È morto Candido Cannavò: lo storico direttore della Gazzetta, oggi editorialista, aveva 78 anni. Ha guidato il giornale dal 1983 al 2002 portandolo a grandi successi. Se n’è andato questa mattina alle 8.48 alla clinica Santa Rita di Milano dove era stato ricoverato giovedì scorso a seguito di una emorragia cerebrale devastante che lo aveva colto proprio mentre era nella sede della Gazzetta, in via Solferino a Milano.
Oggi un minuto di silenzio su tutti i campi sportivi. Per commemorarlo oggi si fermerà per un minuto tutto lo sport italiano.
Candidò Cannavò, storico direttore della Gazzetta dello Sport, che ha guidato con impegno e passione dal 1983 al 2002, e di cui oggi era editorialista, ci ha lasciato questa mattina. Se ne va con lui un pezzo di storia del giornalismo sportivo italiano. Cannavò se n’è andato questa mattina alle 8.48 nella clinica Santa Rita di Milano dove era stato ricoverato giovedì scorso in seguito ad un malore che lo aveva colpito mentre si trovava nella redazione del “suo” giornale in Via Solferino. Si è trattato purtroppo di una emorragia cerebrale che è peggiorata di ora in ora e contro cui non è stato potuto fare nulla. Il popolare giornalista sportivo aveva 78 anni, al suo capezzale in queste ultime ore, che hanno visto il disperato tentativo di strapparlo alla morte, la moglie Franca e i tre figli Alessandro, Marilisa e Marco. Ma tutto il mondo sportivo era in apprensione per le sue condizioni. Migliaia i messaggi di stima ed affetto per lui arrivati alla redazione della Gazzetta. Per commemorarlo oggi si fermerà per un minuto tutto lo sport italiano. Un minuto di silenzio che lo sport intero tributerà alla grande figura di Candido Cannavò.
Nato a Catania il 29 novembre 1930, Cannavò aveva iniziato la sua carriera di grande giornalista a soli 19 anni alla redazione della “Sicilia” dove scriveva di sport, costume e società. Divenuto in seguito corrispondente della Gazzetta ne divenne ben presto un punto di riferimento tanto da prenderne in mano la direzione nel 1983. Sotto la sua guida la “rosea” subì un impulso memorabile divenendo in poco tempo uno dei più autorevoli quotidiani sportivi della penisola. Più che un direttore Cannavò fu un padre per i tanti collaboratori che con lui lavoravano al giornale. Negli ultimi tempi la sua attività di editorialista per la Gazzetta non lo aveva certamente portato lontano dai suoi amici e colleghi, era infatti solito lavorare in redazione ancora in mezzo a loro. Dai suoi titoli e dai suoi articoli ha insegnato a guardare lo sport e il calcio con la passione e la giusta obiettività che lo sport richiede. Infaticabile giornalista seguì ogni evento con la stessa indomita passione. All’attività di giornalista aveva affiancato da alcuni anni anche il successo come scrittore, ha infatti pubblicato per Rizzoli la sua biografia, Una vita in rosa (premio Chianciano nel 2003, sezione autobiografia) e tre saggi che testimoniano il suo impegno sociale: Liberta’ dietro le sbarre (un viaggio nelle carceri che nel 2004 ha ricevuto un riconoscimento speciale nell’ambito del premio letterario e giornalistico Ernest Hemingway), E li chiamano disabili (2005), un successo da undici edizioni, e Pretacci – Storie di uomini che portano il Vangelo sul marciapiede (2008), premio Fregene.
Nelle partite dei campionati professionisti di calcio (serie A, serie B, Prima e Seconda divisione) in programma oggi sarà osservato un minuto di silenzio per onorare la memoria di Candido Cannavò. Lo ha deciso il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, d’intesa con quelli delle leghe Antonio Matarrese e Mario Macalli. “Con Cannavò scompare – ha commentato Abete – un grande giornalista e un grande amico del calcio”.
OrvietoSport si unisce al cordoglio unanime profondamente sentito da parte di tutto il giornalismo italiano, sportivo in particolare.
Il ricordo della redazione della Gazzetta dello Sport
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