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Palestra aziendale. Tenersi in forma lavorando.

Dalle grandi aziende alla pubblica amministrazione: allenamenti al lavoro per recuperare la forma

MILANO – L’ingresso principale della filiale italiana Philips incute il rispetto della storia, come tutte le grandi aziende. Dagli anni 30 la multinazionale olandese dell’elettronica è un marchio di fabbrica che ha radici consolidate in Brianza (anche se oggi la sede di Monza è composta perlopiù di uffici e non c’è più la storica produzione di televisori) e data l’imponenza della struttura, ci si potrebbe aspettare una certa rigidità mentale, dovuta ad un assestamento dell’organizzazione piramidale. Ma che la mentalità sia un’altra lo si capisce già nella reception, dove al fianco degli ultimi televisori al plasma dal design ultramoderno fa bella mostra di sé un manifesto del «Philips wellness» il centro sportivo interno della azienda. Il motto: «Vietato saltare nei corridoi», un esplicito slogan per sensibilizzare i dipendenti a iniziare l’ attività fisica nella palestra aziendale.

TRAINER – «La nostra sede di Monza è di 26 mila metri quadrati – ci racconta Roberto Lisot, internal external affaires manager della Philips – e la palestra l’abbiamo ricavata da un’area dimessa dell’archivio. In totale sono 300 metri di spazio che abbiamo destinato al benessere. L’investimento è costato circa 150 mila euro: per le attrezzature e il completamento dei lavori. Abbiamo 5 trainer esterni che paghiamo con le quote dei dipendenti. La spesa annuale è di 100 euro e su 600 dipendenti abbiamo raccolto l’adesione di 300 persone».

BOOM – Attraversiamo i corridoi e non possiamo non cogliere il colpo d’occhio delle scarpe da running abbinate alla cravatta o le borse sportive posizionate vicino alle valigette 24 ore. «Dal rientro delle vacanze, c’è stato il solito boom delle iscrizioni – dice Barbara Santoro, 39 anni assistent manager che si occupa delle iscrizioni – e il coordinamento di questa attività mi ha galvanizzato. Di media, i dipendenti hanno un’ora di pausa così suddivisa: quaranta minuti per i corsi e 20 minuti per mangiare. La pausa flessibile ha responsabilizzato ulteriormente il personale che riesce a rilassarsi e a socializzare meglio con i colleghi».

INTEGRAZIONE – La socializzazione e il rendimento del dipendente passano attraverso il benessere di ciascuno. E anche le new entry dell’azienda, come Anna Zanirato, 27 anni dell’ufficio stampa philips se ne sono accorte. «Mi ero fatta un’idea aziendale molto convenzionale e mi sono ricreduta subito. Qui, c’è un’integrazione naturale che viene facilitata dallo sport. I primi tempi avevo un po’ di timore ad allenarmi vicino ad un grande manager, poi ho capito che abbiamo superato le differenze. Persino i caratteri delle persone sono migliorati. Quando ci alleniamo cadono le barriere».

IN PROVINCIA – Ma non è solo la Philips a vivere una esperienza innovativa, anche la sede della provincia di Milano si è dotata di una palestra interna. L’impatto è sicuramente interessante, perché Palazzo Isimbardi ha una facciata in cui la parte più antica risale al XV secolo, mentre al quarto piano dello storico edificio c’è un’area sportiva postmoderna. «I dipendenti di tutte le sedi, comprese quelle decentrate sono 2200 e in questa palestra abbiamo 450 iscritti – ci racconta Alessandro il Barlotti responsabile della palestra – ed è interessante vedere i consiglieri provinciali, o gli assessori che si allenano con i dipendenti».

QUOTA – I dipendenti della provincia di Milano pagano una quota mensile di 15 euro al mese. Nella palestra ci sono 9-10 istruttori e i corsi più gettonati sono quelli di ginnastica posturale, fisioterapia e yoga. Anche qui, si sono attivati dei programmi specifici per migliorare il benessere del dipendente che passa molte delle sue ore seduto davanti ad un personal computer. «I programmi sono diversificati e puntano a diminuire la cervicalgia, i dolori lombali, le atriti e le contratture. Infatti, molti dipendenti dopo i 50 anni mi chiedono delle misure specifiche contro l’avanzamento dell’osteoporosi– rafforza il concetto Barlotti – . Il nostro compito è anche quello di preparare una scheda dettagliata in cui si possa personalizzare al meglio ogni individuo, cercando gli strumenti per intervenire al meglio nelle problematiche della categoria impiegatizia, che sono tutti molto simili».

STRESS – Nella sala yoga, troviamo Maida Colli, 41 anni funzionario amministrativo della provincia di Milano. Dieci minuti prima era seduta sulla scrivania con i faldoni aperti per cercare una pratica legislativa. «La palestra mi ha tolto molto stress. Ormai dal 2003, da quando è aperta sono considerata la veterana. In effetti, mi alleno 3 volte alla settimana per 45 minuti. Faccio dei corsi di tonificazione, insieme ad altre colleghe che in passato mai avrei pensato di conoscere. A volte, si lavora su due piani diversi e ci si incontra solo per caso sull’ascensore. Da quando c’è la palestra ci troviamo tutte insieme e la volontà comune è quella di lavorare meglio. Così si può».

SENSIBILIZZAZIONE – Dalla sede provinciale di Milano alla Novartis, il filo conduttore è lo stesso. Infatti, la Novartis , l’azienda farmaceutica internazionale con sede a Origgio in provincia di Varese, si è distinta per una certa attenzione verso la salute dei dipendenti. «Per noi è una priorità – dice Roberto Targetti, responsabile Risorse Umane e del progetto fitness Novartis – e si può esprimere in diversi modi, per esempio con attività di informazione e sensibilizzazione sulle patologie più diffuse oppure con vere e proprie campagne di prevenzione interne. Coerentemente con questi indirizzi, nel 2005 abbiamo deciso di realizzare, presso la nostra sede centrale di Origgio, una palestra interna, una struttura espressamente dedicata al benessere fisico dei nostri collaboratori. Il nostro obiettivo è fare in modo che l’ambiente aziendale sia vissuto in modo positivo: vogliamo che le persone si trovino bene».

 

fonte: [Corriere.it – Ambra Craighero]We hope www.domyhomework.guru/ do my homework website you will find these stories as inspiring as we did

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  • Senz’altro un’iniziativa lodevole, nonchè oculata. La Philips ha capito che il benessere dei suoi dipendenti si ripercuote positivamente sull’ andamento dell’ azienda. Questa politica dovrebbe essere intrapresa un po’ da tutti. Ovviamente non tutti possono permettersi di allestire una palestra all’ interno della propria struttura, ma quello che voglio dire va oltre. Quello che intendo è che tutti i datori di lavoro dovrebbero capire che il benessere psico-fisico dei propri dipendenti si ripercuote in maniera senz’ altro positiva sull’ azienda. In questo modo si lavora in modo più sereno e recarsi sul posto di lavoro non pesa poi così tanto. Si dovrebbe comunque creare qualcosa che faccia giungere a queste situazioni favorevoli. La Philips ha creato una palestra nel suo interno. Bravi! Curare il fisico è altrettanto importante quanto curare la mente. Altri possono orientarsi in altro modo, purchè si faccia qualcosa.

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