcia a Helsinki 1952. Nel 1958 conobbe Sandra Mondaini, sposata nel 1962, ma il suo primo celebre partner nel mondo dello spettacolo fu Ugo Tognazzi con cui divenne protagonista dal 1954 di “Un due tre”, varietà dall’ironia corrosiva che venne chiuso nel nel 1959 dopo uno sketch in cui si irrideva l’allora Presidente della Repubblica Gronchi, Si dedicò così a tempo pieno al cinema e girò una sessantina di pellicole, poi negli Anni Settanta il ritorno in Rai con l’era dei grande varietà che rende Sandra e Raimondo la coppia più amata dagli italiani: scenette familiari, ma anche gag spesso a sfondo sportivo (memorabili alcune in cui Raimondo interpreta un pugile o un ciclista), spesso con spalle di grande spessore come Gianni Agus, Enzo Liberti e Tonino Micheluzzi. Celebri anche le sue conduzioni di quiz come “Zig Zag” sulla Rai e “Il gioco dei 9” su Canale 5 oltre al Festival di Sanremo 2001.

LO SPORT — In gioventù fu dirigente del Centro Sportivo Fiamma, ma la sua vera passione era il calcio giocato: a lui si era interessato anche il Palermo (“Nel 1946 era in B e mi offrì 30.000 lire al mese, più di quello che guadagnavo a teatro”), ma preferì la carriera nel mondo dello spettacolo e sì limito a giocare per decenni in terza categoria nella SaMo, la squadra di terza categoria di cui era presidente che portava le iniziali della moglie. Ruolo? “Sono una specie di Johann Cruyff” disse lui alla Gazzetta anche se non nascondeva il rimpianto per il trio Gren-Nordhal-Liedholm che fece grande il Milan e che, nel caso del Barone, aveva molto in comune a livello di stile e humour. Il passare degli anni non rallentò la sua voglia di stare in campo e a 76 anni giocò ancora un Derby del Cuore segnando anche su rigore. Simpatizzava per l’Ancona, la squadra della città materna, e da giovane preferiva la Roma alla Lazio, ma più che altro per dispetto ai fratelli. In realtà era un amante del bel gioco e nel calcio, come nella vita, sdrammatizzare era una scelta di campo. “L’umorismo è scoprire il ridicolo anche nella morte” disse una volta: forse Raimondo Vianello c’è riuscito. Chi ha perso uno sportivo vero, per passione e competenza, e un fuoriclasse assoluto dello spettacolo oggi si sforza, ma fatica a riuscirci.

fonte: Guido Guida – gazzetta.it

Il messaggio di cordoglio dell’Inter: “Si è spento a Milano Raimondo Vianello, rimarrà indimenticabile per il mondo dello spettacolo, ma anche per il pubblico, che ha seguito la sua lunga carriera. Alla moglie Sandra l’abbraccio affettuoso dell’Inter, che ricorda anche gli otto anni di conduzione della tramissione ‘Pressing’, in cui Vianello seppe unire intelligenza, misura, profondo senso dell’umorismo e competenza calcistica”, si legge sul sito web della società nerazzurra.

Il messaggio dell’Ac Milan: “Il mondo del calcio e degli appassionati italiani piangono la scomparsa di Raimondo Vianello. Nato a Roma il 7 Maggio 1922, aveva 87 anni. In una grande e lunga carriera vissuta nel segno dell’indissolubile legame con la moglie Sandra Mondaini, Vianello, attore e conduttore televisivo, ha dato tantissimo allo sport italiano sia a livello di passione e attenzione che di partecipazione effettiva con la conduzione della trasmissione calcistica Pressing condotta per otto stagioni con premi e riconoscimenti. Il Milan e tutti i milanisti si uniscono al cordoglio dei suoi cari e dei suoi affetti”.As https://eduessayhelper.org/ the education department explains, that means the averages will very much be influenced by states that set both relatively high or relatively low proficiency standards

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