MILANO – Sono pochi gli atleti che riescono a farne a meno e così, sempre più spesso, chi assiste a una competizione sportiva si ritrova a domandarsi che cosa sia quel coloratissimo «tatuaggio» esibito dai campioni. «Inventato» negli anni ‘70 dal chiropratico giapponese Kenzo Kase, alla ricerca di un metodo in grado di prolungare gli effetti del trattamento manuale, il Kinesio Tex Tape, di strada ne ha fatta parecchia. Questa sorta di nastro adesivo, che per elasticità e leggerezza si presenta con una consistenza simile a quella della pelle, fu utilizzato con successo ai Giochi Olimpici di Atene del 2004 da alcuni atleti di alto livello – due nomi su tutti, Tiger Woods e Lance Armstrong – e quattro anni dopo a Pechino invase stadi, piste e piscine.
LE VERIFICHE – I casi clinici che dimostrano l’efficacia del metodo sono molti, ma solo dopo l’exploit cinese si è sentita la necessità di avviare studi randomizzati e monitorati nel tempo, che saranno argomento di un Simposio mondiale di Kinesio, in programma nel mese di giugno a Roma. Tra i più recenti studi, quello del Dipartimento di terapia fisica della National Yang-Ming University di Taipei, Taiwan, in cui si sono valutati gli effetti del taping in giocatori di baseball con problemi di mobilità della spalla a causa di una eccessiva compressione della cuffia dei rotatori contro le strutture ossee sottostanti. Ad alcuni giocatori è stato applicato sul muscolo trapezio inferiore il Kinesio Tex Tape, ad altri un nastro adesivo placebo. Al termine delle valutazioni effettuate sui due gruppi, è risultato che sia la mobilità scapolare sia la forza muscolare erano migliorate in modo significativo solo negli atleti trattati con Kinesio Tex.
TERMOREGOLAZIONE – «I muscoli oltre alla loro funzione meccanica, svolgono un ruolo centrale per la termoregolazione, la circolazione venosa e linfatica — spiega Dario Maria Villa, docente di Bendaggio Funzionale presso l’Università Vita-Salute dell’Ospedale San Raffaele di Milano —. La letteratura scientifica ha già da tempo evidenziato come il taping, ovvero l’applicazione di un cerotto, sia in grado di per sé di produrre effetti sul tessuto sottostante, per la presenza di una serie di recettori cutanei deputati a dare informazioni a livello centrale, input che poi si trasformano in risposte motorie. Grazie alla precisa e corretta applicazione del cerotto “giapponese” e al suo particolare coefficiente di elasticità, si è in grado di ottenere effetti significativi in differenti sistemi (muscolare, articolare, linfatico ecc.), curando contemporaneamente diverse patologie e disfunzioni. Si può intervenire sull’infiammazione di un tessuto, sulla debolezza muscolare, sul dolore, per facilitare il drenaggio di un edema, come supporto tendineo-legamentoso, o per correggere allineamenti posturali ed articolari errati. Inizialmente impiegato in ambito prettamente agonistico, oggi il particolare cerotto è usato all’85% da non sportivi: in ospedali, cliniche, università, studi professionali». Il fai da te è possibile? «I risultati — precisa Villa — dipendono dal corretto posizionamento del cerotto, dalla tensione applicata, oltre che dalla posizione assunta dal paziente. È quindi indispensabile una specifica formazione».
fonte: Corriere della SeraThe remaining students will be in the https://order-essay-online.net/ core-plus program
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